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columnist
Rosso relativo, cantava Ferro.
Che sia anche il granata, relativo?
Che cambi di intensità a seconda di chi lo guarda?
Domenica ero molto delusa. All’andata avremmo dovuto saper vincere contro la Roma, mentre al ritorno pure. E invece no. Noi siamo troppo spesso quelli che avrebbero potuto, e invece no. Quelli col condizionale. Siamo la battaglia nel sangue di chi, fuori casa, rimonta due gol nel secondo tempo – epopea che ci eravamo già gustati contro l’Inter –, chi avrebbe dovuto almeno pareggiare, e invece no. Così come la coraggiosa punizione di Ansaldi che ha colto di sorpresa loro e noi, avrebbe dovuto essere gol. E invece no. Così come se ci prova Iago, e poi Belotti, uno dei due palloni deve entrare. E invece no. No, perché siamo anche quelli che in difesa cementano muri ma poi Zaniolo lo lasciamo tirare due volte da fermo, anzi da sdraiato, con quattro dei nostri muratori intorno. E apre un varco, segna.
Il granata, non brilla.
Ma poi ascolto il commento finale del telecronista, che ha visto un’altra intensità di granata rispetto a me, chiudere con un: bella partita, combattutissima, divertente.
E infine inciampo su questo titolo in un forum romanista: Premio Nobel per il calcio a Gianluca Petrachi, ds del Torino.
Mi incuriosisco e leggo, la prima frase mette subito in evidenza l’intensità del granata che ha visto il romanista: “Sarò l'unico che durante la partita mi so' ritrovato più d'una volta a invidià i giocatori del Torino e a considerà che non c'è tutta questa differenza tra un giocatore del Toro che costa 5 e uno della Roma che costa/vale 30-40?”
Il resto dell’intervento è il conto della spesa in casa Toro dal punto di vista del romanista: Sirigu glielo metto a 4 milioni signor Petrachi, va bene? N’Koulou glielo lascio per 7, Lyanco 6, e poi Djiji, De Silvestri, Ansaldi, Rincon, Aina, Parigini, Falque e Zaza. Belotti. Lascio anche Belotti per 8 milioni, signor Petrachi? Et voilà signor Petrachi, si porta a casa tutta la formazione del Toro con 50 milioni.
Il romanista riflette poi sul fatto che la sua squadra ha più volte scommesso 50 milioni sulla testa di un giocatore solo. E ha perso. Sul fatto che i loro, per scendere in campo, percepiscono compensi annui tra i 3 e 4,4 milioni, mentre al Toro le cifre scendono quasi tutte solo al milione, 1,8 il reddito del Capitano. Abissali differenze economiche, che non sono proporzionali alla disparità di punti tra Roma e Toro.
Insomma, il romanista vede un granata più intenso di quello che ho visto io domenica. Sarà che la squadra del vicino è sempre più granata, non so. Granata relativo.
In realtà sarebbe bastato poco di più, per avere la tonalità giusta. E invece no. Granata stinto.
Mi sono laureata in fantascienze politiche non so più bene quando. In ufficio scrivo avvincenti relazioni a bilanci in dissesto e gozzoviglio nell’associazione “Brigate alimentari”. Collaboro con Shakespeare e ho pubblicato un paio di romanzi. I miei protagonisti sono sempre del Toro, così, tanto per complicargli un po’ la vita.
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