A volte capita di prendersi qualche ora per se stessi: rifugiarsi tra vecchi dischi, mettere le cuffie, alzare il volume e chiudere il mondo fuori. Ma sappiamo che qualcosa dentro ce lo portiamo lo stesso. Ci portiamo dentro tutto ciò di cui non possiamo fare a meno, tutto ciò che ci fa emozionare nel bene e nel male, tutto ciò che ci preoccupa, che ci rende felici, la famiglia, gli amici, le nostre paure, le nostre passioni e quindi, tante volte, ci portiamo dentro anche il nostro Toro. Ed è proprio questo che mi è capitato ascoltando qualche pezzo: mi è capitato di pensare al mio Toro. Sì, perché ascoltando i Queen, ho capito che ci deve essere sempre qualcuno o qualcosa da amare, con la loro “Somebody to Love”: come non pensare ai colori granata? Freddy Mercury e compagni mi hanno anche detto di avere grinta e crederci sempre, perché il Toro, se vuole, può farsi valere su chiunque, e me lo hanno detto con la mitica “We will rock you”! Ma i Queen mi hanno anche fatto pensare al Grande Toro, che nel cuore di ogni granata vivrà per sempre (“Who wants to live forever”), perché quei ragazzi sono stati i campioni, amici miei, e sempre lo resteranno! (“We are the Champions”)! Ma del Grande Toro e di altri campioni scomparsi troppo presto, come il grande Gigi Meroni, me ne ha parlato anche Bob Dylan. Me ne ha parlato con il pilastro “Knockin’ on heaven’s door”, perché in certi momenti, ogni granata vorrebbe poter bussare alle porte del Paradiso per rivedere ancora una volta (o vedere almeno una volta) le giocate dei quei miti del calcio. A non farmi intristire troppo ci ha poi pensato Iggy Pop, che con la sua “The Passenger”, mi ha fatto capire che la storia del Toro è un viaggio bellissimo, anche se ci sono stati momenti difficili. Viaggio in cui noi siamo viaggiatori che dobbiamo prendere ciò che capita giorno per giorno, possibilmente divertendoci per quello che in fondo ci piace davvero, il calcio, magari anche cantando lalla lalla la la la la! Ed è vero, a volte il nostro Toro ci fa proprio arrabbiare, tanto che ci verrebbe voglia di andarcene e stiamo lì a chiederci “Should I stay or should I go?” come suonano i The Clash, soprattutto in momenti in cui il Toro sembra non essere più lui, sembra mollare del tutto. Ma proprio quando ti sembra di essere sulla strada che va dritta dritta agli inferi della classifica e senti in sottofondo “Highway to hell” degli AC/DC, proprio loro, ti ricordano, con “You shook me all night long”, che il Toro è e rimarrà ciò che ti sa far vibrare l’anima, anche se qualche volta fa arrabbiare. Ed è in questi momenti che ti alzi e, con le tue cuffie, ti metti a ballare in piedi sul letto simulando un’esultanza da stadio o una schitarrata da rockstar! Quando prendiamo questi momenti e chiudiamo il mondo fuori, il Toro, comunque, pulsa dentro, a ritmo di Rock’n’Roll! Roberta Picco (foto Dreosti) Twitter:@roberta_picco
columnist
Se il Toro fosse musica, sarebbe Rock’n’Roll!
A volte capita di prendersi qualche ora per se stessi: rifugiarsi tra vecchi dischi, mettere le cuffie, alzare il volume e chiudere il mondo fuori. Ma sappiamo che qualcosa dentro ce lo portiamo lo stesso. Ci portiamo dentro tutto ciò di cui non...
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