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Il Torino torna alla vittoria sconfiggendo per 1-0 la Salernitana fuori casa, ponendo fine a un periodo negativo di otto partite senza vittorie. Un successo che permette alla squadra di Juric di poter guardare con più tranquillità e ottimismo al finale di stagione. Nella nuova puntata di “Parola al Mister”, Serino Rampanti analizza così alcuni spunti del momento granata.
Serino, il Torino a Salerno è stato poco bello ma pratico: come la pensi su questa partita?
“Penso che è stata una partita sicuramente non bella. Ma il risultato è molto positivo. Alla lunga contano i risultati; nella classifica finale del campionato c’è scritto quanti punti hai fatto e non se hai giocato bene o male. Di questo concetto sono sempre stato convinto”.
Il Torino ha 38 punti a otto partite dal termine, già superati i 37 punti di tutta la scorsa stagione. Un buon risultato o è il minimo che ci si poteva aspettare?
“Diciamo che a un certo punto tutti ci eravamo illusi che si potesse fare qualcosa in più. Se il Torino non c’è riuscito, è per una combinazione di fattori: tra questi cito la prolungata assenza di Belotti, che a causa degli infortuni è stato assente per lungo tempo, e la poca affidabilità per diversi motivi dei trequartisti. Tra questi solo Brekalo secondo me si è messo davvero in luce ed è quello da riscattare assolutamente. Penso che lo sappia anche il Torino, che credo sia interessato ad acquisire il suo cartellino dal Wolfsburg. Magari però abbassando il prezzo, trovando per questo qualche resistenza dalla società tedesca. Forse è così che si spiega il fatto che nelle ultime due partite Josip non sia stato un titolare”.
Juric ha pungolato Belotti prima della partita in conferenza stampa, definendolo “inesistente” nei match fuori casa. Cosa ne pensi?
“Penso che lo abbia pungolato mediaticamente. Non certo per sminuirne il valore o per mancargli di rispetto, ma per stimolarlo a cambiare marcia. E il giocatore ha risposto bene. Quindi bravi tutti e due. E bravo Izzo, che sta confermando di essere un giocatore affidabile. Se qualcuno aveva dei dubbi su di lui, glieli sta togliendo”.
Complici anche le varie assenze, si è vista a centrocampo la coppia Ricci-Mandragora. I due insieme ti sono piaciuti?
“Mi sono piaciuti e penso che Ricci possa aprire prospettive nuove in questo Toro. Ha caratteristiche che possono ampliare le possibilità a disposizione di Juric, sempre se darà seguito ai suoi programmi al Toro. L’assetto col doppio regista, perché Ricci e Mandragora a mio parere lo sono, è ben diverso da quello con Lukic e Pobega che abbiamo visto spesso nel girone di andata”.
Dunque, cosa può cambiare nel Toro?
“Lukic e Pobega danno più fisicità, lotta e aggressività, mentre Ricci e Mandragora possono dare più qualità nel palleggio e più capacità di ragionare. Juric può scegliere di volta in volta quale coppia conviene utilizzare, e non solo. Ricci e Mandragora, per le loro caratteristiche che possono aiutare nella costruzione del gioco, possono portare anche a un cambio di modulo che prevederebbe non più due trequartisti e una punta, ma due punte e un trequartista, con quest’ultimo che può essere Lukic o Brekalo a seconda delle occasioni. Si tratta secondo me di una ipotesi interessante che potrebbe dare uno spartito tattico alternativo a questa squadra e mi aspetto che Juric la prenda in considerazione”.
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