Il Torino perde 1-0 in casa contro il Napoli e incassa l’ottava sconfitta nelle ultime dieci partite, mentre la zona retrocessione si avvicina. Analizziamo gli argomenti più caldi del momento insieme a Serino Rampanti, nel nuovo appuntamento con “Parola al Mister”.
Parola al mister
Rampanti: “Giocando in trasferta il Toro può uscire dalla crisi”
Serino, che partita è stata Torino-Napoli? “Quando guardo le partite cerco di vedere al meglio la gara, ma spesso guardo anche i due tecnici, cosa cercano di fare, come urlano e gesticolano. Penso ai cambi che potrebbero effettuare, e penso al nostro tecnico che si trova a gestire una squadra con pochissimi italiani (ieri in campo c’era solo Ricci). Allora mi rendo conto di quante difficoltà incontra nel farsi capire. Credo che la difficoltà non l’abbia solo nello svolgimento della gara, ma anche durante la settimana. E quindi spero tanto che tutti i calciatori che sono arrivati abbiano quel minimo di conoscenza almeno dell’inglese. Per il resto, contro il Napoli si sapeva che la sconfitta era probabile. Questa è stata minima perché il portiere ha fatto una grande partita, tra le migliori da quando lui è qui. Tuttavia, sempre sconfitta è stata”.
Certo, grida vendetta il gol mangiato da Coco… “Cosa abbia combinato non si capisce, ma resta un difensore e non un attaccante, gli è mancato il giusto tempo di inserimento e si è trovato la palla sotto i piedi. Su Coco mi viene in mente anche la partita precedente, dove dalla trequarti campo, ha fatto un tiro finito in tribuna. Tutti lo hanno fischiato, io invece quell’iniziativa la vedevo positivamente perché, se non altro, lui ha tentato di fare un tiro, cosa che in pochi altri fanno. Vedo troppi pochi tiri da fuori, mai nessuno ci prova. Mi chiedo se in settimana lavorano su questo. Quando tiri in porta si può sbagliare, ma ci può essere anche una situazione favorevole, tipo una deviazione o un rimpallo. Se non si tira, questo è impossibile che accada. In passato c’era un giocatore stratosferico passato alla storia, si chiamava Gigi Riva. Finito l’allenamento, se ne stava un’ora a fare solo tiri in porta. Non c’è bisogno di arrivare a tanto, ma fermarsi un quarto d’ora a fine allenamento e provare a calciare, secondo me, sarebbe molto utile a questi giocatori”.
Quanto pesa l’assenza di Ilic? Come sta giocando Gineitis? “Certo, Ilic – rispetto agli altri centrocampisti – ha qualcosa in più tecnicamente. Ha un sinistro sopraffino, secondo me è un ottimo giocatore ma non ha potuto esprimersi compiutamente perché troppo condizionato da infortuni e da qualcosa che si era guastato tra lui e l’allenatore precedente. In una situazione migliore, potrebbe dare molto al Torino. Ma apprezzo molto anche Gineitis e credo che abbia un grande futuro. Ma purtroppo si è fatto risucchiare da questa cappa di negatività che c’è sulla squadra quando gioca in casa. Da questo punto di vista, è un bene che ora ci siano due trasferte. E’ incredibile che non si capisca che questa situazione nuoce soprattutto alla squadra. Fuori casa, credo possano giocare con la mente più libera e questo significa che i giocatori possano anche fare quel qualcosa in più del compitino. Gineitis sta facendo del suo meglio ma, secondo me, farà bene anche a lui giocare in trasferta e lasciami dire che la disposizione tattica iniziale di ieri era, secondo me, quella migliore possibile oggi”.
Perché? “Giusto sacrificare Vlasic, solo così potevi giocartela col Napoli. La squadra era sempre bella compatta e tutte le zone del campo erano riempite dai giocatori del Torino. Non c’erano dei vuoti come invece ci sono stati in altre occasioni, quando ha giocato Vlasic insieme a due punte. Partendo dall’inizio, secondo me, il croato va bene giocando sotto punta, insieme a un altro attaccante. Non a centrocampo, dove sostiene poco la squadra”.
Ancora una volta, Milinkovic-Savic è stato il migliore in campo. “Sta migliorando. Ho fatto notare il suo errore in occasione del gol preso contro il Monza e continuo a ripeterlo, ma col Napoli, secondo me, è stato bravo soprattutto sulle palle basse, cosa che in passato lo metteva in difficoltà. Evidentemente sente di più le partite importanti e le prepara meglio. Deve fare così in tutte le partite. Di lui non mi è piaciuto, invece, il battibecco con Sanabria, nato per un suo passaggio azzardato verso l’attaccante. Ogni tanto, Vanja eccede nel voler fare passaggi rischiosi, conscio di avere piedi buoni. Ma, secondo me, il rinvio va sempre fatto oltre la metà campo”.
Come giudichi, invece, il momento di Ricci?
“Ha giocato con Linetty davanti alla difesa e lui qualche metro più avanti. Ha toccato meno palloni, ma in qualche occasione è stato efficace perché ha finalmente verticalizzato. Quando gioca davanti alla difesa, Ricci va a prendere sì tanti palloni, ma in una zona di campo che dovrebbe essere appannaggio dei difensori, perché il giro palla lo possono fare loro. Ricci, invece, deve ricevere palla più avanti, davanti alla linea dei difensori. Le giocate iniziali le devono fare i difensori. Mi piace di più quando tocca meno palloni, ma riesce a giocarli più pericolosamente. Secondo me è ancora al 30% del suo potenziale. Lui, Linetty e Gineitis possono dare di più, e questo concetto vale ancor di più per i due attaccanti. Ho il bel ricordo di Adams quando era appena arrivato, sgombro da retropensieri. Era un giocatore che reggeva bene la carica dell’avversario, che controllava bene il pallone, che era efficace anche nella conclusione. Col Napoli la partita era difficile, ma qualcosa in più la deve dare. Su Sanabria ormai sorvolo, mi sono messo il cuore in pace, secondo me deve cambiare aria. Esce dal campo con la maglia non sudata e con i capelli a posto. Non lo vedo cattivo al punto giusto, come era due anni fa”.
Il mese di dicembre vedrà cinque partite per il Toro: siamo in un momento chiave del campionato? “Su quattro partite, ne abbiamo tre fuori casa e una in casa. Ben vengano le partite in trasferta, come detto. Non ci sarà l’alibi dell’atmosfera difficile o del pubblico che sostiene poco alla squadra perché pensa ad altro in questo momento. Si va dunque a giocare fuori casa contro avversari che sono alla pari del Torino. Se la squadra si presenta su questi campi tirando fuori personalità e orgoglio, secondo me potrebbe far bene e uscire dalla crisi”.
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