Che il Toro faccia tremar le gambe lo cantiamo con convinzione ogni domenica, e oggi, in questo finale di partita, ho tremato davvero.
columnist
Sogno un Toro che vuole di più
Un match non particolarmente esaltante quello con la Roma, per entrambe le squadre, a tratti giocato più di testa che di gambe e anima, con qualche fiammata e deciso da un paio di episodi. Sarebbe stato un vero peccato perderla, considerando che la squadra che abbiamo ospitato all’Olimpico, ha creato davvero poco. Restano gli episodi, dunque, e gli elementi di punta su cui riflettere.
Potevamo fare di più, e soprattutto potevamo farlo prima, e, mentre mi stavo abituando delusa al risultato di 0-0, quella punizione e l’uscita scellerata di Padelli, hanno aggiunto quella punta di drammaticità che sembrava mancare a questa fredda domenica. Abbiamo letto e sentito ogni cosa sul nostro portiere ormai, e, pur essendo davvero dispiaciuta, è evidente che in questo momento, oltre agli errori, manchi anche la serenità di rimontare davvero in sella e dare quella sicurezza che in porta è indispensabile.
Il cuore, più della testa, è servito a creare l’occasione per riprendersi il pareggio, all’ultimo minuto, che finalmente non è più maledetto e stramaledetto sul mio orologio granata. Grazie a Belotti, che, oltre ad essersi sbloccato, ogni gara dimostra di lavorare davvero tanto per la squadra, e al mio idolo Maxi Lopez, che entra (per me sempre troppo tardi) e riesce a dare il suo contributo, cambiando in meglio la gara.
Il Toro che sognerò stanotte è meno altalenante e mi regala più certezze. Forse è un po’più avanti nella crescita dei suoi giovani ragazzi, forse ha più coraggio, grinta e voglia di osare. Ha un allenatore che mette in campo Maxi Lopez e Belotti insieme dal primo minuto, perché si rende conto che il momento no di Quagliarella comincia ad essere un problema. Il Toro che sognerò ha gli stessi Glik, Vives, Bruno Peres e Molinaro, esattamente come li ho visti giocare nelle ultime gare, perché in nessun sogno li vorrei diversi. In quel Toro i giovani ingredienti sono mescolati ancora meglio ai veterani per creare quella miscela che può essere davvero esplosiva. Non ci siamo ancora del tutto, ma raccogliamo quel briciolo di pazienza che ci resta.
Quel Toro ci sarà, appena Ventura troverà la chiave di tutti questi elementi, per farli giocare nella loro forma e condizione migliore. Quel Toro che sognerò stanotte lui lo sta costruendo.
Buonanotte granata…
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