Dopo un sussulto fondamentale contro il Genoa il torello è tornato a dare ampi segni di riconoscimento a Firenze. Un tiro in porta, errori tecnici da oratorio (scontro Millico/Lukic, rimessa in gioco Aina/Bremer, gollonzo Kouame, mancato stop Meitè e contropiede Cutrone) e soprattutto il solito elettrocardiogramma piatto. Tutto scivola via senza reazioni o sussulti. Ci eravamo aggrappati giovedì sera ad un'ottima prova del capitano, quasi fosse incredibile vedere un calciatore con la nostra casacca inseguire gli avversari, entrare in scivolata, lottare (Belotti lo fa sempre).
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Diamo i numeri
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Ci siamo commossi ed esaltati dopo un lungo periodo di grigiore intenso, per non dire altro. La gara con i liguri ha addirittura spinto alcuni ad esaltare oltre logica il povero mister (ottima persona, purtroppo chiamato a lavorare nel mezzo del periodo peggiore della storia recente). Ora siamo lì a 37 punti quasi salvi, giusto dirlo visto che la matematica non ci conforta ancora esattamente come il gioco espresso. Longo ha perso fino ad ora 8 gare su 12, ne ha vinte tre molto importanti, giusto riconoscerlo. Siamo a 10 punti nel girone di ritorno con un totale di 19 sconfitte.
Il futuro del Toro è un enorme punto di domanda. Qualcuno con la maglia granata scenderà in campo anche il prossimo campionato, possiamo darlo per certo, altro non sappiamo. Noi saremo lì mascherati allo stadio o davanti alla tv a tifare e sperare che qualcosa cambi, ma NON perché nulla cambi. L'ho già scritto, c'è proprio da rifare tutto, questa storia con questi protagonisti è finita e strafinita. Il Toro è sinonimo di valori, li rivogliamo, sono nostri!
Avvocato penalista, appassionato di calcio (ha partecipato al corso semestrale di perfezionamento in diritto e giustizia sportiva presso Università di Milano), geneticamente granata, abbonato al Toro da circa trent’anni.
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