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Quali sono i presidenti più longevi della storia del Torino

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Le Rubriche – Nel Segno del Toro / Torna l’appuntamento con Stefano Budicin, che ci racconta un’altra curiosità interessante sulla storia del Torino
Stefano Budicin

Se dovessimo stilare una lista delle personalità dirigenziali più longeve nella storia del calcio granata, quali nomi vi verrebbero in mente? Una biografia che si dipana in più di cent'anni di onoratissima carriera non può che portare a galla almeno una decina di nomi. Ma per ragioni di concinnitas ci troviamo costretti a elencarne solo tre. Vediamo dunque insieme quali sono i tre presidenti granata da essersi aggiudicati il podio.

Al terzo posto si colloca Ferruccio Novo, il presidente che più di ogni altro fu in grado di modellare la squadra che divenne in seguito nota come Grande Torino. Novo guidò il club dal 1939 al 1953, per un totale di quattordici stagioni. Non serve neanche profondersi in elogi per rievocare la memoria di una figura così importante nella storia del calcio italiano. Parlano i fatti e parla l'eco che di questi fatti ancora suona tra le corde del cuore dei tifosi torinisti. Un palmarès di 5 scudetti e una Coppa Italia non sono traguardi che si possano raggiungere facilmente. Ma pensando a Ferruccio, e all’impegno da lui profuso per la squadra con un amore per la maglia che in pochissimi possono permettersi di aver provato, questi traguardi sono addirittura troppo pochi per darci un’idea della sua grandezza.

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Il secondo posto spetta a Urbano Cairo, proprietario e presidente del Torino dal 2005, allorché subentrò a Pierluigi Marengo e promise ai tifosi granata di essere intenzionato a guidare il club per almeno due lustri. Promessa, questa, che Cairo ha ampiamente mantenuto e c’è da credere che potrebbe addirittura scalzare dal trono l’attuale detentore del record.

A guidare la fila è nient'altri che a Orfeo Pianelli, considerato come uno dei presidenti granata più amati di tutti i tempi, nonché vincenti. Sotto la sua direzione, durata diciotto anni, il Toro si aggiudicò lo scudetto del 1976 e due Coppe Italia, vinte nel 1968 e nel 1971. La sua infanzia dedita a studio e lavoro plasmò ben presto l'etica professionale che Pianelli riversò sulla costruzione del club, da lui rilevato nel febbraio del 1963 da Angelo Filippone.

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Con Pianelli la squadra del Toro riuscì a imporsi come uno dei club più forti e rinomati dell'epoca. Opera del presidente fu la scelta di Gigi Meroni, acquistato dal Genoa nel 1964, e di Paolo Pulici, così come di Claudio Sala, poeta del gol, e Francesco Graziani. Pianelli, a forza di armarsi di pazienza, impegno, passione e sacrifici, arrivò a creare una squadra di fuoriclasse che poteva dirsi capace di rievocare i fasti dei Campionissimi senza per questo volerne ricalcare pedissequamente le orme. I nuovi campioni erano destinati a creare una storia a sé, unica e originale, che lo scudetto del '76 confermò ma che gli anni successivi non furono in grado di bissare.

Malgrado un termine della carriera segnato dal declino, Pianelli è ancora oggi un elemento imprescindibile della nostra storia, e lo si ricorda con il cuore gonfio di ammirazione e gratitudine.

Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.

Laureato in Lingue Straniere, scrivo dall’età di undici anni. Adoro viaggiare e ricercare l’eccellenza nelle cose di tutti i giorni. Capricorno ascendente Toro, calmo e paziente e orientato all’ottimismo, scrivo nel segno di una curiosità che non conosce confini.

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