
Dopo aver visto una vera partita di calcio giocata dai nostri eroi - non ne ricordavo un’altra nell'ultimo anno e mezzo - riflettevo sull'abilità di certi allenatori rispetto ad altri ad entrare nella testa dei calciatori e cambiarne la predisposizione psicologica. La china verso il tracollo pareva irreversibile ed invece con un lento, ma profondo lavoro, il mister è riuscito a dare una svolta ad una squadra piallata nella testa e nell'animo. Attenzione, dopo un pari con lo Spezia in superiorità numerica o una sconfitta come quella di Crotone, vi era il pericolo, non la giustificazione, che l'umore nero si impadronisse dei calciatori ed invece così non è stato proprio grazie allo straordinario iter motivazionale di Nicola. Questo è l'aspetto che più ci ha colpito: il risveglio dell'autostima, la coesione, la tranquillità. Abbiamo ancora strada da percorrere, ma chi tra noi, tre mesi fa, avrebbe scommesso un euro di essere ad otto gare dalla conclusione del torneo a trenta punti? I ringraziamenti non sono prematuri ed un elogio schietto ed autentico a Nicola è doveroso. Entrando nel tecnico, l'inserimento in squadra di calciatori più dotati, oltre a due innesti di buon livello nel mercato invernale, hanno generato un salto qualitativo nel gioco. Ovviamente abbiamo dei limiti, ma iniziamo a vedere giocare la palla con maggiore sicurezza e precisione, qualche buona azione offensiva (per gli avversari e non per noi tifosi...), una maggiore solidità psicologica. Ieri subire un gol dopo tre minuti, contro la Roma, dopo la vittoria del Cagliari di sabato, avrebbe potuto far tornare gli antichi fantasmi ed invece la squadra ha proseguito nella ricerca del gioco e del risultato, pur rischiando di subire il raddoppio, ed ha raggiunto l'obiettivo.