Toro News
I migliori video scelti dal nostro canale

L'Editoriale

Quanto è difficile cambiare prospettiva

Quanto è difficile cambiare prospettiva - immagine 1
Partito per migliorare il nono posto dello scorso anno, il Torino si è reso conto durante questo girone di andata di avere tantissimi ed enormi limiti
Gianluca Sartori Direttore 

Chi non ha mai visto giocare il Torino in questo campionato, o chi è rimasto a quel primato in classifica dopo cinque giornate che fece sentire autorizzati alcuni osservatori ad alimentare sogni in modo quasi irresponsabile, non può che giudicare negativamente il pareggio di Genova. Uno 0-0 arrivato al termine di una partita brutta, con poche occasioni e tanti errori tecnici, dominata dalla paura di entrambe le squadre.

Chi invece ha visto il Torino nelle ultime dieci partite, dopo Marassi, ha invece qualche argomento in più per aggrapparsi a delle speranze. Va tenuto presente lo stato comatoso in cui versavano i granata fino a pochi giorni fa: una squadra letteralmente a pezzi, che non tirava mai verso la porta e che in ogni partita trovava un modo diverso per regalare gol. Da dopo l’infortunio di Zapata in poi, il Torino è stato senza se e senza ma la peggiore del campionato.

Che l’unico obiettivo alla portata quest’anno sia la salvezza non lo si è capito certo solo ieri. E da una crisi del genere difficilmente si esce in una partita. Realisticamente va osservato che, dalla sosta di novembre in poi, qualcosa è cambiato. Nelle partite contro Monza, Napoli e Genoa si è vista quantomeno una squadra viva, che ha evidenziato dei miglioramenti nella fase difensiva e forse anche in quella offensiva. Il gol drammaticamente ancora non arriva, ma la banda Vanoli è tornata a creare qualche presupposto per segnare.

Partito per migliorare il nono posto dello scorso anno, il Torino si è reso conto durante questo girone di andata di avere tantissimi ed enormi limiti e di dover lottare, forse fino alle ultime giornate, per la salvezza. La squadra per prima è chiamata a cambiare prospettiva, ma lo devono fare anche tifosi e osservatori, in modo da creare un clima che possa aiutare il più possibile a mettere in sicurezza l’annata.