Le Olimpiadi sono finite e, non so voi, ma io sono stato subito preso da una fortissima malinconia. Non spegnerti! Avrei sinceramente voluto gridare al braciere olimpico.
Risorgimentoro
Oro e Toro
Cari Giochi, non lasciatemi di nuovo in balia del calcio per i prossimi 4 anni…
Lo so, anche voi, cari Giochi Olimpici, non siete più quelli dei pionieri: sponsor, TV, social, interessi privati e politici vi assediano da ogni parte.
Però gli atleti italiani intervistati mi sono apparsi seri, intelligenti, entusiasti e felici, dei veri “testimonial educativi” di spessore (giocatori di calcio prendete nota). Ma in taluni casi hanno anche espresso disagio verso un mondo dove molti vogliono imporre come unica e immediata logica il “vincere è l’unica cosa che conta”.
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Nonostante questi robusti tentativi di corruzione, cari Giochi, almeno voi riuscite ancora, a tratti, ad affermare l’idea.
Che la gloria olimpica valga più del denaro.
Che il coronamento di una carriera sportiva sia quello di affermarsi lealmente, almeno una volta, come il più forte di tutti in una competizione leggendaria.
Che ciascuno può essere immenso in un suo ambito, unico e diverso, cosicché Banti e Tita alla fine non valgono meno di Errani e Paolini, anzi, valgono di più, giacché sono riusciti addirittura a ripetersi a differenza di Tamberi e Jacobs.
Che rappresentare un popolo magari fa sentire più responsabilità ma attribuisce anche un gusto superiore ed eccezionale, non solo alle vittorie ma anche solo alle buone prestazioni dove si è dato tutto.
Che dei giovani possano stare insieme e che, pur competendo in gara fino all’ultima goccia di sudore e senza esclusione di colpi, facciano venire in mente solo unità, festa, pace ed entusiasmo per le fenomenali performances sportive di cui sono capaci.
Che in fondo la prima enorme soddisfazione è già esserci in un evento così… e partecipare. Che forza esprime già solo la semplice partecipazione ai Giochi.
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Ed il tifoso così respira l’idea, si immedesima in tutto questo e si coinvolge con gli atleti, andando a celebrare il loro impegno e la propria passione per lo sport. Mentre il tifoso di calcio, triste, si interroga se non sia meglio cominciare a seguire la pallanuoto, il tiro con l’arco o qualsiasi altra disciplina olimpica anche a fiaccola spenta e non solo per due settimane ogni quattro anni…
Proprio lo stesso giorno in cui è finita la (purtroppo) breve stagione olimpica, con il suggello delle fenomenali ragazze dell’Italvolley e di un Velasco che è riuscito con loro a raggiungere a distanza di 28 anni quello che non era riuscito a raggiungere con i ragazzi, è cominciata la lunga stagione del calcio, che per me (e per il lettore tipo di Toro News), ovviamente, coincide con la discesa in campo del Torino.
All’Olimpico Grande Torino si vede il solito cantiere aperto di agosto, più o meno il solito gioco abbastanza piatto (almeno per ora), la partita con il Cosenza portata a casa con un harakiri rossoblù ed un accenno di atteggiamento diverso nel finale, dove Vanoli, in vantaggio, “osa” un 3-4-3 con il redivivo Karamoh e viene subito premiato.
Intorno alla partita le solite voci di mercato; estenuanti trattative che esprimono più l’interesse a far tornare i conti rispetto al conseguire risultati sportivi. Un già visto.
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Il Torino FC, per esperienza, non pare poter contare troppo sul mercato per migliorarsi. Secondo me deve piuttosto puntare sul far progredire la fiducia e l’intensità dei giocatori, ai quali non si può contestare certo l’impegno negli ultimi anni ma che di rado esprimono qualità viste in altri del passato, pur se talvolta tecnicamente meno dotati. Si deve puntare sul continuare la ricostruzione del settore giovanile verso livelli di assoluta eccellenza, sul rinnovare il tipo di gioco grazie alla mano del nuovo allenatore e poi certo sul migliorare il suo rapporto con i suoi tifosi tramite coinvolgimento e nuove sinergie.
I tifosi infatti hanno senz’altro il desiderio di tifare un altro Torino, giacché questo, ormai, non riesce più ad affermare l’idea di Toro, se non rarissimamente.
Nell’attesa di conoscere gli ulteriori colpi di mercato che andranno a rinforzare la rosa granata e che servirebbero eccome, prego allora Tom Cruise, nel suo viaggio verso Los Angeles, di fare un passaggio dietro la Maratona per riaccendere il braciere olimpico, braciere che, non a caso, è posto dietro la Curva dei sostenitori di una delle squadre più romantiche ed emozionanti del mondo. Chissà se si potrebbe riaccendere, con la fiamma, anche la magia del Toro. E con questa un oro, una vittoria, perché la tifoseria granata, tutt’altro che avida di successi, almeno ogni tanto, meriterebbe un riconoscimento che non sia alla carriera o alla memoria.
Non ho davvero voglia di aspettare i prossimi Giochi Olimpici per distrarmi da un mondo del calcio sempre più gretto e grigio, violentato da prevaricanti interessi.
Sono stufo di ritrovarmi a guardare sempre e solo il rovescio della medaglia. Il calcio è bello e vorrei vedere un bellissimo Torino FC quanto prima possibile. Che ritorni Toro ed in questo modo, sono certo, tornerà anche l’oro di un successo.
Prenda nota chi può. Gli ingredienti sono sopra indicati, Mercato… ma non solo.
Avvocato e mediatore civile e commerciale. Socio Fondatore dei Giuristi Granata - Toro Club Marco Filippi, dell'Associazione Curva Primavera per la Fondazione Stadio Filadelfia e dell'Associazione ToroMio. Attuale presidente del Comitato NOIF "Nelle origini il futuro" che unisce a ToroMio associazioni di varie tifoserie italiane nella promozione di una proposta di legge che introduca la partecipazione popolare nel mondo del calcio e dello sport.
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