- Calciomercato
- Prima Squadra
- Giovanili
- TN Radio
- Interviste
- Mondo Granata
- Italia Granata
- Campionato
- Altre News
- Forum
- Redazione TORONEWS
Il Torino supera l’Udinese per 2-1 e ottiene una sofferta ma importante vittoria che rilancia le quotazioni granata in questo campionato. Con Serino Rampanti, nel nuovo appuntamento con “Parola al Mister” (oggi eccezionalmente di mercoledì), analizziamo i temi più caldi del momento granata.
Serino, la partita contro l’Udinese è un altro segnale che la strada imboccata è quella giusta?
“Sicuramente la squadra ha imboccato un percorso promettente che dovrebbe piacere ai tifosi perché è basato su valori che alla gente granata dovrebbero piacere, che erano sopiti da un po’ di tempo: aggressività, determinazione, agonismo. Tutto bene, dunque, ma la sfida che dovrà vincere Juric sarà quella di tenere alti i giri del motore della squadra anche a girone di ritorno inoltrato. Si nota chiaramente che lo stile di gioco della squadra richiede un grande dispendio di energie, sia mentali che fisiche. Puntare alla lotta sulle seconde palle richiede infatti tanta brillantezza ma anche tanta concentrazione e prontezza di riflessi. La sfida è interessante e dovranno essere bravi i preparatori atletici. Per ora comunque la squadra sta facendo bene”.
Se la squadra esprime valori che dovrebbero piacere ai tifosi, secondo te, come mai la gente non va allo stadio?
“Bisogna guardare al contesto generale, non solo a quello che fa la squadra; credo sia evidente che il modo di agire della società negli ultimi anni abbia creato disamoramento in una gran parte dei tifosi. Detto questo, pian piano la gente potrebbe tornare allo stadio. Però il tema secondo me richiede un’analisi ancor più generica, andando anche oltre all’universo Toro, perché stadi pieni – a parte per le squadre più grandi del campionato – non ne vedo molti. Occorrerà riflettere, per il bene del calcio, sul fatto che i giovani di oggi hanno una quantità sempre maggiore di modi per svagarsi. Il calcio dunque dovrà puntare ad offrire qualcosa di più e qualcosa di meglio se vorrà mantenere la presa sulle future generazioni”.
Tornando alle cose di campo, ti è piaciuta la prestazione di Belotti contro l’Udinese?
“Da persona intelligente ha interpretato nel modo giusto il messaggio lanciato in conferenza da Juric. In questo momento deve dare tutto, altrimenti rischia di finire nel dimenticatoio, e ricordarglielo vuol dire fare il suo bene. Contro l’Udinese l’ho visto bene, ora deve crescere in fase realizzativa e segnare con continuità, perché rispetto agli altri anni è in ritardo, ovviamente per colpa anche dell’infortunio”.
Chi invece segna con continuità, per il ruolo che ha, è Bremer…
“Si tratta di uno dei difensori più forti del campionato italiano, senza dubbio. Ho guardato con attenzione il modo con cui ha gestito la marcatura su Beto, attaccante assolutamente fastidioso e tosto da marcare. Ha perso ben pochi duelli e ha segnato ancora: sei gol in un anno sono merce rara per un difensore. Vedremo cosa farà la società con lui”.
Capitolo Vanja Milinkovic-Savic. Contro l'Udinese è stato decisivo e Juric ha dato importanti meriti a Vagnati per l'acquisto. Secondo te, come è andata fin dall’inizio riguardo al suo acquisto?
"Leggo dei meriti di alcuni nomi, ma in realtà bisognerebbe chiedere a Cairo com'è andata".
Verso Roma-Torino, per concludere, che sensazioni hai?
“Buone sensazioni dettate anche dal fatto che secondo me lo stile di gioco del Torino si adatta meglio agli spazi ampi come quelli dell’Olimpico di Roma che a quelli stretti, come si è visto in passato. Anche a me da giocatore piaceva di più giocare in campi più grandi. Comunque l’importante è che la squadra stia sul pezzo, che non si siedano dopo una vittoria, che non inizino a pensare ai social e non al campo. Juric dovrà mantenere alta la concentrazione della squadra. Se lo spirito e la voglia di vincere visti fossero quelli visti con l’Udinese, un buon risultato a Roma non sarebbe certo impossibile da cogliere”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA