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Rampanti: “Bravo Toro, hai nuotato contro corrente. E il futuro ti sorride”

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Parola al Mister / Serino analizza così i temi in casa granata dopo Empoli-Torino 4-1
Gianluca Sartori Direttore 

Termina amaramente la stagione del Torino: il pesante ko di Empoli estromette la squadra di Walter Mazzarri dalle posizioni europee con una giornata di anticipo, complici i risultati delle concorrenti e soprattutto la vittoria della Lazio in Coppa Italia. Ecco il consueto appuntamento con Serino Rampanti in "Parola al Mister": con lui scambiamo qualche riflessione tra presente, passato e futuro del Torino.

Serino, è finita così, come forse non doveva succedere. 

"Dispiaciuto per questo risultato che non rovina, ma intacca solamente tutto ciò che di buono è stato fatto. Sono consapevole - e i punti fatti lo dimostrano - che la squadra quest'anno abbia avuto un rendimento complessivo che può rendere i tifosi orgogliosi e soddisfatti di essere del Toro. Durante tutto il campionato, con le analisi delle singole partite, abbiamo cercato di evidenziare le problematiche e i miglioramenti dei singoli giocatori e della squadra nel suo complesso, provando a mantenere sempre distacco e sano equilibrio. Proprio per questo non dobbiamo dimenticare il contesto in cui il Toro si è trovato a combattere". 

Cosa intendi dire?

"Intendo dire che la china da risalire è stata sempre ardua, diventare la seconda sorpresa del campionato dopo l'Atalanta non è certo stato semplice; e quando il Torino si è svelato come squadra con ambizioni di arrivare all'élite italiana, la corrente contraria da risalire si è fatta sempre più forte. La squadra ha dovuto superare diversi ostacoli, come i numerosi errori arbitrali (quello di Udine è solo il più clamoroso). Poi gli infortuni di qualche giocatore importante (penso soprattutto a Iago Falque) e il rendimento parziale o negativo di alcuni giocatori su cui si faceva grande affidamento hanno sicuramente inciso. Nonostante questo, la squadra ha avuto il merito di lottare praticamente fino alla fine, mantenendo rendimento e unità di intenti: merito dell'impegno di tutti i giocatori e del lavoro certosino di Mazzarri e del suo staff". 

Per quanto riguarda la partita di Empoli: pare evidente che su alcuni giocatori abbia influito, dal punto di vista mentale, il fatto di essere a conoscenza della vittoria della Lazio in Coppa Italia, ma anche del risultato della Roma in casa del Sassuolo. Da ex giocatore, sono cose che pesano?

"Sì, certo, a questo proposito dico che nelle ultime giornate bisogna per forza far giocare in contemporanea tutte le squadre che si giocano lo stesso obiettivo. E' una grossa lacuna di questi ultimi campionati. Ho letto che nell'ultima giornata chi lotta per salvezza e Champions League gioca alla stessa ora, ma è una cosa che va fatta per le ultime quattro-cinque giornate, altrimenti si verificano partite il cui andamento, come si è visto, lascia il tempo che trova..."

Comunque la strada è tracciata per un Toro sempre più forte, sei d'accordo?

"Sì, una cosa è certa, quest'anno si sono gettate le basi per creare qualcosa di duraturo, che possa portare a soddisfazioni in futuro. Il record di punti nell'era Cairo non è stato fatto a caso. Alla base c'è sempre tanto lavoro. E dopo aver elogiato il rendimento della squadra e del tecnico voglio anche sottolineare quello di Gianluca Petrachi, a prescindere dal suo futuro è stato uno degli artefici di questa squadra. Penso al mercato di gennaio: Sampdoria e Fiorentina sono state incensate per gli acquisti fatti, poi sono finite rispettivamente a dieci e venti punti dal Torino. Vuol dire che spesso a gennaio, innestando giocatori, non si facilitano le cose ma si complicano. La scelta di non muoversi da parte della società granata da questo punto di vista ha avuto molto senso". 

Hai sempre detto che questo per il Torino poteva essere l'anno della grande gioia o dei grandi rimpianti. Quanti rimpianti ha dunque la squadra di Mazzarri?

"Credo che durante tutto l'arco del campionato siano state "inciuccate" pienamente tre partite: con Parma e Bologna in casa e quest'ultima di Empoli. Inciampi che nell'arco di una stagione ci stanno. Fa parte della forza di una squadra: la capacità di non sbagliare mai partita ce l'hanno le grandi squadre. Il Toro ne ha sbagliate in pieno tre, poche, ma si può fare meglio". 

Cosa servirà al Torino per crescere?

"Intanto vediamo quali saranno le squadre che avranno definitivamente accesso alle competizioni europee, mi riferisco ovviamente alla situazione del Milan che mi sembra vada approfondita. Vedremo se sarà possibile un ripescaggio. In ogni caso, per fare un paragone col Giro d'Italia che si corre in questi giorni, mi pare di poter dire che il Torino ha troppi "passisti" e pochi "velocisti". Intendo dire che servono "velocisti", elementi che possano avere giocate, accelerazioni personali. Su questo magari torneremo tra qualche giorno".

Per finire, ti è piaciuto il gesto dei tifosi del Torino presenti al Castellani, che hanno applaudito la squadra nonostante la sconfitta pesante?

"Sì, i tifosi hanno riassunto quel che ti dicevo prima, hanno capito che questi giocatori hanno dato tutto. E parecchi di loro si sono rivelati veramente di ottima qualità. Poi c'è anche qualche tifoso a cui non va bene niente e contesta, ma questi esistono in ogni piazza. Io credo che questo gruppo faccia ben sperare e che con qualche tassello giusto possa dare soddisfazioni in futuro". 

 

 

 

 

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