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Nuovo inizio

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Torna RisorgimenToro, la rubrica a cura di Massimiliano Romiti, con un nuovo appuntamento
Massimiliano Romiti
Massimiliano Romiti Columnist 

Anche la stagione appena conclusa non ha portato ai tifosi del Toro quello che desideravano. Personalmente fossi nel presidente Cairo sarei piuttosto arrabbiato con Juric dopo avergli comprato i giocatori che voleva in una rosa dove fondamentalmente mancava solo un esterno sinistro, mentre le altre pecche sono derivate essenzialmente da un rendimento al di sotto delle aspettative di vari altri interpreti. Tra questi non annovero il tanto discusso Vanja, che, secondo me, ha fatto il suo, come Zapata, Buongiorno, Bellanova, Rodriguez e (meno) Ricci. Un Toro, però, soprattutto troppo pavido e poco deciso nel voler vincere laddove contava. Più timoroso di perdere palla, piuttosto che ottimista nel giocarla.

Ergo, da squadra comunque applicata ed impegnata, ha preso pochi gol ma pochissimi ne ha fatti. Tanto è bastato per un campionato dignitoso ma con pochissimi fremiti positivi. E il calcio è un'azienda, se proprio al giorno d'oggi vogliamo chiamarla così, il cui prodotto dovrebbero essere le emozioni... Prendiamo Atalanta-Torino. Al di là delle differenze di organico, il gioco della Dea si sviluppa anche con palloni rasoterra verticalizzati nel cuore dell'area, laddove il passaggio stesso esprime già la certezza che un compagno anticiperà l'avversario e controllerà il pallone per fare gioco ovvero girarsi e segnare. Un gioco "fiducioso". Il Torino questo non l'ha fatto vedere praticamente mai quest'anno, evidentemente nel timore sovrastante di possibili ripartenze avversarie. Per "andare sul sicuro" quindi avanzamenti cauti e "monoschema" offensivo fondato su cross dalla fascia, perdipiù dimezzato e limitato quasi sempre all'asse Bellanova-Zapata, giacché l'altra fascia non ha quasi mai funzionato. Primo non prenderle sugli scudi quindi. Atteggiamento buono per pareggiare, vincere ogni tanto e perdere non troppo spesso. Ma mai per vincere a tutti i costi o ribaltare risultati. Basta!

Ora, mi auguro che questo atteggiamento abbia fine e la squadra l'anno prossimo cambi registro e faccia un po' il Bologna. Che non ditemi essere tanto più forte del Toro di quest'anno. Idee migliori di calcio e tanto entusiasmo nei giocatori e in città hanno costruito la differenza. Entusiasmo che qui a Torino è diventata merce rara, oltretutto per un rapporto società/tifosi al quale prima o poi il club dovrà dedicare maggior attenzione e cura se vuole migliorare nel suo complesso. Ci vorrebbe un nuovo inizio. Cosí si chiamava la prima proprietà del Parma, ripartita dopo il fallimento che ebbe un'idea: decise subito di unirsi ai tifosi di Parma Partecipazioni Calcistiche, praticamente un ToroMio gialloblù. La squadra, come sappiamo, negli anni si è via via rafforzata economicamente con una presidenza americana ma anche questa ha saggiamente deciso di non rinunciare all'alleanza con i propri tifosi. E così il Parma oggi ritorna in A come esempio concreto di quel modello che è promosso dalla proposta di legge recentemente approvata alla Camera dei deputati sulla spinta di tante associazioni di tifosi del Comitato "Nelle origini il futuro", tra le quali spicca quale fondatrice appunto l'associazione ToroMio, il cui contributo al testo stesso della proposta è stato essenziale. È una proposta rivolta a tutte le proprietà del calcio e tutte sono invitate ad accoglierla. Ed occorre un nuovo inizio anche per il Torino e questo potrebbe essere proprio quello di ricostruire il Toro, ossia l'unità tra il Torino FC e i suoi tifosi. È una partita che va giocata con coraggio e fiducia da tutti i protagonisti. Proprio come vorremmo vedere giocare il Toro la prossima stagione.

Avvocato e mediatore civile e commerciale. Socio Fondatore dei Giuristi Granata - Toro Club Marco Filippi, dell'Associazione Curva Primavera per la Fondazione Stadio Filadelfia e dell'Associazione ToroMio. Attuale presidente del Comitato NOIF "Nelle origini il futuro" che unisce a ToroMio associazioni di varie tifoserie italiane nella promozione di una proposta di legge che introduca la partecipazione popolare nel mondo del calcio e dello sport.

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