columnist

Quando vincemmo 8-0 contro la Juve

Roberta Picco
Stamattina pensavo ad un argomento per la mia Granatina e ho deciso di recarmi alla sede del Toro Club di Mondovì per farmi venire l’ispirazione. Mentre stavo sorseggiando un caffè e scarabocchiando sul mio blocco di appunti,...

Stamattina pensavo ad un argomento per la mia Granatina e ho deciso di recarmi alla sede del Toro Club di Mondovì per farmi venire l’ispirazione. Mentre stavo sorseggiando un caffè e scarabocchiando sul mio blocco di appunti, si avvicina un signore tifoso del Toro e inizia a raccontarmi la sua storia. Si chiama Edoardo Tonelli ed è il diretto nipote di Guido Castoldi, il quarto presidente del Torino. Lì per lì rimango sbalordita, quasi non ci credo, poi mi mostra  il tesserino onorario del “Foot-Ball Club Torino” di suo nonno materno, da quel momento la mia curiosità ha la meglio e inizio a farmi raccontare.    Guido Castoldi fu presidente del Toro dal 1911 al 1914, poi iniziò la guerra e ovviamente non si giocò  a calcio per un po’. “Durante la presidenza di mio nonno, ci furono diversi avvenimenti importanti” racconta, “innanzi tutto l’introduzione dell’allenatore Vittorio Pozzo nello staff tecnico, poi l’arrivo dei fratelli Mosso dall’Argentina ed infine le prime trasferte oltreoceano del Toro per giocare delle amichevoli”.  L’introduzione di Vittorio Pozzo fu importante perché in quegli anni il calcio era agli arbori ed era una delle prime volte che si vedeva la figura di un allenatore professionista. Altra particolarità fu l’arrivo a Torino dei quattro fratelli Mosso: per l’epoca avere calciatori argentini era una cosa stranissima, al massimo potevano essere svizzeri, ma non si andava tanto oltre. Castoldi fu anche il primo Presidente che portò una squadra italiana, il Toro appunto, a disputare delle amichevoli oltreoceano contro squadre brasiliane e argentine.  “Devo andare di nuovo a frugare nella cantina di mia zia a Torino, so che da qualche parte ha ancora la corrispondenza epistolare che mio nonno teneva con gli argentini, per organizzare le partite. All’epoca era una svolta nel mondo del calcio, chissà quanto ci hanno messo per andare a giocare quelle amichevoli, si viaggiava in mare, ci voleva tantissimo tempo!” Se penso che adesso, per qualche ora di pullman o aereo, tanti calciatori si portano fior fior di tablet per passare il tempo, non oso immaginare che noia in tutti quei giorni di navigazione!   Il Sig. Tonelli ammette che la maggior parte di questi ricordi glieli ha trasmessi sua madre, figlia di Castoldi e continua raccontandomi qualche aneddoto famigliare. “Mio nonno era di Novara, ma si trasferì a Torino per studiare Giurisprudenza, lì conobbe mia nonna Celeste Castoldi Risso, fu lei a compiere il gesto di rompere la bottiglia all’inaugurazione del campo in Piazza D’Armi dove giocava all’epoca il Toro. La società granata è sempre stata molto vicino alla mia famiglia. Quando i miei nonni si sposarono nel 1915 la società mandò tantissimi fiori e quando venne a mancare mio nonno, la squadra giocò con il lutto al braccio. Mi invitarono anche al centenario in tribuna, è stata una grande emozione. Ricordo che ogni volta che andavamo da mia nonna la domenica, dopo pranzo lei si accendeva una sigaretta e chiedeva cosa stava facendo il Torino! Era una signora brillante e poi si sa, con la fede granata non ci puoi fare niente, è qualcosa che non puoi controllare.” Il sig. Tonelli ci tiene a sottolineare che in famiglia sono tutti tifosissimi granata e non si sono mai persi una sola partita, anche il nipotino di soli due anni! “Sono nato nel 1949, ironia della sorte, la mia vita è stata sempre segnata dal Toro.”    La chiacchierata con questo simpatico signore stava volgendo al termine parlando del Toro attuale, in cui ci sono giocatori che possono ancora incarnare lo spirito granata, che sta rinascendo anche tra i tifosi, che pian piano sembrano essere di nuovo coinvolti appieno nei confronti di questo Toro. Infine il Sig. Tonelli mi strappa un sorriso di speranza ricordando che nella stagione 1912/1913 il Toro, sotto la presidenza di suo nonno Guido Castoldi, aveva vinto contro la Juventus all’andata per 8-0 e al ritorno per 8-6! Questo ricordo non può che essere di buon auspicio per il prossimo derby, sognare non costa nulla! E poi chissà..   Roberta Picco