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PAROLA AL MISTER

Rampanti: “Sui senatori non cambio idea: andrebbero recuperati, ma non così”

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Serino analizza così i temi di casa Toro dopo la sconfitta con lo Spezia

Gianluca Sartori

Il Torino subisce una brutta battuta di arresto a La Spezia e arriva alla sosta di novembre con 14 punti in tasca, frutto di 4 vittorie, due pareggi e 6 sconfitte. Tracciamo un bilancio di quanto avvenuto sino ad oggi nella nuova puntata di “Parola al Mister”, l’appuntamento del martedì mattina con Serino Rampanti. Ecco come l’ex calciatore e allenatore granata interpreta i temi più caldi in casa Toro.

Serino, quale è la causa principale della sconfitta di La Spezia?

“Il fatto che la partita sia stata affrontata con troppa sufficienza e poca concentrazione. Sono passati tanti allenatori prima di Juric e con tutti loro si è assistito a debacle inaspettate dopo partite che avevano fatto illudere, come successo anche stavolta. Questa è una caduta che ti riporta coi piedi per terra e ti induce a riflettere”.

Uno dei temi caldi post Spezia è la prova deludente dei cosiddetti “ex senatori”. Tu, una settimana fa, auspicavi il recupero dei vari Baselli, Rincon, Izzo, Zaza e Verdi…

“Come ben sottolinei ho espresso questo auspicio e non lo rinnego. Mi spiego meglio: avevo detto che sarebbe stato bello recuperarli, ma non mi aspettavo che sarebbero stati buttati tutti o quasi nella mischia nella stessa partita. Mi è venuta in mente la partita giocata dalla Roma in Conference League contro il Bodo Glimt: ha fatto giocare insieme tutte le riserve e ne è uscita con sei gol sul groppone. Quando non si gioca per tanto tempo non è facile incidere da subito e non lo si poteva chiedere a questi giocatori. Credo quindi che il loro recupero, anche in vista del mercato di gennaio, gioverebbe alla società, ma dovrebbe essere fatto in modo graduale, reinserendo questi giocatori in modo scaglionato”.

Perché secondo te invece Juric ha fatto questa scelta? Non pensi che abbia puntato su Rincon dall’inizio e su Baselli, Zaza e Izzo a gara in corso a causa delle tante assenze?

“Non mi convince questa spiegazione perché rispetto alla partita contro la Sampdoria, alla fin fine, mancava solo Pobega. Quindi non saprei dire quali sono stati i motivi, però sicuramente sono state scelte che non hanno pagato”.

Cosa pensi quindi della gestione di Juric fino ad ora?

“Mi piace come gioca la squadra, al netto della partita di La Spezia, e rimango ottimista. Ma va detto che la classifica non è eccezionale: non è che si sia migliorati molto rispetto al recente passato, da questo punto di vista. Invece, per quanto riguarda la valorizzazione dei singoli, noto la crescita continua di Singo e Bremer, qualcosa che deve lasciare tutti soddisfatti; anche Pobega è tra i migliori ma non è di proprietà. Brekalo e Praet, poi, sono due ottimi giocatori”.

Il Torino fin qui è stato frenato anche da parecchi infortuni: solo sfortuna o c’è dell’altro?

“Bisogna essere dentro lo spogliatoio per conoscere la risposta questa domanda. Di solito gli infortuni capitano a tutte le squadre, ma quando sono tanti numericamente e i recuperi sono lenti allora qualche riflessione bisogna farla. Possono esserci tanti motivi: una distribuzione errata dei carichi di lavoro, diagnosi sbagliate, oppure ancora una gestione personale sbagliata da parte degli stessi calciatori. Per sapere la verità, come detto, bisognerebbe essere dentro al Toro”.

Infine, cosa pensi della prestazione negativa di Belotti subito dopo il bel gol segnato alla Sampdoria?

“In questo momento credo che Belotti sia in un frullatore emotivo, credo sia combattuto riguardo al suo futuro e non è facile estraniarsi del tutto dalla vicenda. A 28 anni si è ancora giovani e non è facile gestire queste situazioni. Secondo me torneremo a vedere il vero Belotti solo quando saprà con certezza il suo futuro in un senso o nell’altro”.

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