Proprio come nell'omonimo film degli anni Sessanta con Tognazzi e la Spaak nel quale l'attempato industriale milanese desidera in maniera irrefrenabile una giovane studentessa, vorrei vedere il Toro ardere dal desiderio di fare i tre i punti contro le sue avversarie. Questo è un input che il buon Nicola non è ancora riuscito a far entrare nelle teste dei nostri eroi.
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La voglia matta
Sabato abbiamo portato a casa un punticino a seguito di una gara sostanzialmente senza sussulti, situazione che certamente andava bene ai liguri, un po' meno a noi sempre alle prese con l'urgenza dei tre punti.
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In numerose gare il Torello avrebbe dovuto dare segnali di voler provare a fare i tre punti invece le reazioni, quando ci sono state, sono avvenute solo dopo aver preso gli schiaffi, mai prima. Con lo Spezia in 10 uomini, con la Viola in 9 uomini, non abbiamo mai dato l'idea di aver una solidità mentale volta alla ricerca della vittoria.
Questo è uno step decisivo per raggiungere la salvezza, se in certe gare non si fa emergere la voglia di portare a casa la posta piena si lasciano per strada opportunità che non tornano.
Tatticamente il mister ha semplificato il gioco, ora si lancia la palla piuttosto in fretta verso le punte saltando il centrocampo, certo è che qualcuno deve assumersi anche la responsabilità di provare a saltare l'uomo diversamente spazi non ne troveremo mai.
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In giornata no Singo, a parte un paio di tentativi di Ansaldi, la manovra risultava asfittica e, come al solito, lenta. Occorre coraggio. Continuo a rimanere perplesso di fronte a certi atteggiamenti di squadra: anche sabato Ansaldi ha subito un durissimo intervento di Rovella (da rosso) nel disinteresse generale. Noi subiamo qualsiasi cosa senza che nessuno dica nulla. Avete mai visto qualcuno andare dall'arbitro per un fallo subito da Belotti? Tutti inspiegabilmente silenti e remissivi, diciamo non proprio modello Atletico Madrid, ecco. Vorrei che qualche nostro eroe avesse la focosità del mister...
Ieri, ho ricevuto una di quelle mail di spam/virus dal significato inequivocabile che aveva come oggetto una domanda beffarda: sei il mio toro? Interrogativo, questo, che dilania le interiora di tutti noi tifosi. Ecco venerdì sera occorrerà abbandonare le azzimate acconciature da foto matrimoniali e tirare fuori orgoglio, facce sporche, voglia di vincere, bava alla bocca e fare il nostro gioco con intensità nella speranza di rivedere almeno per una sera il mio (nostro) Toro.
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Avvocato penalista, appassionato di calcio (ha partecipato al corso semestrale di perfezionamento in diritto e giustizia sportiva presso Università di Milano), geneticamente granata, abbonato al Toro da circa trent’anni.
Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.
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