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GRAN TORINO

Poi dice che uno si butta a sinistra

Poi dice che uno si butta a sinistra - immagine 1
Torna "Gran Torino", la rubrica a cura di Danilo Baccarani, con un nuovo appuntamento
Danilo Baccarani
Danilo Baccarani Columnist 

I mancini.

In molti sport sono considerati l’atout che spariglia il gioco.

Nella pallanuoto un rebus per gli avversari, mentre per la propria squadra sono un vantaggio, un’alternativa, un diversivo, una chiave tattica.

Nel tennis sono da sempre sinonimo di genialità, di fantasia.

Nel calcio, se hanno la maglia numero 10 e sono argentini, assomigliano molto ad una divinità.

Se invece vestono i panni del guastatore di fascia, sono incursori, fluidificanti, laterali a sostegno.

In una parola, o due, altri non sono che il terzino o l’esterno (se preferite la nomenclatura corrente).

Se seguite questa rubrica, uno dei teoremi del sottoscritto è che il Toro è squadra che sfugge a qualunque logica.

Chi ne è tifoso lo sa.

Innumerevoli, negli anni della nostra storia, i controsensi, le storture e le illogicità, soprattutto quando si parla di mercato, un tema che alle nostre latitudini spesso si avvicina all’assurdo.

Ognuno può tranquillamente citare la sua operazione di mercato “preferita e incredibile” e collimerà sicuramente con la tesi appena descritta.

In epoca pre-Cairo, il geniale mercato di gennaio del duo Cimmi-Tilly ci consegnò un portiere austriaco (Manninger) e un centrocampista (Statuto).

Peccato ci servisse altro, non solo dal punto di vista quantitativo, ma anche qualitativo…

Nell’epoca Cairo abbiamo assistito a tutto il repertorio: Rincon regista, il 3421 con due prime punte, il 352 con quattro esterni di piede destro.

Alcune prese di buon valore le abbiamo fatte, proprio nel ruolo di terzino: ricordate Bruno Peres e Zappacosta? E successivamente l’ultimo mancino è stato l’argentino Cristian Ansaldi.

Arrivato nello scetticismo generale per i tanti problemi fisici che ne hanno minato la carriera, limitandolo, Ansaldi si è rivelato un ottimo acquisto, contribuendo alla causa con qualche goal, tanti assist e soprattutto con un grande attaccamento alla maglia.

Ma da quando è andato via, il Toro sulla fascia sinistra non ha più un padrone.

In realtà non abbiamo più pescato nessuno lasciando vuota la casella del mancino.

Una piece di Beckett (che non è un terzino anglosassone, tantomeno mancino) e il teatro dell’assurdo di Ionesco (romeno naturalizzato francese ma poco avvezzo alle sgroppate e ai cross) ci fanno un sonoro baffo.

Così, dopo due anni e cinque sessioni di mercato siamo ancora qua ad aspettare che venga acquistato questo benedetto esterno mancino.

Nel frattempo, il dopo Ansaldi è stato gestito con esterni di piede destro e di poca qualità che, di fatto, hanno giocato fuori ruolo.

Juric aveva invocato l’acquisto di un artista, un Ansaldi giovane ma, evidentemente, il mondo granata non era ancora pronto per un calciatore con queste caratteristiche e il croato ha fatto di necessità virtù adattando Lazaro e Vojvoda.

Da gennaio a questa parte il numero dei terzini mancini accostati al Toro si avvicina di molto al numero dei partecipanti ad un concerto di Taylor Swift e nonostante questa vasta moltitudine, Vanoli ha iniziato il suo ciclo, nella stessa situazione del suo predecessore.

A sinistra, il vuoto.

Sono tristemente abituato a questa assenza anche come elettore, ma qui si esagera.

Negli ultimi giorni (stando alle cronache giornalistiche di cui poco mi fido), in pole position ci sarebbe il tedesco Gosens, ex Atalanta e Inter, ora in forze all’Union Berlin, 30 anni, un ingaggio importante e una scelta poco plusvalenziabile, ammesso che esista il termine.

In ordine sparso vado ad elencare i terzini accostati al Toro, in ordine alfabetico, nell’ultimo periodo, sperando di non dimenticare nessuno: Acuna, Angelino, Bakker, Cacace, Corrado, Doig, Gudmundsonn, Kohn, Piton, Welington, Wijndal, Wolfe, Zalewski.

Non so dove nascano i mancini, ma che da quel posto non ce ne sia uno di discreto valore, magari giovane e con qualche cross nel piede, lo trovo un discreto mistero.

Policano ha da poco compiuto 60 anni, Castellini 45, Ansaldi ha 38 anni e Rubin 37.

Me ne viene in mente un altro, biondo e poco riconoscente ma preferisco non fare il nome, che qui è un attimo.

Nel frattempo, pubblicherei un annuncio: AAA cercasi terzino/esterno mancino astenersi calciatori di piede destro, no perditempo, cross, assist, gol e velocità graditi. Referenze non necessarie.

Adesso che ci penso, Vanoli è un ex terzino mancino.

Torna tutto, siamo a posto così.

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