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Passano le stagioni, ma è sempre il solito Toro

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Occhi sgranata / Torna "Occhi sgranata", la rubrica del nostro Vincenzo Chiarizia
Vincenzo Chiarizia

Nulla di nuovo. Il Toro visto domenica in casa contro il Napoli è uguale al Toro visto negli ultimi anni. Molle, deconcentrato, demotivato. Una prestazione indecente figlia di tutti i giocatori scesi in campo, i quali hanno contribuito a finalizzare il secondo ko interno. Siamo sicuri che il Napoli non era alla nostra portata? Probabilmente sì, ma se non ci si prova nemmeno è difficile pretendere un successo. Il primo gol è imbarazzante per quel che riguarda la deconcentrazione: Moretti spazza male addosso a Nkoulou che a sua volta si mostra poco reattivo e i due così spianano la strada a Insigne.

Poi dopo aver visto la prestazione di un giocatore come Meité, di cui io stesso sono stato piacevolmente impressionato per le sue prime uscite, penso di poter confermare quanto già detto testualmente sul suo conto tra luglio e agosto, e cioè che “non è quel giocatore in grado di far fare il salto di qualità alla mediana granata”. Quando il Napoli comprò Hamsik dal Brescia per una cifra inferiore a quanto è stato valutato Meité, sin dal primo anno si era capito che lo slovacco era un giocatore capace di far fare il salto di qualità ai partenopei. Siamo sicuri che possiamo dire la stessa cosa dell’ex Monaco e Bordeaux? È inutile che qualche tifoso cerchi di tirarmi per la giacchetta perché ammaliato per alcune buone prestazioni del francese. Intendiamoci, io sono il primo ad essere contento quando le mie critiche vengono smentite, perché questo significa che il Toro sta andando bene, ma il giocatore che ti fa fare il salto di qualità in un reparto è quel giocatore che sa sempre cosa fare in qualunque momento. Invece proprio domenica Meité, come tutto il resto della squadra, mi ha dato l’idea di essere sceso in campo per sbaglio, perdendo anche dei palloni incredibili specie nel primo tempo. A centrocampo forse Rincon dovrebbe essere tolto dalla regia e Baselli meriterebbe un po’ di panchina in più visto il suo apporto nullo alla causa granata.

Dopo il match di Napoli mi sono poi venuti molti dubbi anche sull’utilità dell’arrivo di Zaza. Il valore del giocatore non si discute, ma i dubbi riguardano le ragioni per le quali è stato preso. Lo voleva Mazzarri? Se sì allora adesso tocca a lui far coesistere lui e Belotti. Se l’esperimento dovesse fallire, Mazzarri sarà il diretto responsabile, un po’ come lo è stato Mihajlovic con Niang. Ad ogni modo forse, come ha più volte sottolineato lo stesso allenatore, sarebbe stato meglio avere Zaza ad inizio preparazione e non a fine mercato. Ma fatico a capire perché il tecnico di San Vincenzo abbia schierato l’ex Sassuolo e Valencia titolare se, a detta sua, non ha ancora l’intesa con il Gallo e non è ancora al top: non sarebbe stato meglio far giocare ad esempio Edera o Parigini (Soprattutto il primo visto che è rimasto a Torino con i gradi di vice Falque)?

Domani dunque si va a Bergamo, contro un Atalanta che ha più vite di un gatto. Quando sembra tramortita ecco che la Dea torna a pungere come ha fatto vedere a San Siro. Bisognerà stare attenti e Mazzarri sta optando per alcuni cambi. Dunque fuori Zaza, ma niente Edera o Parigini. Dietro a Belotti dovrebbe agire Soriano, mentre sugli esterni viviamo il peccato originale del mercato granata: la carenza di giocatori. L’anno scorso i granata non presero una punta decente e quando si infortunò Belotti ci fu un periodo nerissimo, dove Sadiq non riuscì ad impersonare adeguatamente il ruolo della riserva del Gallo. Quest’anno ci siamo presentati al via di questa stagione con soli tre esterni di ruolo, più due adattati come Parigini e Berenguer. Più ci presentiamo con la rosa incompleta in un determinato ruolo e più la stagione che il Toro si accinge a disputare evidenza le carenze di quel reparto. È un ragionamento banale, ma sembra che da quell’orecchio, durante il mercato, in società non ci sentano.

 

Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.

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