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Sotto la lente

Sotto la lente: analisi Atalanta

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Come giocano i campioni d’Europa, prossimi avversari del Toro?
Francesco Bonsi

Le speranze per il Toro di raggiungere l'ottavo posto in classifica sono definitivamente sfumate: ieri la Fiorentina, per mezzo della vittoria a Cagliari, ha centrato per il terzo anno di fila la qualificazione in Conference League, accessibile anche quest'anno tramite il piazzamento all'ottavo posto. Tuttavia, per i granata, esiste ancora la possibilità di qualificarsi per una competizione europea. Se la Fiorentina dovesse trionfare in Conference League e piazzarsi all’ottavo posto, sarebbe qualificata in Europa League e si libererebbe uno slot aggiuntivo per la qualificazione in Conference, raggiungibile col nono posto in classifica. Ipotizzando quindi la vittoria in coppa della Viola, il Toro se la gioca col Napoli per il nono posto, quindi per la qualificazione in Conference League: i granata hanno un punto in più, ma devono affrontare l’Atalanta, fresca vincitrice dell’Europa League. Probabilmente Gasperini cercherà di dare spazio a chi quest’anno ha giocato di meno, anche

per far riposare chi ha giocato la finale di mercoledì. Questa potrebbe essere la probabile formazione:

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L’Atalanta è una squadra reduce da 5 vittorie di fila in campionato e dalla vittoria dell’Europa League ai danni del Bayer Leverkusen, che non perdeva da 51 partite. Gli orobici sono arrivati in fondo in tutte le competizioni giocando un turno infrasettimanale ogni settimana da aprile a maggio: la resistenza non è stato di certo un problema per la Dea. L’approccio sarà sicuramente meno reattivo del solito, ma non bisogna aspettarsi una squadra che scenda in campo per passeggiare.

Come superare le marcature a uomo?

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Come sappiamo, Gasperini è colui che ha avviato la tendenza di marcare a uomo a tutto campo in Italia, influenzando i suoi calciatori che oggi allenano e anche allenatori che non hanno mai avuto un rapporto diretto con lui. Uno di questi è proprio Ivan Juric, che ha portato questo concetto in tutte le sue squadre e anche al Torino: si prevede quindi una partita a specchio che si deciderà soprattutto sui duelli individuali. L’Atalanta cerca di effettuare una pressione aggressiva, ma anche coordinata, quindi con un’intensità diversa a seconda di dove si trovi il pallone. Quando il portiere è in possesso del pallone, i giocatori cercano di chiudere i corridoi centrali e di limitare lo spazio e il tempo

a disposizione dell’estremo difensore.

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Gli avversari vengono invitati a sviluppare lateralmente, ma proprio qui scatta il trigger per il pressing dell’Atalanta, più aggressivo e fortemente orientato all’uomo.

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Le marcature a centrocampo sono rigorose, mentre sulle fasce avviene una scalata particolare: il quinto sul lato palla esce alto in pressione, mentre quello sul lato opposto ripiega al fianco dei difensori per ristabilire la superiorità numerica nella linea difensiva.

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Ciò che può mettere in difficoltà l’Atalanta sono le rotazioni, le quali possono disordinare le marcature a uomo. Proprio per questo motivo, spesso assistiamo a dei cambi di marcatura. Nella seguente immagine Tsimikas viene dentro al campo, quindi non sarà più il quinto a

marcarlo, ma il centrocampista.

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Quando la Dea ripiega nella propria metà campo, le marcature rimangono a uomo nella zona, cosicché l’avversario sia costretto a sviluppare sotto pressione.

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Le marcature a uomo in ogni zona del campo possono essere efficaci quanto deleterie, per esempio i contro-movimenti rapidi da parte degli attaccanti mandano in difficoltà la difesa.

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I difensori non sono particolarmente rapidi, quindi spesso possono lasciarsi scappare alle spalle il proprio riferimento. La Juventus è riuscita a sbloccare la finale di Coppa Italia grazie ad un attacco della profondità di Vlahovic, che è scappato agevolmente alle spalle di Hien.

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Fluidità e verticalità sono i principali aspetti da controllare

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In fase di costruzione, Gasperini concede ai suoi giocatori grande libertà posizionale: il sistema di gioco varia continuamente, senza che ci sia una disposizione precisa e millimetrica. Ciò che accade più spesso è che un centrocampista scivoli nella linea difensiva per creare superiorità o che un difensore si stacchi dalla linea stessa per lasciare più spazio al portiere.

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In questa immagine sulla lavagnetta, vediamo che Ederson scivola nella linea difensiva costringendo l’ala avversaria a scegliere chi marcare: in questo caso rimarrebbe libero Djimsiti e potrebbe condurre sulla fascia.

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In quest’altra immagine il difensore centrale Hien si alza a centrocampo, lasciando più spazio a Musso. Ogni sviluppo dell’Atalanta è mirato a liberare spazi in avanti per poter giocare in verticale al più presto. Il portiere e i difensori, infatti, non si fanno problemi a costruire lungo, soprattutto quando c’è Scamacca o De Ketelaere a ricevere i lanci. Nella partita d’andata contro la Fiorentina in Coppa Italia, i bergamaschi sono andati in difficoltà perché il pressing viola li costringeva a lanciare lungo, ma non avevano un giocatore su cui appoggiarsi tra Lookman e Miranchuk. Una volta raggiunta la metà campo avversaria, l’Atalanta cerca di sviluppare le proprie trame di gioco tramite l’attivazione delle catene laterali, dove vi sono continue rotazioni che permettono di creare imprevedibilità e scompiglio nella difesa avversaria.

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Scamacca viene spesso incontro liberando spazio alle sue spalle per gli inserimenti dei compagni, specialmente di Koopmeiners.

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Anche la coppia formata da Ruggeri e Lookman dà vita ad ottime combinazioni: spesso il nigeriano viene incontro al compagno che dall’esterno scarica e si inserisce nello spazio liberato dall’attaccante, che può quindi completare l’uno-due.

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Charles De Ketelaere, dopo una stagione difficoltosa, ha finalmente trovato il contesto giusto in cui poter emergere. Il belga è deresponsabilizzato da compiti di conduzione del pallone in spazi ampi, ma può muoversi molto di più senza palla coordinando i movimenti

coi compagni e legando il gioco sulle catene laterali. L’ex Milan ha messo a referto 14 gol e 9 assist in tutte le competizioni, per un totale di 23 reti in cui è coinvolto. Un altro giocatore che sembra aver beneficiato di questo sistema è Miranchuk, assist-man della squadra con 12 assist (e 4 reti) in tutte le competizioni. Il russo veniva da una stagione discontinua proprio al Toro con Juric, ma a Bergamo ha trovato più continuità di rendimento e più situazioni dove poter sfogare la sua creatività.

Si può replicare la partita dell’andata?

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Nella gara d’andata, il Toro aveva sorprendentemente battuto 3-0 l’Atalanta, con meriti granata e demeriti nerazzurri spartiti a metà. Le chiavi tattiche che avevano permesso al Toro di vincere quella gara le avevamo già analizzate, ma le possiamo riassumere. In fase di possesso i movimenti incontro di Sanabria e Vlasic hanno scombussolato le marcature avversarie: Zapata si è spesso ritrovato da solo contro De Roon a giocarsi dei duelli individuali, i quali sono stati nettamente vinti dal colombiano. Vojvoda ha lavorato in grande sintonia con Sanabria e Vlasic, infatti lo sviluppo del gioco si è concentrato sul lato sinistro del campo. In fase di non possesso il Toro ha dovuto fare i conti con un’Atalanta insidiosa, ma consumata dai costanti impegni infrasettimanali che hanno bombardato le settimane di novembre e dicembre. Le marcature dei granata sono state efficaci e anche il portiere ha dato un ottimo contributo alla vittoria finale. È possibile replicare quella prestazione, ma soprattutto quel risultato? È difficile dirlo, dato che il risultato finale è stato condizionato da un’overperformance granata, ma sicuramente, se preparata bene, la prossima sfida può regalarci emozioni simili.

Francesco Bonsi, nato a Ferrara, ha 16 anni e tifa Torino e Spal. Lavora come match-analyst in una squadra di prima categoria, e il suo sogno è quello di farlo professionalmente. Oltre a questo, si dedica a scrivere analisi su Twitter e per varie testate giornalistiche.

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