La grande fiction

Il torello pareggia contro il Bologna incassando il terzo punto nelle ultime cinque gare, zero reti fatte nelle ultime quattro, dimostrando che pur con tutti i limiti del caso, con la media di un punto a partita avrebbe potuto essere tuttora in lizza per l'ottavo posto. Ancora una volta non abbiamo dato un segnale per cambiare l'andamento delle cose. Al Toro le vibrazioni di emotività vengono manifestate in maniera curiosa: prendendosi a spintoni in ritiro, alzando il dito medio verso i tifosi, ironizzando ed irridendo la gente presente a Superga. Per contro, in campo, questa squadra non ha manifestato un sussulto, determinazione, rabbia, per provare a raggiungere un obiettivo. Probabilmente questa è la sua cifra tecnica ed umana. Come già detto in passato, il Toro non ha nulla che rappresenti una società con ambizioni europee, ma i modesti risultati altrui, con minimi sforzi, avrebbero consentito di competere ancora per qualche giornata per un risultato.

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Nulla di tutto questo. I calciatori hanno bisogno di una società forte che li disciplini con rigore e durezza, che non si lasci tenere in scacco, diversamente accade che vieni sopraffatto. I nostri beniamini che sull'aereo per Lecce chiesero il premio salvezza dopo una stagione oscena furono tra i precursori dell'attaccamento alla maglia poi emulati da Baselli e soci per i premi Europa League con retrocessione sfiorata. Al Toro la società è strutturata, meglio, destrutturata, allo stesso modo da 20 anni dunque di cosa sorprenderci? Neppure in grado di togliere dal campo un ragazzino che giochicchiava annoiato mentre i tifosi rievocavano la "loro" tragedia umana e sportiva. Tutto ciò con il presidente in tribuna. Il popolo del Toro avrà molti difetti, ma dall'altra parte cosa riceve? Disinteresse, apatia, sciatteria, addirittura derisione. Senza qualcosa di autentico "dentro" si trasmette niente, altro che foresta che cresce.

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Avvocato penalista, appassionato di calcio (ha partecipato al corso semestrale di perfezionamento in diritto e giustizia sportiva presso Università di Milano), geneticamente granata, abbonato al Toro da circa trent’anni.

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