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Rosario Rampanti Serino
Termina la stagione ed è il momento dei bilanci. In questa e nelle prossime puntate di “Parola al Mister”, con Serino Rampanti tiriamo le somme sull’apporto dato da ogni componente della rosa con cui il Torino ha terminato la stagione 2023/2024. Ecco una prima carrellata di giudizi su sette giocatori, a cui ne seguiranno altri martedì prossimo.
Serino, partiamo da Milinkovic-Savic: come giudichi la sua stagione? “E’ stata migliore rispetto alle precedenti. Però non ha ancora soddisfatto in pieno le aspettative. Dimostra di essere molto bravo con i piedi, diciamo poi che è ideale per il gioco che ha sviluppato la squadra, la quale ha fatto molto affidamento sui suoi lanci per poi cercare di conquistare la seconda palla. Per questo tipo di gioco lui è l’ideale. E poi ovviamente non vanno dimenticate le 18 partite senza prendere gol. Ma in questo ha potuto beneficiare di una difesa che ha lavorato sempre bene. La sua struttura enorme fa sì che copra bene la porta ma sia in difficoltà sulle palle basse. A volte poi ha sbagliato delle uscite. Non gli darei una sufficienza piena. Ora vedremo se chi arriverà al posto di Juric manifesterà delle perplessità sul suo conto o no. Secondo me potrebbe succedere”.
Gemello, tre partite e due errori gravi. “Secondo me è stato anche sfortunato perché è entrato in certe partite particolari. Nell’ultima contro l’Atalanta la squadra non c’era e non lo ha aiutato per niente. Pertanto è stato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Contro il Bologna, match in cui fu accusato di essere la causa della sconfitta, dico che quell’errore andava condiviso con due compagni che erano stati indecisi, Buongiorno e Tameze. Quest’annata temo possa pesare sulle sue spalle, in ogni caso non doveva essere lui il secondo portiere, sarebbe dovuto andare a fare esperienza. Starà a lui convincere la nuova piazza dove andrà che merita di giocare. Non so in quale categoria, ma deve assolutamente andare a giocare da titolare”.
Tocca a Buongiorno. “In questo momento è uno dei difensori centrali più forti non solo in Italia ma anche in Europa, secondo la mia modesta opinione. In questa stagione è stato davvero un pilastro. Quelle volte in cui è mancato, la sua assenza si è quasi sempre sentita, soprattutto nel girone di andata. Penso alle partite contro Juventus e Verona. La squadra ne ha risentito molto. Questo sta a dimostrare che è diventato una pedina insostituibile. Dovrà confermarsi con la Nazionale. Se riesce a dimostrare il valore visto col Torino, allora potremo dire di avere di fronte un giocatore dal grandissimo futuro; sono impaziente di vederlo giocare in azzurro”.
Tameze? “Preso come centrocampista, è stato impiegato soprattutto da difensore, da braccetto destro, colui che sta nel centro-destra della difesa a tre. La cosa da apprezzare è la capacità di adattarsi. Il suo rendimento è stato sufficiente: da lui non mi aspetto giocate fenomenali, ma affidabilità e professionalità. Per questo reputo positiva la sua annata. Se faccio mente locale tra tutti i giocatori che sono arrivati, da altri ci si aspettavano grandi cose e hanno fatto cose normali, da lui ci si aspettava qualcosa di normale; questo è quanto è arrivato. Dunque, è stato uno degli acquisti più positivi”.
Djidji: un’annata contrassegnata dagli infortuni. “Quando ha giocato si è sempre comportato bene. La sua assenza per i molti infortuni avuti direi che si è sentita. Sul piano tecnico non ci sono dubbi su di lui, ma purtroppo ha avuto questi problemi fisici. Un peccato perché, quando chiamato in causa, se l’è sempre cavata bene. Tutte queste assenze hanno pesato. Visto che il contratto è in scadenza, non penso che il Torino prolunghi con un giocatore che ha avuto tutte queste problematiche. Un peccato perché, ripeto, è davvero bravo quando chiamato in causa”.
Masina è stato un buon innesto per il mese di gennaio? “Sì, ha avuto un ottimo impatto all’interno del gruppo. Ad aiutarlo ci sono ottime doti fisiche che lo aiutano nel reggere i contrasti e nel colpo di testa. Devo dire che ha anche una buona visione di gioco nell’impostare dal basso. Insomma, tra chi è arrivato a gennaio, mi sembra proprio colui che ha avuto l’impatto migliore, fin da subito. Una sorpresa positiva per tutti quanti”.
Lovato ti ha convinto? “Un giocatore discreto, però, da affezionato al settore giovanile quale sono, senza nulla togliere al suo valore, l’operazione non l’avrei fatta. Fossi stato in Juric mi sarei guardato attorno meglio, perché un ragazzo come Dellavalle per me avrebbe potuto cavarsela alla grande. Dunque, perché andare a prendere giocatori da fuori, anche se in prestito con diritto di riscatto, quando c’è un giovane che può dare una mano? Lovato è un buon giocatore che penso continuerà a giocare in A, ma avrei dato da subito fiducia a Dellavalle, che a ottobre era stato premiato come miglior giovane dalla giuria degli ex calciatori granata”.
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