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PAROLA AL MISTER

Rampanti: “La contestazione a Cairo? Ora sono curioso di vedere…”

Rosario Rampanti Serino
Serino analizza così i temi caldi di casa Toro dopo quanto accaduto domenica scorsa
Gianluca Sartori Direttore 

La contestazione veemente a Cairo dei tifosi granata seguita alla cessione di Bellanova, poi una strepitosa vittoria contro l’Atalanta. Non è stata una domenica come le altre per il mondo granata. Svisceriamo i temi del momento insieme a Serino Rampanti nella nuova puntata di “Parola al mister”.

Serino, che pensi di Torino-Atalanta? “Una bella partita giocata bene. Si sono messi in evidenza parecchi giocatori. Non cancello qualche dubbio che ho sulla fase difensiva, però ho visto molte cose positive da metà campo in su, come si era già notato contro il Milan. Si sta imponendo bene Adams, che mi piace perché regge bene le cariche degli avversari, sa tenere palla, fa bene le due fasi, sia l’attacco alla profondità che il venire incontro ai compagni. Tengo comunque i piedi per terra: per giudicare una squadra, bisogna aspettare sempre 8-10 partite di campionato. Dico questo perché nelle fasi iniziali le squadre con più aspettative possono avere momenti di assestamento se non di crisi, patendo la verve di squadre che hanno meno pressione: vedi Milan, Roma e Lazio, che già hanno avuto i loro scivoloni. Però certo, bisogna essere pronti ad approfittarne. E’ stato bravo l’allenatore”.

Ti convince Vanoli? “Un po’ di settimane fa dissi che, rivangando la storia del passato degli allenatori del Torino, si può dire che chi si è affermato maggiormente è stato chi veniva dalla Serie B. Un tecnico che si affaccia in Serie A per la prima volta ha più motivazioni di altri, e quindi Vanoli rappresenta questa categoria di allenatori. La squadra sta giocando bene e ha una fase offensiva più varia rispetto al passato. Mi pare un buon segnale anche il fatto che sia entrato Ciammaglichella alla fine, vuol dire che Vanoli guarda anche al settore giovanile, e anche questo è un punto a favore”.

Vanja Milinkovic-Savic: è stata la partita del riscatto? “Bene o male, ha sempre retto la Serie A. Ogni tanto ci sono critiche, secondo me, anche eccessive, per partito preso. Non vedo in giro tantissimi portieri più bravi: ce ne sono 4-5 di livello top, poi ci sono gli altri, e lui fa parte di questo gruppone”.

Cosa ti aspetti dalla fine del mercato? “Aspetto che arrivi qualche difensore. Ci vorrebbe un po’ di tempo a disposizione per valutare chi è appena arrivato, ma non ci sarà tempo di farlo. Ora la società è a un bivio”.

A proposito di società, non si può non parlare della contestazione a Cairo. “Prima di tutto mi piacerebbe tanto capire cosa c’è dietro la cessione di Bellanova. Le dinamiche sono state strane, è stato fatto tutto in fretta e furia. Non si può sapere cosa sia successo, non siamo nella testa di Cairo. Però non capisco come mai Bellanova è stato valutato così poco, viste le qualità e le prospettive. Si poteva ottenere qualcosa in più. Mi sembra tutto molto strano, si tratta di un giocatore che è valido per il presente e per l’avvenire, mi aspetto possa diventare titolare della Nazionale. E’ già un elemento di valore, ne avrebbe acquistato molto aspettando un anno, ma anche volendo venderlo oggi, si sarebbe potuto ottenere un prezzo maggiore. La velocità e il prezzo ridotto dell’operazione mi hanno sorpreso. Anche perché Cairo ci ha abituati a saper vendere bene”.

E del corteo dei tifosi cosa pensi? “Una contestazione così poche volte l’ho vista. Con proteste dei tifosi, anche meno veementi di questa, alcuni presidenti del passato hanno mollato. Sono curioso di vedere come andrà a finire. I tifosi non vogliono più navigare in una situazione di metà classifica che ormai ha stancato. Tutti quanti, vedendo questa vendita di Bellanova, hanno percepito la non volontà di cambiare passo”.

E delle parole di Vanoli circa la cessione di Bellanova cosa pensi? “E’ stato franco e sincero, ha spiegato come vede le cose lui e i tifosi lo hanno compreso. Adesso vediamo cosa succede, con soddisfazione, ma senza eccessivi entusiasmi, perché il Torino negli anni ci ha abituati a fare belle partite con squadre forti per poi fare scivoloni clamorosi. Chissà se veramente è cambiata la situazione”.

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