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Il Torino vince contro il Milan e arriva all’ultima giornata ancora in corsa per l’Europa. In una serata che rimarrà tra le migliori della gestione Juric, segnano Zapata, Ilic e Rodriguez per lanciare i granata in sorpasso sul Napoli. Intanto, il tecnico croato conferma che non resterà l’allenatore del Torino nella prossima stagione. Di tutto questo abbiamo parlato con Serino Rampanti nella nuova puntata di “Parola al Mister”.
Serino, la vittoria del Torino è arrivata più per demeriti del Milan? “Sicuramente c’era una squadra motivata contro una che non era motivata. Il Torino sta cercando di entrare in Conference League, il Milan è sicuro del secondo posto. E si sa che nel calcio a fine campionato molte volte conta questo. I rossoneri probabilmente hanno sottovalutato gli avversari e non si sono preparati al meglio. Ciò non toglie che il Torino abbia fatto una bella partita e sia rimasto sul pezzo per novanta minuti. Questo va a merito dell’allenatore che li ha tenuti sulla corda e dei giocatori che hanno saputo dare il meglio”.
Sei sempre stato piuttosto pessimista circa la qualificazione europea del Torino, hai cambiato idea? “Rimango sempre perplesso, bisogna vedere che Atalanta ci sarà domenica. Allo stesso modo vedremo se il Napoli vincerà col Lecce. Sappiamo poi che servirebbe, in caso di nono posto, che la Fiorentina vincesse la finale di Conference League. Aspettiamo e vediamo”.
Juric ha affermato che a pesare sulla sua decisione di lasciare il club sia il rapporto con la piazza. Cosa ne pensi? “A me sembrava che Juric si fosse integrato bene con la piazza e con i tifosi. Poi piano piano sono subentrati dei problemi e incidenti di percorso di vario tipo che alla fine hanno pesato molto sulla separazione. Comunque, non sono convinto che la decisione sia solo di Juric, a questo punto. Secondo me si era deteriorato il rapporto di Juric su più fronti, in primis quello con la società”.
Lui, però, ha detto di non poter dire una parola contro la società… “Sarà, ma all’inizio ricordo bene le sue frecciate al presidente. Ricordo poi anche il diverbio con Vagnati in ritiro. Poi le dita medie ai tifosi e quelle parolacce dei giocatori. Colpa dei giocatori, ma se hanno reagito in un certo modo vuol dire che hanno sentito qualcun altro pensarla così, come i bambini con i genitori. Io penso che questa separazione fosse nell’aria. Quindi, tornando al discorso di prima, non è tanto lui che se ne va, ma la società che decide di non rinnovare”.
Ti ha colpito la prestazione di Rodriguez contro il Milan? Rinnoveresti il suo contratto? “Io penso che in tutto l’anno abbia sbagliato forse una o due partite. Lui è uno che il 6 lo garantisce sempre. Sul rinnovo, non saprei: bisogna capire che programmi ha la società. Lui ha manifestato questa grande amicizia con Juric che è una cosa bella… Magari il tecnico, se si accasa da qualche altra parte, potrebbe chiedergli di seguire. In generale, quando i giocatori raggiungono una certa età, bisogna fare valutazioni ampie, cercando di capire se quell’elemento ha dato il massimo che poteva dare. La cosa certa è che ci sarà un lavoro complesso da fare in sede di costruzione della rosa”.
Pellegri può essere l’arma in più anche contro l’Atalanta? “Certamente sta attraversando un bel momento ma Pellegri è sempre un’incognita. Potrebbe fare bene anche con l’Atalanta, ma non è facile fare affidamento pieno su di lui. In questo senso la presenza di Zapata aiuta; lui è una certezza, Pellegri un’incognita”.
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