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SOS Cerci, povero grande Deyna ..

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CERCI, UN REBUS DA RISOLVERE – Maggio 2012. A Lecce la Fiorentina forse più disastrosa delle ultime annate va a vincere con un gol del suo talento più enigmatico che, a fine gara, così descrive il suo stato d’animo...
Renato Tubere

CERCI, UN REBUS DA RISOLVERE – Maggio 2012. A Lecce la Fiorentina forse più disastrosa delle ultime annate va a vincere con un gol del suo talento più enigmatico che, a fine gara, così descrive il suo stato d’animo a un cronista della Nazione: “Qualche cavolata l’ho fatta, poca roba davvero. Su di me ho sentito le leggende più incredibili, compresa quella del gatto al guinzaglio. Io ho un cagnolino, eppure è venuta fuori quella storia e tutti ci hanno creduto. Basta dipingermi a questo modo!” Alessio Cerci, è di lui che stiamo parlando, è così, prendere o lasciare. Introverso e istintivo fino ad apparire un po’ beffardo, il calcio per lui resta un eterna lotta contro il mondo intero che, dal suo punto di vista, ce l’ha sempre avuta con lui. Cosa fare per tirarne fuori il meglio?  Cerci nelle ultime due stagioni in viola ha segnato 12 reti in 46 gare distribuendo pure un certo numero di assist. Perché finora questo ragazzo su cui il Toro ha investito due milioni e mezzo per la sola comproprietà sta deludendo le attese? Problemi di ambientamento, di sicuro, ne ha a iosa il fantasista di Velletri fortemente voluto da Ventura. Il mister, dopo il recente alterco nell’intervallo della gara interna col Milan, ha il dovere di recuperarlo alla causa. Dopo 17 turni di campionato il Toro necessita del vero Cerci come un malato terminale dell’ossigeno. L’ala scattante, intraprendente, capace di sfidare e battere più volte nella stessa gara il suo marcatore diretto si decide o no a uscire dal suo guscio? Al mister genovese l’onere di risolvere questo rebus.   ATTENTI AI MUSSU VOLANTI! – Domani pomeriggio si presenta all’Olimpico, reduce da ben tre successi consecutivi, una rivale diretta per la salvezza a dir poco insidiosa.  Il Chievo balbettante delle prime giornate di questa serie A, passando di mano da Di Carlo a Corini, ha poco per volta acquistato fiducia nei suoi mezzi. Davanti a Sorrentino, uno dei migliori numeri uno italiani, è il difensore centrale ex Inter Andreolli l’elemento di spicco. Aspettiamoci un grande duello con capitan Rolly! In attacco c’è un’abbondanza di soluzioni mica male per il giovane tecnico bresciano: chi fra Paloschi, Pellissier, Thereau e Di Michele formerà la coppia offensiva da opporre ai granata? A centrocampo invece dovrebbero mancare due pezzi da novanta come Hatemaj e Rigoni, quest’ultimo KO per l’influenza. Insomma, questi mussi volanti vanno presi con le molle. La mano di Corini – ottimo regista di centrocampo quando giocava - s’intravede nel loro modo fulmineo di ripartire in contropiede quando le altre squadre si sbilanciano in forcing dissennati … le altre squadre, appunto: perché Ventura in questa trappola non ci cascherà!   KAZIU DOVE SEI? – Altro che Boniek, altro che Lewandowski: per me è Deyna il più grande calciatore polacco di tutti i tempi! Fu un numero dieci straordinario per inventiva e tocco di palla Kazimierz, per gli amici più stretti Kaziu. Il top della sua fama lo raggiunse ai mondiali di Germania nel 1974, tra l’altro segnando un gol eccezionale a un certo Dino Zoff. In quella Polonia che finì terza c’erano fior di giocatori come le due ali Lato e Gadocha, il centravanti Szarmach e il gigantesco e riccioluto portiere Tomaszewski. Lui, sguardo sempre impassibile, entrava in tutte le azioni offensive liberandosi dei difensori avversari come fossero dei birilli e, quando tirava, erano missili terra aria i suoi! Fece bene pure nel successivo mondiale in Argentina Kaziu. Gl’inglesi del Manchester City lo ebbero quindi tutto per loro per tre tormentate stagioni: anche a Maine Road la sua divisa azzurra n° 10 suscitò grandi emozioni e Kaziu recitò addirittura assieme al suo grande amico Mike Summerbee e a Pelè nel celebre film “Fuga per la vittoria”.  Poi volle cambiare aria e continente andando a giocare nella Major League Soccer americana. Chiamato lassù da un procuratore che si finse amico per la pelle per alleggerirlo progressivamente di tutti i guadagni e scapparsene un giorno in Sudamerica, questo straordinario campione giocò per 6 anni nei San Diego Sockers. Altro mondo, altre emozioni per un atleta cui gli anni cominciavano a pesare: fu un amore finito male a rovinare il grande Deyna. Troppi cocktail super-alcoolici, un giorno dopo l’altro, lo accompagnarono all’appuntamento decisivo con la Nera Signora il 1 settembre 1989. In un terribile incidente stradale Kaziu se ne andò da questa terra a soli 42 anni distruggendo l’unica amica che gli era rimasta: la sua cara Dodge Colt color cremisi. In tasca oltre alla patente di guida gli trovarono solo 50 cents, dentro l’auto invece ben 22 palloni.  Povero grande Kaziu, resterai sempre nei nostri cuori! Renato Tubère

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