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Prima che sia troppo Tardy

Cinque minuti

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Torna un nuovo appuntamento con la rubrica "Prima che sia troppo Tardy", a cura di Enrico Tardy
Enrico Tardy
Enrico Tardy Columnist 

Il torello viene raggiunto sul finale dal Monza secondo uno schema ben noto ai tifosi granata. Se non erro negli ultimi 10 minuti abbiamo perduto 16 punti... Obiettivamente il pareggio va stretto ai nostri eroi che hanno ben giocato fino a metà ripresa raccogliendo meno di quanto ottenuto per colpe proprie, per meriti del portiere avversario e per errori arbitrali grossolani. Avremmo meritato un vantaggio più cospicuo così da rendere indolore il solito gol rivale nel finale. Purtroppo anche i cambi del tecnico sono stati precipitosi e poco centrati complicando la situazione. Il ripetersi di certe situazioni è sintomo di un limite evidente della squadra. Il Toro appena ha un calo di energie e rincula dimostra delle enormi difficoltà a difendere con tignosità all'interno della propria area di rigore. È una costante, tanto è vero che anche sui calci d'angolo subiamo molte reti e ieri in occasione del pareggio il più vicino a Caprari, il loro calciatore più pericoloso, era a tre metri. Non siamo capaci a stare attaccati all'avversario e mentalmente non sappiamo desiderare la vittoria come una questione di vita o morte.

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È stato sufficiente che il Monza inserisse Petagna e Caprari e velocizzasse un minimo le giocate che noi andassimo in difficoltà. Con la Lazio, ad esempio, siamo riusciti a vincere perché i nostri avversari sono rimasti sotto ritmo tutta la gara, ma appena ad un nostro calo corrisponde una leggera crescita degli avversari il gol arriva. Ad onor del vero ieri sarebbe potuto anche arrivare senza disturbare il nostro umore se l'arbitro avesse concesso i due rigori evidenti. L'attitudine al raggiungimento ad ogni costo del risultato come frutto legittimo di sacrificio e buone giocate è un aspetto di crescita che manca proprio al dna della nostra squadra mentre è proprio di quelle di livello superiore, poche storie. E non si tratta solo di essere più scaltri e perdere tempo, riguarda anche la capacità del collettivo di compattarsi, di giocare con l'obiettivo di far giocare male gli altri non facendoli muovere raddoppiando con mestiere le marcature. Penso che il Toro abbia quasi sempre un ottimo approccio alle gare, purtroppo fatica a cambiare pelle durante le gare a seconda delle situazioni. A volte occorre palleggiare, altre pressare, atre rallentare, ecco non capiamo ancora le fasi della partite, siamo sempre uguali fino a che le energie ci assistono, poi si spera... Mi pare ovvio che accanto alle disposizioni del tecnico occorrano anche uomini esperti e capaci di buon livello.

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In ogni caso ieri, nel corso del primo tempo, con un buon numero di calciatori tecnici in campo, abbiamo visto giocate di ottimo livello che ci hanno riconciliato anche con un calcio non solo fatto di muscoli e vigoria fisica. Speriamo di andare a Verona a riprenderci quanto perduto contro il Monza.

Avvocato penalista, appassionato di calcio (ha partecipato al corso semestrale di perfezionamento in diritto e giustizia sportiva presso Università di Milano), geneticamente granata, abbonato al Toro da circa trent’anni.

Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimento.

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