- Calciomercato
- Prima Squadra
- Giovanili
- TN Radio
- Interviste
- Mondo Granata
- Italia Granata
- Campionato
- Altre News
- Forum
- Redazione TORONEWS
columnist
L'adolescente che contempla il display dello smartphone sul quale campeggia la scritta "credito terminato" è nella stessa situazione del Toro post Genova. Rispetto allo zero della gara con il Lecce contro la Samp hanno giocato in due o tre, quindi siamo in crescita. Che cosa stia accadendo alla squadra non è molto chiaro: abbiamo subito quattro sconfitte tra coppa e campionato, preso molti gol, non abbiamo scelto un modulo gioco definitivo, atleticamente siamo lenti in tutte le fasi di gioco. Aggiungiamo a tutto ciò alcuni calciatori indisponenti come Meitè, contro la Samp ancora più indolente del solito, e la frittata è completa.
L'ombrello sgangherato del presidente inquadrato nel pre partita rappresenta l'immagine del nostro momento... Non mi accanisco solo contro l'allenatore, responsabile principale delle situazioni che non funzionano in una squadra, certo il credito per le buone cose fatte lo scorso anno si è esaurito per lui come per tutti. C'è un particolare che ritengo pessimo segnale: il continuo riferimento al passato, al campionato scorso, "dobbiamo tornare a fare ciò che facevamo l'anno scorso", "dobbiamo ritrovare la solidità difensiva passata" ecc. Nel calcio in particolare, quello che è riuscito in un certo lasso di tempo non è detto che si ripeta in altri, per questa ragione occorre stimolare calciatori ed ambiente a rinnovarsi e guardare avanti.
Calciatori di buon livello non rendono ogni anno allo stesso modo. Ho timore che una certa abbondanza di potenziali titolari abbia complicato il quadro invece semplificarlo: forse l'armonia dello scorso campionato (mi adeguo...), si è incrinata? C'è chi è indolente, chi inconcludente, chi indisciplinato, chi infortunato, insomma in palla e in forma ne abbiamo pochi. A Genova abbiamo subito un gol dopo che due nostri calciatori sono finiti per terra reclamando fallo: Aina è già un successo non sia incespicato nei pantaloncini indossati stile "rapper", Lyanco ha cercato un dribbling in mezzo all'area facendosi rubare il pallone. Troppa leggerezza e mollezza, non ci siamo. La "testa" viene prima del modulo. Mi auguro, in questo delicato frangente, di percepire la presenza del direttore sportivo o del direttore generale (esistono?), invece di vedere il Presidente a bordo campo agli allenamenti.
In passato il Cairo tuttofare ha prodotto modesti risultati. Occorre una bella strigliata generale, mettere da parte i rinnovi, fissare degli obiettivi a breve termine, compattare l'ambiente, scegliere modulo e titolari e possibilmente non resuscitare anche il Milan...
Avvocato penalista, appassionato di calcio (ha partecipato al corso semestrale di perfezionamento in diritto e giustizia sportiva presso Università di Milano), geneticamente granata, abbonato al Toro da circa trent’anni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA