"Dopo la Lazio ci chiedevamo se Marco Giampaolo fosse l’uomo giusto per risollevare gli animi della squadradopo la batosta di domenica scorsa contro i biancocelesti. Se potesse essere la persona giusta per scacciare dal Torino l’alone di negatività che si è creato. Ebbene, la partita di Genova ha fornito una risposta chiara: sì, lo può essere. Non va sottovalutato il fatto che i fantasmi di quanto successo tre giorni prima si sono rivisti nel finale di Marassi. Ma in generale la squadra granata ha fornito la reazione mentale che serviva soprattutto nella prima parte di gara: il gruppo è vivo ed è stato bravo il tecnico a toccare le corde giuste. Del resto sta tutto nella frase ripetuta da Giampaolo a fine gara: “Nelle difficoltà hai due opzioni: o molli o reagisci”. Il Torino ha reagito e Giampaolo, per citare un’altra sua frase del prepartita, ha dimostrato che “la squadra ce l’ha in mano lui”.
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Sì, la squadra ce l’ha in mano lui
Editoriale / Primo tempo di reazione, secondo tempo di gestione: primi vagiti del Torino di Giampaolo
Sul piano tecnico-tattico, invece, nessuno può mettere in discussione la competenza e la preparazione dell’allenatore abruzzese. Stiamo assistendo ai primi vagiti del progetto Toro; la squadra sta imparando a gestire il possesso palla, a sviluppare situazioni in uscita in modo pulito. A giocare, insomma, un tipo di calcio molto diverso dal passato. Lo si era intravisto nei match contro Sassuolo e Lazio; le conferme sono arrivate anche a Genova, in una ripresa in cui i granata hanno sofferto poco, gestendo i ritmi e anestetizzando i tentativi di un Genoa parso per la verità poca cosa. Proprio per questo, per capire le prospettive di questa squadra bisogna attendere altre controprove, a partire ovviamente dalla sfida contro il Crotone, gara importante allo stesso modo di quella di ieri. Ma il Torino è in crescita e ha margini di miglioramento. E la partita di Genova dimostra che Giampaolo e i suoi un po’ di fiducia se la meritano.
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