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prima che sia troppo tardy

Non c’è più nulla da dire

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Nuovo appuntamento con "Prima che sia troppo Tardy", la rubrica su Toro News di Enrico Tardy: "Quest'anno lo ricorderemo per tanti motivi, temo non tutti positivi..."
Enrico Tardy
Enrico Tardy Columnist 

Dopo le due sconfitte contro Roma e Fiorentina, la prima indecorosa, la seconda altrettanto triste ma obiettivamente oltre i nostri demeriti ci dirigiamo belli belli a giocare un derby pieni di acciacchi e con il morale a terra. Ormai il derby è diventato per noi la gara più scontata dell'anno, siamo pieni di infortunati e quest'anno in particolare abbiamo smantellato completamente la squadra. I gol subiti ultimamente sono da campionato amatoriale, calciatori modesti sì ma anche senza la giusta concentrazione e determinazione.

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Cari amici, quest'anno lo ricorderemo per tanti motivi, temo non tutti positivi, mi auguro, tra gli altri, anche per quello che oggettivamente è ormai nelle logica delle cose ossia il passaggio di proprietà del Toro. Non conosco se ci siano acquirenti disposti a rilevare la società, so per certo che l'esperienza di questa gestione societaria sportivamente non è solo terminata e strafinita. Non ci sono obbiettivi, la squadra è stata smembrata come fa di solito chi poi se ne va, si sono acquistati mestieranti senza qualità tecniche e senza carattere, i calciatori dopo un paio di buone gare e perduto l'unico vero uomo-squadra è naufragata tra errori imbarazzanti ed un mollezza atletica senza pari. Il concetto di intensità pare sconosciuto. Poca corsa, poco pressing, poca bava alla bocca, nessuna personalità. Certo con Njie e Sanabria davanti e i tre dietro il pensierino angosciante di tornare a giocare il sabato pomeriggio nel campionato degli italiani viene...

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Troppe circostanze inquietano: la cessione last minute di Bellanova dopo quella di Buongiorno, la mancata conferma di Rodriguez, al contrario di quella di Masina, sembra tutto fatto per peggiorare la situazione già non rosea. Acquisti a fine mercato senza logica, nessun difensore di piede sinistro, esterni impalpabili e dal pregio di un costo modesto, un tecnico che io non conoscevo e che ha ritenuto di cambiare il modo di giocare di Juric senza ancora però farne capire i contorni. È una cosa brutta che domenica allo stadio mi siano tornati in mente Di Loreto e Franceschini...

Avvocato penalista, appassionato di calcio (ha partecipato al corso semestrale di perfezionamento in diritto e giustizia sportiva presso Università di Milano), geneticamente granata, abbonato al Toro da circa trent’anni.

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