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columnist
C'è una stagione che entra appena adesso nel suo momento clou ed un calendario che sulla carta offre proprio ora i suoi impegni più difficili, ma la classifica conforta quel tanto da permetterci di gettare uno sguardo al futuro prossimo ed iniziare a porsi dei quesiti sul Torino che sarà. Ad esempio chi vestirà la fascia di capitano del Toro nella prossima stagione. La questione in realtà non è così proiettata in là nel tempo perchè già in questo campionato tra le panchine di Bianchi e gli infortuni di Ogbonna, i galloni di capitano sono stati spesso ceduti ad altri elementi della rosa che non fossero il Capitano ed il Vice ufficialmente designati. E' toccato pertanto a Danilo D'Ambrosio l'onore e l'onere di “comandare” la squadra in campo di tanto in tanto: lo ha fatto alla grande nella quasi perfetta serata di San Siro dove a tratti ha ricordato il capitano dei nerazzurri che stava affrontando, quel Zanetti di cui noi tifosi granata saremmo lieti se Danilo ripercorresse anche solo la metà della carriera fatta. Per anzianità di servizio, o come si dice nel rugby per “caps”, D'Ambrosio è tra i senatori di questo gruppo essendo arrivato nel gennaio del 2009 nella famosa “rivoluzione dei peones” tentata da Petrachi per risollevare le sorti di una stagione che sembrava destinata ad un naufragio totale e che invece si trasformò in un'esaltante cavalcata fermata alle soglie della serie A dal Brescia e da un gol annullato allo sfortunato Arma. Il giovane terzino campano fu una delle sorprese positive e sembrava destinato ad una carriera sfolgorante, ma l'anno successivo entrò in crisi e anche il pubblico iniziò a fischiarlo: sul punto di lasciare il Torino, l'arrivo di Ventura cambiò le carte in tavola e con il tecnico genovese Danilo ritrovò fiducia in se stesso e tornò a dimostrare quelle indiscutibili qualità tecniche che avevano affascinato i tifosi nei suoi primi sei mesi di Toro. Oggi unanimamente gli si riconosce di essere stato uno “davvero da Toro”, capace di metterci voglia e determinazione per rialzarsi dopo essere caduto. Basteranno queste qualità per essere il futuro capitano granata? Le probabili partenze a giugno di Ogbonna e Bianchi libereranno i gradi e Danilo è sicuramente in pole position per aggiudicarseli. Personalmente non mi dispiacerebbe se fosse davvero lui Capitan Futuro, anche se qualche remora sul suo carisma all'interno dello spogliatoio non la posso nascondere. Per carattere, D'Ambrosio non mi sembra un leader nato, ruolo che invece pare maggiormente essere nelle corde di Gillet, per esempio. Il “gatto di Liegi” potrebbe essere un altro papabile al ruolo di capitano anche se la spada di Damocle che gli pende sul capo per le vicende del calcioscommesse rischia di metterlo fuori dai giochi in maniera definitiva, con grave danno per la squadra vista la sontuosa stagione disputata fin qui dal portiere belga. Senza scomodare icone assolute della storia granata, eroi leggendari, inimitabili ed inavvicinabili per motivi diversi come Valentino Mazzola o Giorgio Ferrini, è inutile dire che fare il capitano del Toro è un ruolo che comporta pressioni molto alte e che può schiacciare chi non ha la statura morale e la capacità di essere un punto di riferimento per i compagni, ma anche per i tifosi. In questo uno dei migliori capitani di sempre resta, a mio avviso, Rolando Bianchi, al di là di ogni discorso tecnico-tattico che lo riguarda e che ultimamente ha purtroppo diviso il tifo granata, per la sua capacità di immedesimarsi totalmente nel ruolo e nel mondo granata a 360 gradi. Dopo gli errori del recente passato in cui la fascia di capitano era stata affidata a Rosina volendone fare un simbolo oltre la sua capacità di esserlo e all'ignominiosa parentesi Di Michele su cui non voglio neanche soffermarmi, credo che per il futuro ci si debba affidare a qualcuno che abbia le spalle larghe per sostenere il peso della fascia, ma che abbia anche la continuità tecnica per portare in campo l'influenza esercitata nello spogliatoio. Magari non un campione, ma un punto di riferimento in campo e fuori come riuscì ad essere, ad esempio, Oscar Brevi nelle sue due stagioni al Toro. E' ovvio che in un'ottica di svecchiamento della rosa e quindi in mancanza dell'esperienza che poteva avere gente come Brevi, se sarà D'Ambrosio il prescelto, gli sarà richiesto di “crescere” ancora di più: a suo favore, però, potrebbe avere la spinta psicologica positiva che la fascia di capitano dà a chi la indossa, un qualcosa in più da non sottovalutare. Si volesse invece puntare sulla scuola del tremendismo per dare una connotazione ancora più granata alla scelta del capitano (o del vice) punterei su due elementi rocciosi e gladiatorii come Glik e Rodriguez o, perchè no, sull'infaticabile Gazzi, anche se ammetto che per carattere e inclinazione forse tutti e tre interpreterebbero il ruolo più da “leader silenziosi” che da veri trascinatori, specialmente fuori dal campo. Diciamo che la suggestione D'Ambrosio come Zanetti è un dolce pensiero pensando al futuro prossimo e risolverebbe bene questo rebus. E poi guardando ancora un po' più in là, perchè non immaginarsi un Emanuele Gatto “Capitan Futuro” alla De Rossi? Mi sa che ora sto esagerando e va a finire che poi magari sogno anche che un giorno mi faccia l'autografo uscendo da un allenamento al Filadelfia... Alessandro Costantino Twitter: AleCostantino74 (Foto Dreosti)
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