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Proposta: Torino e United, un’amichevole per la Chape!

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Il Granata della Porta Accanto / Sarebbe bello se le due società più blasonate tra quelle che hanno patito tragedie simili a quella dei brasiliani mostrassero un appoggio concreto . Magari con un’amichevole il cui ricavato vada ai familiari...
Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 

Pensi che certe cose, che hai sempre considerato “normali” perché ci convivi dal 1949, nella loro eccezionalità restino eventi unici, tremendi e irripetibili e che in fondo non ci sia, e né ti auguri che esista, altro “popolo calcistico” che possa capire il significato di aver vissuto nella propria storia la scomparsa (quasi) completa di un’intera squadra. Eppure nessun evento umano, per quanto improbabile o raro, resta unico. La leggenda del Grande Torino che il disastro di Superga rese immortale ha trovato una tanto incredibile quanto triste somiglianza nella squadra brasiliana della Chapecoense con l’aggravante sfortunata che il fato ha “rapito” i suoi calciatori ancor prima di raggiungere la gloria, alla vigilia della finale della Coppa Sudamericana (l’equivalente della nostra Europa League). In questo caso parlare di sfortuna o di destino beffardo è appropriato per la coincidenza con l’importantissimo appuntamento della storia del giovane club brasiliano (anno di fondazione 1973), ma un po’ meno in relazione alle modalità dell’incidente stesso, dove qualche responsabilità e negligenza potrebbero esserci state.

Resta lo sgomento per le tante vite stroncate in un sol colpo e la ferita imperitura che i tifosi di quel piccolo grande club porteranno con sé per il resto dei giorni. Ma non sono solo il Torino e la Chapecoense (tra l’altro, altra analogia, entrambe a 43 anni dalla propria fondazione) a condividere un episodio simile nella loro storia sportiva. Anche il Manchester United nel 1958 ebbe gran parte della squadra falcidiata in un incidente aereo sulla pista di Monaco di Baviera. Ed infatti, così come il club di Urbano Cairo, anche i Red Devils sono stati tra i primi a mandare un messaggio di cordoglio alla dirigenza della Chapecoense.

Ora, a mio parere, una volta che sarà passata l’eco della notizia, Torino e Manchester United hanno la grande opportunità di dimostrare che la solidarietà che unisce e l’empatia che si crea dalle comuni esperienze può portare a compiere gesti concreti di grande valore. Se i club brasiliani si sono proposti di prestare gratuitamente giocatori alla “Chape” per sopperire alle inevitabili difficoltà tecniche di chi deve ricominciare da zero la propria attività sportiva, il Torino e il Manchester United per forza mediatica e visibilità internazionale possono fare molto anche per le famiglie delle vittime. Sono conscio della difficoltà di organizzare qualcosa tra le pieghe del mastodontico e strizzatissimo calendario calcistico, ma sarebbe un enorme gesto se le due società riuscissero ad incontrarsi in un’amichevole di prestigio il cui ricavato fosse destinato a supportare le famiglie della vittime (compresi giornalisti e membri dell’equipaggio) o anche la Chapecoense stessa. Inoltre (e qui il presidente Cairo saprebbe sicuramente trovare la soluzione migliore) anche dai diritti televisivi della trasmissione della partita si potrebbero ricavare altri soldi da destinare a questo nobile scopo.

Torino-Manchester United: una partita che se giocata a Torino garantirebbe di sicuro un tutto esaurito (ma presumo anche a Manchester) e che vedrebbe eventualmente in Joe Hart (sebbene ex-Citizen) un trait d’union ed un testimonial eccezionale. La palla alle due società. Il cuore di Toro e United e dei loro tifosi è già vicino a quello dei supporter della Chapecoense, ma i fatti spesso fanno la differenza tra la solidarietà vera e la retorica. E la lezione ce la dà Valentino Mazzola stesso che si prodigò per aiutare il capitano del Benfica Ferreira in difficoltà economiche in quel lontano 1949…

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