Il Torino perde malamente il derby con la Juventus: 2-0 il risultato finale, arrivato a causa di due reti fotocopia, entrambe su palla inattiva ed entrambe causate da uscite a vuoto di Milinkovic-Savic. Sarebbe però un errore limitare al portiere la discussione intorno al Torino. Di questo ed altro abbiamo parlato con Serino Rampanti nella nuova puntata di “Parola al Mister”.
Parola al mister
Rampanti: “Con Radonjic sono iniziate le gioie e i guai del Torino”
Serino, come si può commentare un derby perso in questo modo?“Come diciamo da anni, il Torino non tradisce mai, nel senso che nei derby entra in campo già rassegnato. Sembra che i giocatori siano lì che aspettano di fare questa partita sapendo già come va a finire. L’atteggiamento che hanno i giocatori trasmette proprio questa sensazione”.
A cosa è dovuto, secondo te?“A mancanza di personalità. Non mi sembra che con la Juventus di oggi ci sia una grande differenza tecnica, ma è come se i granata fossero sempre condizionati da una presupposta superiorità degli avversari. Qualcosa che ha dell’incredibile, perché uno si aspetta che ci sia reazione, rabbia, tentativi di superare questa negatività che è insita in questo Toro. In tutto questo, influisce anche, in minima parte, l’impressione che siano rotti certi equilibri”.
Quali equilibri?“Equilibri di spogliatoio, tra giocatori e allenatore, ho questa sensazione”.
Ti sembra che ci sia chi gioca contro l’allenatore? “Io non credo molto al fatto che ci sia totale fiducia di qua, totale fiducia di là, anzi, a volte bisogna drizzare le antenne proprio quando ci sono questi proclami, magari la penso così perché sono stato un allenatore, ma son convinto che abbia dei sospetti anche Juric. Penso anche che ad aver minato certi equilibri sia stata la situazione Radonjic. Ed è difficile tirarsi fuori da questa situazione così come stanno le cose ora”.
Cosa faresti tu con Radonjic?“Io sono del parere che lui vada sfruttato a piccole dosi, perché non è continuo ma ha dei lampi di gioco fantastici. Però sono cose che si vedono a sprazzi. Lui è un solista e non ha i ritmi della partita. I solisti è dura farli entrare in un coro. In particolare, penso che Juric abbia tentato tutte le strade per aggregarlo alla squadra dal punto di vista tattico. Maradona poteva permettersi di fare ciò che voleva, perché risolveva tutte le partite. Radonjic, che sa essere determinante solo in certi frangenti, deve invece saper contrastare, dialogare, deve saper svariare in zone di campo diverse. Ma è un giocatore a cui piace stare per conto suo e ogni allenatore avrà sempre vita dura con lui. Per questo ha girato tante squadre senza trovare continuità, prima di arrivare al Toro: mette in difficoltà qualsiasi tecnico”.
Ma se il Toro ha nove punti, non ci sono meriti soprattutto di Radonjic?“No, il calcio rimane un gioco di squadra. Guai a sentirsi un protagonista intoccabile. Se Radonjic ha fatto quel bel gol contro il Genoa, è anche perché la squadra lo ha messo nelle condizioni di farlo. Il giocatore importante si mette a disposizione della squadra. Non basta fare un bel numero ogni tanto. Quindi in questo caso io sono con l’allenatore, anche se purtroppo potrebbe essere quello che pagherà questa situazione”.
Non pensi che sia arrivato di passare in pianta stabile a due punte? “Secondo me ci sta provando, ma non si può giocare con due punte più Radonjic, perché lui è come se fosse una punta. Togliamoci dalla testa che, quando gioca Radonjic, il Toro gioca a una punta. In realtà di punte in campo in quel caso ce ne sono due. A me piacciono molto le giocate di Rado, è un calciatore speciale, ma solo in certi frangenti di una partita. Quando lo si mette dall’inizio è difficile che lui sia determinante, va messo nel secondo tempo, ma lui non sopporta nemmeno questo, perché vuole essere una primadonna intoccabile. E i guai del Torino, secondo me, iniziano da questa situazione, che ha minato il rapporto tra giocatori e allenatore”.
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