columnist

Rolando Bianchi, prove di divorzio

Rolando Bianchi, prove di divorzio - immagine 1
Era l’undici febbraio 2007, il Toro guidato da Zaccheroni si stava arrabattando sul fondo della classifica.Quel giorno, venne a farci visita la Reggina, guidata da Walter Mazzarri, gli amaranto partiti con 11 punti di penalizzazione stavano...
Beppe Pagliano

Era l’undici febbraio 2007, il Toro guidato da Zaccheroni si stava arrabattando sul fondo della classifica.Quel giorno, venne a farci visita la Reggina, guidata da Walter Mazzarri, gli amaranto partiti con 11 punti di penalizzazione stavano compiendo un’impresa storica, mettendo le basi per un’insperata salvezza.Nelle file dei calabresi, si stava mettendo in mostra un giovane attaccante, che in quella stagione mise a segno 18 reti.Per la cronaca, quel giorno il Toro perse 2 a1 e proprio quel giovane attaccante fu autore della doppietta che ci condannò all’ennesima sconfitta.Tutti quanti, in Maratona, concordammo su quanto un attaccante simile ci avrebbe fatto comodo. Tra l’altro, in quella domenica, esordì in maglia granata un giovane difensore che rispondeva al nome di Angelo Ogbonna.Nel successivo mercato estivo, la Reggina si privò per ben 13 milioni di euro del suddetto attaccante. Venne ceduto infatti al Manchester City. In Inghilterra nei sei mesi successivi non ebbe particolare fortuna, cosicché a gennaio 2008 i Cityzens decisero di cederlo in prestito.I dirigenti granata, memori della sua sontuosa prestazione a Torino, nella stagione precedente, si misero immediatamente sulle sue tracce, nel tentativo di portarlo al Toro, ma quando tutto sembrava deciso, il 23 gennaio, il giocatore firmò per la Lazio, inutile spiegare quanto tutto l’ambiente torinista ci restò male.Ironia della sorte, il 27 gennaio, era in programma Torino Lazio, il nuovo acquisto dei biancocelesti si accomodò in panchina, ma al 60° minuto venne mandato in campo al posto di Rocchi.Da tutti i settori dello stadio si alzò un boato impressionante, fatto di fischi ed insulti, all’indirizzo di colui che nell’immaginario collettivo aveva rifiutato la maglia granata. Il ragazzo in questione, visibilmente turbato da un’accoglienza simile, stabilì il record mondiale di doppia ammonizione, infatti in nemmeno 5 minuti collezionò due cartellini gialli, che gli vennero sventolati sotto il naso, dall’arbitro Rizzoli.Il malcapitato, uscì dal campo fra l’esultanza di noi tifosi: il torto subito era stato vendicato nel migliore dei modi!Ma si sa, il tempo è la migliore delle medicine per dimenticare e così a luglio 2008 il presidente Cairo sborsò 7 milioni e riuscì finalmente ad assicurarsi le prestazioni di questo giocatore.Alzi la mano chi ancora non ha capito di chi stiamo parlando, ma naturalmente del nostro Capitano, Rolando Bianchi.E’ risaputo che le storie d’amore travagliate non fanno altro che rafforzare il legame affettivo.Così anche il rapporto che si è instaurato fra Bianchi e la stragrande maggioranza dei tifosi granata è fatto di amore incondizionato.Sono passati più di quattro anni dal giorno in cui Bianchi arrivò al Toro, nel frattempo ha avuto modo di mettere a segno 70 reti, arrivando ad essere il decimo marcatore della storia granata, dimostrando, fra l’altro, in questi anni, un attaccamento alla maglia davvero notevole.Come tutti ben sappiamo, a giugno scadrà il suo contratto con il Torino F.C., ed a tutt’oggi non ci sono segnali, dalle due parti, che inducano all’ottimismo.Inoltre a febbraio 2013, il giocatore sarà libero di firmare un precontratto con un’altra squadra.Ho l’impressione che dalle due parti, nonostante le dichiarazioni di facciata, non ci sia nessuna volontà di sedersi attorno ad un tavolo ed arrivare ad un accordo.Il Toro perderà così il giocatore a parametro zero e di conseguenza il calciatore potrà avere in mano il proprio cartellino e questo non potrà che rafforzarne le  richieste contrattuali.Non sto a giudicare la bontà o meno dell’operazione, è innegabile che Mister Ventura non ami gli attaccanti con le caratteristiche di Bianchi, non sto nemmeno a giudicare questo calcio moderno in cui i giocatori simbolo diventano un peso, ma voglio almeno sperare che il divorzio (se divorzio sarà), venga gestito con intelligenza e oculatezza dalla società.Se divorzio sarà, tanto vale guardarsi attorno già dal mercato di gennaio.E’ sotto gli occhi di tutti noi quanto il Toro sia debole in attacco, personalmente non ricordo di aver mai visto la squadra granata così spuntata come in questi ultimi due anni.Il mercato invernale deve essere assolutamente improntato a rafforzare l’attacco. L’ideale sarebbe che la dirigenza decidesse di investire su dei giocatori in grado di garantire un consistente salto di qualità, ma si sa che durante il mercato di gennaio non è facile reperire buoni giocatori, è anzi alto il rischio di vedersi rifilare delle fregature memorabili, a questo proposito noi del Toro ne sappiamo qualcosa.Col rischio di diventare estremamente impopolare, potrei anche accettare una partenza del nostro Capitano, a patto che al suo posto arrivasse un attaccante di valore, magari giovane, che meglio si adattasse al gioco di Ventura e soprattutto che ci garantisse quel numero di reti sufficienti per raggiungere una tranquilla salvezza.Un’ultima riflessione però mi porta a pormi un paio di domande: perché in tutta Europa vengono lanciati attaccanti giovanissimi e da noi un Diop non riesce ad esordire in serie A e perché Sansone non è titolare fisso?Beppe PaglianoTwitter  @beppepagliano   (foto Dreosti)

tutte le notizie di