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Sotto la lente: analisi Bologna

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Il Bologna è una delle sorprese di questa stagione, ma come giocano?
Francesco Bonsi

Se l'inizio di campionato del Toro è stato complicato, il Bologna sta volando sulle ali dell'entusiasmo. Dopo una sconfitta alla prima di campionato, i rossoblù sono rimasti imbattuti per 10 giornate di fila, dovendo affrontare anche squadre del calibro di Juventus, Inter, Napoli e Lazio, e battendo peraltro questi ultimi. Lunedì sera, in occasione della 13° giornata di Serie A, gli emiliani ospiteranno il Torino al Dall'Ara, campo dove il Bologna ha vinto quattro partite su sei totali giocate, e dove solo il Milan è riuscito ad imporsi. Gli uomini di Thiago Motta giocano un calcio fluido in fase di possesso, e aggressivo quando il pallone ce l'hanno gli avversari, schierandosi con un ibrido tra il 4-3-3 e il 4-2-3-1. La probabile formazione vede Skorupski tra i pali; Lykogiannis, Calafiori, Beukema e Posch in difesa; Aebischer e Freuler a centrocampo, e davanti Saelemaekers, Ferguson e Ndoye (visto l'infortunio di Orsolini) a sostenere Zirkzee. Per quanto riguarda il Toro, la formazione vista a Monza non dovrebbe variare, a parte Linetty che è stato costretto ad uscire dal campo per infortunio, e che salterà quindi il prossimo impegno. Nella partita contro il Monza, il centrocampista polacco era stato di vitale importanza con i suoi recuperi, e dal momento che Gineitis non è stato in grado di svolgere i suoi compiti con la stessa efficienza, si potrebbe tornare a vedere Tameze a centrocampo.

FASE DI COSTRUZIONE E SVILUPPO

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La fase di costruzione del Bologna è spesso elaborata e ragionata, i rossoblù sono infatti primi in Serie A per tocchi nella propria trequarti (240 a partita) e secondi per tocchi all’interno della propria area di rigore (76 a partita). Come già accennato in precedenza, la fluidità è un elemento che contraddistingue la fase di possesso dei felsinei, quindi possiamo vedere con frequenza delle rotazioni in una zona del campo, per liberare uno spazio prossimo a quello di densità. Nella seguente situazione Beukema si prende dei metri in avanti, Posch si accentra, mentre Ferguson scivola alla sua destra, attirando su di sé l'esterno e la mezzala della Juventus, il movimento di Aebischer tiene impegnato Locatelli, e in questo modo Ndoye può isolarsi a destra contro Alex Sandro.

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Il movimento di Posch non è casuale: le qualità tecniche dell’austriaco fanno sì che possa trovarsi meglio ad interpretare il ruolo di terzino invertito, e per questo motivo lo troviamo più volte dentro al campo o sulla trequarti.

L’obiettivo principale del Bologna è quello di sovraccaricare un lato per attaccare velocemente quello opposto, cercando l’ala in ampiezza. In questo caso, si viene a creare un quadrilatero formato da Calafiori, Lykogiannis, Freuler e Saelemaekers, mentre Ferguson funge da elemento di transito per andare a trovare Orsolini sul lato debole.

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In quest’altro caso, si forma una terziglia composta da Posch, Aebischer e Orsolini, mentre Ferguson non è più il giocatore che lega il gioco, ma effettua un movimento che attira Rovella verso l’esterno, e libera il passaggio a Saelemaekers, che può trovare Lykogiannis.

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Un’altra soluzione è quella di giocare direttamente verso Zirkzee, che può ricevere spalle alla porta e scaricare al centrocampista più vicino, che può a sua volta servire l’inserimento dell’ala in profondità: questa soluzione ha messo in grande difficoltà il Toro nella gara di ritorno della scorsa stagione.

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RIFINITURA E FINALIZZAZIONE

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La produzione offensiva del Bologna è calata rispetto all’anno scorso, dato che la squadra è quintultima in campionato per numero di Expected Goals, ma a discapito di questo dato, sono tra le squadre più precise al tiro, infatti il 40,8% delle conclusioni terminano verso lo

specchio della porta, il numero più alto in Serie A. In zona di rifinitura, Zirkzee assume un’importanza ancora maggiore, dove non si comporta da vero attaccante d’area di rigore, ma quasi da seconda punta, muovendosi verso il portatore di palla per legare il gioco. Contro le marcature a uomo del Milan, l’olandese viene incontro ad Orsolini, liberando uno spazio che viene attaccato da Aebischer, servito poi

dallo stesso Zirkzee.

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Contro la Lazio, invece, esce dall’area di rigore per ricevere un passaggio dalla sinistra, ed è bravo Ferguson ad inserirsi nello spazio libero.

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Il Bologna è solito occupare la zona di rifinitura con tanti uomini, al costo di scoprirsi e lasciare spazio a possibili transizioni positive avversarie: nella seguente immagine vediamo addirittura sette uomini che si trovano nel terzo di campo avversario.

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L'AGGRESSIVA PRESSIONE ALTA

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In fase di non possesso, il modulo di base è il 4-4-2, con il trequartista che va ad affiancare la punta. Come vediamo nell’immagine sottostante, i due davanti si occupano in primo luogo del regista, poi uno si stacca dalla marcatura per pressare il portatore di palla, mentre

a centrocampo ognuno si accoppia col proprio riferimento.

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Può però capitare, che contro determinate strutture di costruzione, il Bologna passi ad un 4-1-2-3. Ad esempio contro l'Inter, la punta e le ali si sono occupati dei tre centrali, mentre il trequartista e uno dei due interni di centrocampo hanno marcato Calhanoglu e Barella.

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Come già detto, la squadra marca a uomo ogni riferimento avanzato, quindi i difensori, oltre a dover tenere alta la linea, devono occuparsi ognuno del proprio uomo quando gli avversari giocano a due punte. Qui vediamo i movimenti opposti di Lautaro Martinez e Thuram, con il

primo che viene incontro attirando su di sé Calafiori, e liberando spazio al secondo, che attacca la profondità: questa può essere una chiave per la prossima partita, dato che Sanabria e Zapata sono, sulla carta, due attaccanti complementari.

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L'aggressività del Bologna la si può notare anche quando gli avversari recuperano momentaneamente il pallone: per esempio contro il Cesena vediamo una riaggressione ben effettuata, che porterà al tiro dell'esterno sul lato opposto.

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LE DIFFICOLTÀ A DIFESA SCHIERATA

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Quando il Bologna abbassa il proprio baricentro, il modulo rimane 4-4-2, in modo da bloccare il centro del campo e uscire in pressione quando la squadra è obbligata a sviluppare lateralmente.

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Se la squadra avversaria riesce ad uscire da questa pressione, può facilmente cambiare gioco, e questa è una situazione che il Bologna, data la compattezza delle due linee, può soffrire.

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Oltretutto, i felsinei possono trovarsi in difficoltà anche nelle marcature all'interno dell'area di rigore. Nel gol subito contro la Juventus, Lucumí lascia troppo spazio a Vlahovic, e Corazza non è riuscito ad assorbire il suo perfetto inserimento.

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LE POSSIBILI CONTRAPPOSIZIONI

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In fase di possesso, la squadra di Thiago Motta dovrà cercare di manipolare le marcature a uomo dei granata, sfruttando quindi la fluidità delle proprie rotazioni. Non ci sarebbe da sorprendersi se, come contro l'Inter (che ha un sistema di marcature simile a quello del

Toro), Calafiori fosse incaricato di alzarsi a centrocampo per liberare Skorupski e avere un uomo in più nella costruzione, oppure un uomo in più al centro del campo.

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I granata dovranno cercare di contenere questa grande fluidità nella circolazione del pallone, e saranno molto importanti le scalate degli esterni per non lasciare isolato il braccetto contro l'ala sul lato debole. Un’ulteriore minaccia sarà sicuramente Zirkzee, che in fase di sviluppo, e soprattutto di rifinitura, è il principale riferimento della squadra. Nell'ultimo incontro tra Toro e Bologna, il numero 9 aveva giocato una mezz'ora da subentrato, mettendo in grande difficoltà i difensori granata: come abbiamo visto nelle immagini precedenti, i suoi movimenti incontro possono creare spazio ad un esterno di gamba come Ndoye. A questo proposito, saranno di fondamentale importanza le letture dei tre difensori centrali, e come già accennato, anche del vertice basso di centrocampo. Per quanto riguarda la fase offensiva, sarà determinante un buon giro palla sulle catene laterali, che può essere propedeutico ad un attacco della linea difensiva, o che può aiutare

ad uscire dalla pressione per poter cambiare gioco. Sanabria e Zapata devono invece lavorare bene in coppia, effettuando movimenti alternati per andare all'attacco della profondità. Al Torino attende un bel test di maturità contro un avversario in grande forma, battuto solo da Milan e Fiorentina. La scorsa stagione, il confronto tra le due squadre è stato in perfetto equilibrio, con una rimonta rossoblù all'andata e una vittoria di misura dei granata al ritorno. Le due squadre possono mettersi in difficoltà a vicenda, e regalare una sfida imprevedibile.

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