PAROLA AL MISTER

Rampanti: “Torino con un’anima, ma con problemi dietro. E se parte pure Izzo…”

Gianluca Sartori Direttore 
Serino analizza così i temi in casa Toro dopo la sconfitta contro l'Atalanta

Con il ritorno del campionato di Serie A abbiamo il piacere di riaccogliere sulle nostre colonne per un'altra stagione Rosario Rampanti: torna l'ormai tradizionale appuntamento con "Parola al Mister", la rubrica del martedì mattina in cui insieme all'ex calciatore e allenatore del Torino svisceriamo settimanalmente i temi del momento in casa Toro. Si parte ovviamente dalla sconfitta in extremis rimediata dai granata di Juric contro l'Atalanta, che ha lasciato l'amaro in bocca ma anche qualche spunto positivo da cui ripartire.

Serino, a mente fredda quale è il tuo giudizio su Torino-Atalanta?

"Mi è piaciuta la mentalità della squadra. Si è vista l'impronta dell'allenatore. Ho la sensazione che abbia ben interpretato la partita, comprendendo le difficoltà del momento dell'Atalanta e impostando una tattica funzionale. La squadra ha giocato con grinta e tempismo, l'approccio mi è piaciuto. Certo, quel che conta alla fine sono i punti. E non dimentico che a Gasperini mancavano diversi giocatori importanti. La prestazione della squadra però può fare ben sperare. Ora sono curioso di vedere cosa succede a Firenze: questa squadra negli ultimi anni ci ha abituato ad avere poca continuità, e a rilassarsi subito dopo aver fatto una buona prestazione. Se Juric riuscirà a invertire questo trend avrà fatto un grande passo in avanti. Restano in ogni caso dei nodi da risolvere". 

Immagino tu ti riferisca anzitutto a Belotti. 

"Si tratta di un giocatore che presto lascerà il Torino, mi sembra chiaro, non avendo ancora firmato il rinnovo. Non so se oggi, o a gennaio o nell'estate 2022, ma stando così le cose andrà via. Probabilmente a parametro zero l'anno prossimo: ormai è questa la tattica che utilizzano i calciatori, sanno che se scade il contratto sono appetibili per le società che non devono pagare il cartellino e per questo sono pronte a riconoscere qualcosa in più di ingaggio". 

Se non firma il rinnovo col Torino, Belotti pecca di gratitudine?

"Direi semplicemente che fa i suoi interessi. Ha dato tanto al Torino, su questo non c'è dubbio, ma ormai il mercato è preda dei procuratori e dei giocatori, le società sono sotto scacco. Il discorso delle bandiere nel calcio ormai lascia il tempo che trova". 

Un altro giocatore la cui posizione è da definire è Izzo: te lo aspettavi?

"Assolutamente no. Pensavo che Izzo potesse essere un punto fermo del nuovo progetto, visto che Juric aveva già lavorato con lui. La stima dell'allenatore era il migliore dei presupposti per tornare il miglior Izzo. Poi le cose non sono andate come era facile prevedere, quindi immagino sia successo qualcosa: non so che cosa. Magari si è fatta avanti un'altra società, o magari c'è stato un disaccordo con l'allenatore. Non lo so, ripeto, ma qualcosa è successo e mi stupirei se Izzo rimanesse al Torino al termine di questo mercato".

Saresti d'accordo con la sua cessione?

"Se si guarda il suo valore tecnico, no. Perchè se leggo i nomi della difesa titolare contro l'Atalanta e la confronto a quella del Torino di Mazzarri, direi che siamo scesi di livello. Poi nel calcio i giudizi sulla carta sono relativi e spesso vengono sconfessati, ma si tratta di giocatori ormai noti e conosciuti, si sa quello che possono dare. Credo che il Torino debba assolutamente agire sul mercato e prendere un difensore altrimenti la squadra è destinata a soffrire: puoi anche giocare bene, ma se poi arrivata una dormita collettiva come quella nel finale contro l'Atalanta allora tutto viene vanificato. E se parte anche Izzo il "buco" là dietro si allarga ulteriormente". 

Milinkovic-Savic è un altro punto interrogativo... 

"Mah: non lo massacriamo prima del tempo. Vediamo qualche partita e poi giudicheremo: sappiamo che probabilmente né lui né Berisha valgono il miglior Sirigu, però le critiche preventive non mi piacciono". 

E negli altri reparti? Di cosa c'è bisogno sul mercato?

"Credo ci sia bisogno di maggior qualità sulla trequarti. Nessuno degli elementi in rosa è un giocatore bravo a giostrare tra le linee, in grado di rischiare la giocata, di produrre imbucate interessanti. Nemmeno Pjaca, che secondo me è più una mezzapunta atipica e non è uno di quei giocatori che sono sempre al centro della manovra. Messias? Non ha mai giocato in una grande e a suo modo sarebbe anche lui un'incognita, ma è un buon giocatore e potrebbe essere il nome giusto".