Sul bel Danubio blu


lasciarci le penne
Schachner e Polster, Valzer granata
Johann Strauss figlio
1866
C'è una melodia che più di ogni altra rappresenta Vienna, quel Sul bel Danubio blu che immancabilmente ci viene proposto dalla capitale austriaca il primo gennaio nel Concerto di Capodanno. Ammettiamolo: è il momento che aspettiamo tutti, sobbarcandoci le polke e le marcette meno coinvolgenti. Quando l'Orchestra Filarmonica di Vienna attacca il più celebre valzer del mondo, siamo lì, in fremente attesa del ritornello, durante il quale la maggioranza degli ascoltatori piemontesi può, sogghignando, canticchiare nella mente: "Il valzer di Strauss, boja fàuss boja fàuss", fingendo attenzione e trasporto emotivo. Quella celebre musica è stata una colonna sonora del Toro degli anni Ottanta, quando due punte austriache si sono succedute nel nostro attacco: dal 1983 al 1986 il baffuto Walter Schachner, poi il riccioluto Toni Polster nella stagione 1987-88.
Accomunati da una passata militanza nell'Austria Vienna in cui segnarono entrambi vagonate di goal e dalla presenza nella nazionale biancorossa, vennero accolti con grande aspettativa. Walter aveva fatto furore nel Cesena e fu il colpo di mercato che ci fece sognare, strappato a molte squadre importanti che lo avevano puntato mentre brillava in Romagna. All'esordio in Coppa Italia si presentò con una quaterna al malcapitato Vicenza, travolto in casa per 5 a 0, e tutti pensammo che fosse arrivato il nuovo prodigio in grado di rinverdire le gesta di Pulici e Graziani che negli anni precedenti erano partiti, spezzando il cuore del popolo granata, verso altri lidi. Il bomber di Leoben si fece apprezzare per la generosità e per gli scatti brucianti, ma fu meno prolifico di quanto si poteva sperare: segnò 18 goal in 85 partite, lui che aveva totalizzato 72 marcature in 101 presenze nell'Austria Vienna.
LEGGI ANCHE: Buon 2025, cuori granata
101 goal in 72 match... Media vertiginosa e impossibile da replicare in Italia, come dimostrò anche Toni Polster, che con la maglia viola della squadra della capitale austriaca aveva fatto ancora meglio, totalizzando qualcosa come 119 goal in 147 presenze. Toni arrivò a Torino fresco di Scarpa d'Oro, premio destinato al miglior realizzatore europeo e partì con il botto: il 20 settembre 1987, nella seconda giornata di campionato, travolgemmo la Sampdoria per 4 a 1 e lui marcò tre reti, balzando in testa alla classifica dei cannonieri. Pur confermando le doti di attaccante di razza, faticò a mantenere la media alla quale era abituato all'estero e chiuse la sua unica stagione italiana realizzando 9 reti in 27 gare. La melodia viennese dei goal granata degli anni Ottanta si concluse con lui. Nel frattempo avevamo fatto l'orecchio al samba scatenato dalle magie di Léo Jùnior; poi furono le invenzioni di Müller a tingere di verdeoro i nostri sogni calcistici. Ma le scorribande di Schachner e le bordate di Polster sono ancora vive nei ricordi dei ragazzi di allora e suonano come le note di Johann Strauss figlio: "Il valzer di Strauss, boja fàuss boja fàuss" .
LEGGI ANCHE: Uomini nell’alba della vita
Autore di gialli, con "Cocktail d'anime per l'avvocato Alfieri" ha vinto l'edizione 2020 di GialloFestival. Marco P.L. Bernardi condivide con il protagonista dei suoi romanzi l'antica passione per il Toro e l'amore per la letteratura e la canzone d'autore.
Disclaimer: gli opinionisti ospitati da Toro News esprimono il loro pensiero indipendentemente dalla linea editoriale seguita dalla Redazione del giornale online, il quale da sempre fa del pluralismo e della libera condivisione delle opinioni un proprio tratto distintivo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il tuo commento verrà moderato a breve.
Puoi votare una sola volta un commento e non puoi votare i tuoi commenti.