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La semplicità del calcio

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Prima che sia troppo Tardy / Torna l’appuntamento con la rubrica di Enrico Tardy dopo la sconfitta contro l'Inter
Enrico Tardy
Enrico Tardy Columnist 

Tanti commentatori ed esperti raccontano il calcio quasi si trattasse di scienza, in realtà dietro una semplicità disarmante si nasconde un algoritmo non segreto: chi ha i calciatori più bravi quasi sempre vince. Dunque qualcosa di matematico esiste nel calcio come esiste nella vita. Noi siamo spesso stati tra quelli che avevano meno possibilità di vincere contro le squadre blasonate e quando questo è accaduto, sparigliando le carte, abbiamo goduto. Purtroppo con l'Inter abbiamo visto una tipologia di sconfitte a noi nota. Ci difendiamo, perché la coperta è corta, commettiamo un paio di ingenuità ed errori e quelli bravi (magari subentrati) ci fregano.

Avere calciatori abili vuol dire spesso portare a casa i tre punti. Basta guardare le quotazioni dei bookmakers per capire come funziona il calcio. Nello specifico, non penso Sirigu abbia specifiche responsabilità: l'ho spesso criticato, ma quel gol ha colto il portiere in controtempo, lui guarda l'uomo che crossa e quando la palla arriva a Lautaro, sta eseguendo un movimento in senso contrario a quello ove poi sarà indirizzata la palla, quella frazione di secondo che frega, e così è stato.

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Nessuna vittoria in casa, ammesso si possa parlare di partita casalinga visto l'assenza di tifosi, in tutto il torneo è dato che lascia basiti. Purtroppo siamo qui, anzi lì, in fondo alla classifica a sperare sempre nella partita successiva. Le parole sono finite per una squadra che vince mai, l'unica nota buona è Sanabria, che rispetto a tanti altri acquisti, pare un calciatore di buon livello, con tecnica e senso del ruolo. Sono circa quaranta gare che facciamo pena, meglio siamo proprio brutti calcisticamente, una partitaccia via l'altra, ora si dice che dobbiamo battere il Sassuolo per sperare ancora.

E allora fino a mercoledì speriamo, poi vedremo, non abbiamo alternative. Penso che con il Cagliari e il Parma sarà una dura lotta, e solo la meno indicente si salverà. Dico questo perché Spezia e Benevento hanno una consapevolezza ed una mentalità più focalizzata sull'obiettivo (e giocano meglio) rispetto a noi, i sardi ed il Parma che siamo squadre che per mille ragioni, giuste o sbagliate, avevano un certo credito visti i risultati nei recenti campionati (ultimo escluso), ma così va la vita.

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Certo che c'è scoramento e rassegnazione, sembriamo un computer con un bug, non riusciamo a cavar fuori due o tre vittorie, ma il Toro è il Toro, non è Cairo, non è Zaza, siamo noi che ora davanti alla Tv (odio il calcio fuori dallo stadio) una volta al campo, ci avveleniamo, gioiamo e speriamo, speriamo, speriamo, speriamo... e se andremo in B, pace, continueremo a tifare anche lì, sia chiaro.

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Avvocato penalista, appassionato di calcio (ha partecipato al corso semestrale di perfezionamento in diritto e giustizia sportiva presso Università di Milano), geneticamente granata, abbonato al Toro da circa trent’anni.

Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.

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