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Presidente, si è finalmente stufato di farsi umiliare?

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Il Granata della Porta Accanto/ L'arrivo di Mazzarri è forse il segnale che l'imprenditore più in voga d'Italia non accetta più che la “sua” squadra inanelli un flop dietro l'altro?
Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 

Mi fanno ridere quelli che liquidano l'errore gigantesco e, francamente, inaccettabile perché aggravato dall’uso dirimente della tecnologia dell’arbitro Doveri snocciolando dati e statistiche che certificano la netta supremazia della Juventus nel derby di Coppa Italia. Mi fanno ridere perché, da che mondo e mondo, nel calcio l'unica statistica che conta in una partita è quella dei gol fatti e dei gol subiti. Se sei sullo 0-1 a venti minuti dalla fine vuol dire che basta un rimpallo (vero Douglas Costa?), uno scivolone, un calcio piazzato o un qualunque altro episodio e il punteggio può benissimo andare sull'1-1 con tutte le conseguenze del caso. Se già artificiosamente metti, invece, due gol di differenza è più improbabile che ciò accada. Non è che se batti 42 calci d'angolo meriti di vincere: il calcio non funziona così! È chiaro quindi che sia legittimo arrabbiarsi per essere stati defraudati della possibilità di averlo sul serio quell'episodio a favore. E di questo avrebbe dovuto essere furioso anche il Presidente Cairo. Anzi, avrebbe dovuto essere il più furioso. Invece il nulla, se non, un po' a sorpresa, nel silenzio, l'esonero di Mihajlović.

Alla luce di tutto ciò il dubbio nasce spontaneo: ma come mai uno dei più potenti e mediaticamente influenti imprenditori d'Italia non fa fuoco e fiamme per difendere l'azienda (cioè il Toro…) che più di tutte gli ha garantito visibilità e ritorno di immagine contribuendo in maniera decisiva ad elevarlo al gotha della finanza italiana? Il nostro direttore Sartori dopo la partita con la Spal chiedeva retoricamente ai giocatori del Torino di farsi fregare continuamente. Ecco, oggi, a due giorni dall'ennesimo derby perso male come gioco e malissimo come torti arbitrali, chiedo al Presidente Cairo se non è stufo di farsi umiliare sul terreno calcistico, l'unico dove la sua stella vincente sembra proprio non brillare. Non è strano che uno sia un vincente in tutto però nel calcio no, manco a parlarne?

Che poi il derby è solo l'evento più lampante dove si può toccare con mano che il progetto sportivo di Cairo non ha nulla di ambizioso sebbene la scelta di Mazzarri voglia provare a dimostrare il contrario. E che dopo tanti anni di presidenza siamo di nuovo a  parlare di ennesimo rilancio. La realtà dice che è un po' come se al confronto Cairo invece che proprietario del terzo polo televisivo italiano fosse proprietario di una rete qualunque dal canale 82 in avanti del digitale terrestre. O come se invece di possedere il più grande gruppo editoriale italiano, RCS, fosse il padrone della Sentinella del Canavese o di un qualunque giornale locale. Ecco, vedi i derby e non capisci come un uomo di quella levatura sociale ed economica, pluripremiato e pluridecorato (è pure Cavaliere) possa accettare che una sua “creatura” sia così lontana dagli elevati standard competitivi delle altre sue aziende. Dev'essere una pugnalata dolorosissima al proprio ego. O almeno così mi aspetterei.

Invece apparentemente dopo quasi tredici anni ancora non si è visto il salto di qualità, nonostante a parole questa benedetta asticella sia più alta di quanto Bubka riuscisse a saltare con l'asta. Mai uno scatto di orgoglio contro gli abusi arbitrali, mai un investimento deciso per fare un salto in avanti, mai una presa di posizione forte verso i suoi dipendenti (allenatore, ds e calciatori) ai quali paga stipendi tutto sommato corposi. Gli uomini di potere difficilmente accettano di essere mediocri in quello che fanno, men che meno nelle passioni che socialmente li rendono ancora più considerati. Eppure Cairo o è l'eccezione che conferma la regola oppure cela un mistero che nessuno si immagina, altrimenti avrebbe già smosso mari e monti per far finire una situazione in cui sono altri a guardarlo dall'alto in basso.

Il problema era Mihajlovic con la sua pochezza tattica e la sua scarsa resa? Il presidente ha optato per Mazzarri, quindi vedremo se era nel manico che qualcosa non funzionava oppure se era la rosa a non essere così eccellente come ci avevano detto.

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Allora mi chiedo e chiedo a Cairo: non vuole fare qualcosa per il Toro, difendendo i valori e la storia del club, va bene, ce ne faremo una ragione. Faccia però allora qualcosa per il proprio prestigio e onore, regalando di riflesso qualche gioia ai tenacissimi e frustratissimi tifosi granata. Berlusconi per pompare il proprio ego vinse col Milan scudetti e coppe. Erano altri tempi, ma nel suo piccolo anche Cairo potrebbe, oggi come oggi, gratificarsi di più in questo senso. E dopo l'ennesima sconfitta nel derby questo desiderio di rivalsa e di rivincita dovrebbe essere ancora più forte in lui. La mossa Mazzarri potrebbe essere un segnale del fatto che si sia stufato di sentirsi umiliato sul campo. Se così è, ben venga. A patto che non sia la solita foglia di fico per coprire un certo modo di gestire la società.

Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.

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