Piani alti

Ebbene sì, ci eravamo permessi qualche volo pindarico dopo il buon inizio di torneo, ma poi zac, eccoci a fare i conti con quella che è la nostra realtà. Meglio, la nostra migliore realtà: 8 punti in 4 gare. I cigolii di Venezia accompagnati finalmente da un po' di buona sorte erano la mano dell’amico che avendoti visto bere qualche bicchiere di troppo di suggerisce di andare a casa, invece no, abbiamo riempito lo stadio per vedere una squadra narcotizzata che ha retto solo grazie a Vanja. Come mai e come non mai, un punto lo abbiamo portato a casa pur non provando mai a far qualcosa per vincere la gara.

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C'è da chiedersi come mai fossimo completamente bolliti. Capita, con squadre inferiori sulla carta abbiamo faticato non poco anche in passato. Certo è questa versione "rallentata" del torello è in grado di buscare contro chiunque dunque va bene un punticino. Dal punto di vista qualitativo ci manca come il pane gente che salti l'uomo o anche solo che ci provi, senza superiorità numerica ci vorrebbe una velocità di gioco che pochi tra i nostri possiedono, ma questi sono discorsi non vecchi, vecchissimi. La squadra è ancora da scoprire così come il tecnico, troppo in fretta buttiamo a mare tutto il passato (a volte anche insieme al presente) senza un briciolo di obiettività pensando che la novità in quanto tale sia una meraviglia.

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Quel che è sicuro è che due buoni calciatori sono stati ceduti e nessun talento scintillante è stato acquistato, però ben ha detto Vanoli: equilibrio. Verona, venerdì sera, dirà molte cose: se ci sarà una reazione e la squadra non perderà un certo entusiasmo non andrà disperso, diversamente riprenderà il rosario delle critiche e recriminazioni.

Avvocato penalista, appassionato di calcio (ha partecipato al corso semestrale di perfezionamento in diritto e giustizia sportiva presso Università di Milano), geneticamente granata, abbonato al Toro da circa trent’anni.

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