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columnist
I punti, meglio se sono tre, danno e fanno morale.
Il gioco insieme ai punti trasmettono addirittura euforia.
Il Toro di queste prime tre partite è molto morale e poca euforia, è giusto essere realisti.
Le ambizioni "verbali" sono una bella cosa, come sempre è poi il campo a tradurle in realtà od in rimpianti.
Il controllo e tiro eseguito da Falque ha fatto la differenza tra noi ed il Benevento del pluritatuato Ciciretti.
Rimango perplesso sull'organizzazione generale del gioco, non ne intuisco l'impronta, lo stile, le caratteristiche, ma rimane forse un problema personale.
E preciso: non esiste solo Ventura come termine di paragone per valutare il gioco o le capacità di un allenatore, sia chiaro!
Abbiamo titolari e rincalzi più bravi di un paio di anni fa, a Carpi ad esempio perdemmo malamente, ma dobbiamo farli rendere di più e meglio.
La palla gira troppo lentamente e le scelte delle giocate sono spesso fuori tempo, occorre migliorare assai.
Se nel mentre si incamerano punti in classifica è ottima cosa.
Rimane poi da capire anche cosa stia accadendo a Belotti.
Gol con il Sassuolo a parte, lontano parente del calciatore a noi noto: poco combattivo, pare svuotato, approssimativo.
E non mi riferisco ad un gol sbagliato, quello può accadere, è l'atteggiamento generale dell'atleta che ha qualcosa che ne mina il valore.
Forse mi, ci, sfugge qualcosa...
Avvocato penalista, appassionato di calcio (ha partecipato al corso semestrale di perfezionamento in diritto e giustizia sportiva presso Università di Milano), geneticamente granata, abbonato al Toro da circa trent’anni.
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