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Per il presidente la rosa è ampia, ma intanto il Toro ha una media da retrocessione

Per il presidente la rosa è ampia, ma intanto il Toro ha una media da retrocessione - immagine 1
Occhi Sgranata / Torna la rubrica di Vincenzo Chiarizia
Vincenzo Chiarizia

A quanto pare il nostro presidente da quell'orecchio non vuole proprio sentirci ed anzi continua imperterrito con la sua linea, arrivando a dichiarare addirittura che la rosa è ampia, lasciando intendere che a gennaio avremo sicuramente delle cessioni e difficilmente dei nuovi arrivi. Vi sembra questo un Presidente che ha a cuore le sorti sportive del club che presiede?
Una settimana fa esortavo l'attuale massimo dirigente granata a vendere la società. Ho ricevuto tantissimi riscontri, sia positivi che negativi. Addirittura qualcuno mi ha telefonato per contestare le mie idee. Fortunatamente scrivo per una testata che non impone una sua linea editoriale ai propri opinionisti, ma lascia libertà di espressione del proprio pensiero.

A tal proposito, dopo un derby perso, (l'ennesimo!) con un solo tiro in porta scoccato da Ansaldi al 70' (se escludiamo il passaggio da fuori area di Rincon a Szczesny appena dopo il rigore non concesso al Toro), dopo le dichiarazioni del presidente alla presentazione del calendario della modella, dopo la reazione di Mazzarri contro l'anziano tifoso al Filadelfia e la sua conferenza alla vigilia di Brescia-Torino, non mi resta che rincarare la dose nell'invitare Walter Mazzarri e Urbano Cairo a lasciarci, perché il Toro non fa per loro.

Nel derby abbiamo assistito ad una partita in cui il Toro non ha sfigurato, e Sirigu, Belotti e Ansaldi hanno mostrato la vera voglia di lottare. Loro a mio modo di vedere sono stati gli unici tre a dare prova di attaccamento alla maglia e di orgoglio granata. Tuttavia “non sfigurare” non significa giocare bene. Certo non abbiamo preso l'imbarcata di Roma contro la Lazio, ma torniamo comunque a casa con zero punti. E' vero, mancava Nkoulou in difesa, ma gli orrori generati dalla linea di fronte a Sirigu sono stati agghiaccianti. In più di un'occasione mi è parso che fossimo tornati ad avere il libero di fronte al portiere. In particolare considero l'azione che ha portato Cristiano Ronaldo alla conclusione di destro, incrociando il tiro sul secondo palo dove San Salvatore ha evitato la rete sul rasoterra del portoghese; l'azione nasce da Izzo (quest'anno irriconoscibile nella qualità delle sue prestazioni) che non è in linea di diversi metri, lasciando smarcato Matuidi sulla sinistra e tenendo in gioco Ronaldo, con quest'ultimo che aveva preso il tempo a Bremer.

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Ecco questa azione mostra come il punto forte del Toro dell'anno scorso, ossia la difesa, quest'anno faccia acqua da tutte le parti. L'anno scorso parlavo del gioco di Mazzarri come un gioco brutto, ma efficace soprattutto per la resa della difesa, quest'anno senza il fiore all'occhiello della passata stagione, i risultati stanno venendo clamorosamente meno. E se non ci fosse stato Sirigu in porta, le poche vittorie di questa stagione sarebbero state certamente di meno, specie contro l'Atalanta che ci ha preso letteralmente a pallonate. Ora a Brescia sarà dura perché i biancoazzurri vengono da un esonero e mister Mazzarri si gioca la sua permanenza, ma sinceramente auspico un cambio perché credo che ormai la squadra non lo segua.

Inoltre Mazzarri non può permettersi di dire che ha la coscienza pulita, come ha detto rispondendo al tifoso che lo contestava al Filadelfia. Soprattutto se ha avallato un mercato estivo indecente che ha di fatto compromesso il superamento dei preliminari di Europa League. Lui che alla vigilia del ritorno già dichiarava che uscire dall'EL sarebbe stato un dispiacere, ma che si doveva guardare avanti, non può avere la coscienza pulita, perché quell'immediato futuro a cui doveva guardare ci ha portato sin qui. Nel derby il Toro ha giocato meno peggio rispetto a Roma contro la Lazio, una gara impostata sul pressing, ma i giocatori non avevano la voglia di vincere. A mio modo di vedere un allenatore dovrebbe spiegare come mai il Toro è una delle squadre di Serie A che tira di meno in porta.

Domani a Brescia il Toro avrà diversi indisponibili e sembra che al Filadelfia il tecnico toscano abbia provato il 3-4-3 studiato a lungo in estate e mai provato dall'inizio nelle gare ufficiali. Bene, allora gradirei che per una volta Mazzarri mostrasse coraggio e schierasse finalmente il tridente Verdi-Belotti-Millico, perché se il Toro vuole scrollarsi di dosso da questa situazione e vuole invertire la media retrocessione intrapresa da diverse partite, bisogna che si tiri in porta, per riuscire a segnare e quindi vincere. Sicuramente la voglia che avrà Millico in campo sarà maggiore della mollezza da parte dei diversi interpreti visti ad esempio a Roma contro la Lazio.

Passando al presidente, sembra che le rimostranze esplose da più focolai granata non lo riguardino, invece è lui il principale artefice di questa mediocrità. Dichiarare di avere una rosa ampia anziché dire che ha intenzione di rinforzare la squadra appare palesemente provocatorio. Il presidente ha sempre dichiarato che non vuole fare proclami, però avrebbe il sacrosanto dovere di esporre ai tifosi gli obiettivi sportivi e in quanto tempo si intende raggiungerli. Se non è in grado di pianificare step di crescita come ha fatto ad esempio l'Atalanta, se ne deve andare. Lui prese il Toro gratis, potrebbe fare la più grande plusvalenza della sua presidenza e salutarci facendo, come si suol dire, il botto. Così ci farà tornare a respirare aria granata. Tra le critiche mosse nei miei confronti una settimana fa mi è stato chiesto “di comprare il Toro” o addirittura “di trovare un compratore”. Ma signori miei, se uno mette in vendita una società, i compratori magari arrivano. Se hanno liquidità bene, altrimenti si attende il compratore giusto. E poi ci sono i tifosi. Quando il Toro era in mano a Giovannone e i supporter granata hanno premuto per darlo a Cairo anche con metodi fin troppo convincenti, hanno ottenuto quello che volevano. Per cui tutte queste paure su chissà chi ci compra, sono dei falsi problemi. Non si possono sapere a priori le intenzioni di un imprenditore o di una cordata o di un magnate, come ad esempio non sapevamo le intenzioni di Cairo. Se quando ci prese nel 2005 avesse detto “Punterò ad ottenere al massimo il settimo posto in Serie A in 14 anni di presidenza”, l'avremmo osannato? Gli avremmo spianato la strada? Probabilmente no. Per cui presidente, metta in vendita la società e potrà tornare a fare quello che le riesce davvero bene: l'imprenditore.

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Infine per evidenziare ancora di più, se ce ne fosse bisogno, la pochezza della struttura societaria granata, vi racconto cosa sta succedendo in questi ultimi giorni nella mia città. L'Aquila Calcio è fallita ed è ripartita dalla Prima Categoria. Quest'anno è in Promozione e la società è letteralmente stata presa in mano dai tifosi che hanno fatto un lavoro fantastico nel reperire fondi dagli sponsor e hanno consegnato alla città un organigramma societario di tutto rispetto, così di seguito composto: presidente, vice presidente, segretario-tesoriere, direttore generale, direttore sportivo, team manager, più altri collaboratori e consiglieri. Chiaramente non voglio fare un paragone tra i dirigenti, soprattutto perché non si possono confrontare professionisti e dilettanti, ma un organigramma del genere in un campionato come quello di Promozione è un lusso. Il Toro invece ha un presidente che non ha secondo me ambizioni di risultati sportivi, un direttore generale che ho sentito parlare per la prima volta dopo un match, domenica scorsa dopo il derby, un direttore sportivo che non ha fatto mercato quest'anno, un direttore operativo che opera principalmente dietro le quinte, un team manager che non riesce a contenere il caso Nkoulou ed Emiliano Moretti di cui ancora si sa quale ruolo abbia. Questo provoca l’esasperazione in cui ci ha portato Cairo con il suo modus operandi.

Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.

Disclaimer: gli opinionisti ospitati da Toro News esprimono il loro pensiero indipendentemente dalla linea editoriale seguita dalla Redazione del giornale online, il quale da sempre fa del pluralismo e della libera condivisione delle opinioni un proprio tratto distintivo.

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