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Se amassi meno il Toro…

Cristina Raviola
Buonanotte granata/Dopo Torino-Chievo, una riflessione sul momento difficile e sui cambiamenti che dovranno avvenire

Bisognerebbe amare meno il Toro, per non sentirsi pugnalati. O stanchi. Perchè è questo che la squadra sta facendo: stancarsi e stancarci.

Bisognerebbe forse tenere un po'di meno al Toro, per non creare quell'ambiente che qualche giornata fa era "ostile" e ora è "da riconquistare", per potersi accontentare di un punticino rubato alla Samp, e di un niente guadagnato contro il Chievo. Non dar peso al fatto che la squadra sia così appannata, così evidentemente malinconica da essere descritta con queste esatte parole anche dai cronisti. La squadra non si diverte e non diverte nemmeno noi.

Bisognerebbe essere ciechi per non vedere che siamo entrati in un tunnel da cui sarà difficile uscire, senza cambiare qualcosa di sostanziale. La squadra si stringe intorno a Ventura, perchè evidentemente è ancora una guida forte per questi ragazzi, ma se la guida sbanda cosa succede al pullman? Accade che quel giocattolino fatto di cristallo si incrina e poi si frantuma in mille pezzi. Così il Toro, che ci regala venti minuti di calcio ben giocato e ci fa esultare per un gran bel gol dopo una gran bella azione, si sgretola piano piano sotto i nostri occhi e crolla definitivamente nella nostra delusione e frustrazione.

Bisogna amare un po'di più questo Toro e anche questi ragazzi, per smetterla di cercare scuse, per chiudersi a riflettere e trovare una soluzione per quella nebbia impalpabile che si sta portando via il loro e il nostro entusiasmo. Non posso farlo io, che sono solo una cantastorie del web, non può farlo nessun tifoso ostile, può farlo solo un mister che sia motivato a salvare questa squadra, a cambiare questa situazione. Quel mister che ha tutti gli occhi addosso ora, gli occhi di chi ama visceralmente questi colori e non vuole vederli mai più trascinati verso posti che non ci competono.

Buonanotte granata...