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Dopo tre mesi dalla vittoria contro il Lecce, i granata tornano a vincere in trasferta contro un Cagliari agguerrito e animato dalla scomparsa di Gigi Riva. Il risultato di 1-2 viene fissato dalla rete di Zapata, sempre più coinvolto nella fase realizzativa, e dal raddoppio di Ricci, che torna al gol dopo un’astinenza durata otto mesi. Si sapeva che il Cagliari sarebbe stato un avversario ostico, soprattutto perché poteva contare sulla spinta di uno stadio tutto esaurito, ma Juric ha trovato il modo di mettere i bastoni tra le ruote ai ragazzi di Ranieri, pur rimanendo fedele ai propri principi. Le uniche novità nella formazione sono rappresentate dal ritorno in campo di Linetty al posto di Ilic e dallo spostamento di Tameze in difesa al posto di Djidji. I tre davanti ovviamente non ricoprono posizioni fisse, motivo per il quale, nel calcio moderno è sempre più importante parlare di funzioni piuttosto che di ruoli.
Ranieri ha deciso di schierare la squadra a specchio, con due soli cambi rispetto alla formazione scesa in campo a Frosinone.
In fase di possesso il Toro ha cercato di sviluppare il più verticalmente possibile, sfruttando sì i rinvii lunghi, ma soprattutto le combinazioni rapide tra i giocatori. Un dato esplicativo è quello della percentuale di lanci lunghi sul totale dei passaggi tentati, che è stata la più alta in stagione, arrivando quasi al 18%. Con questi passaggi diretti i granata hanno cercato di mettere in difficoltà il blocco medio della squadra di casa, che però non si è limitata a fare difesa posizionale: Ranieri ha indicato ai suoi uomini di applicare una pressione più alta del solito, dove spesso la difesa si trovava oltre la metà campo. In questa prima fase di gioco il Toro abbassava entrambi gli esterni al fianco dei difensori laterali, mentre Buongiorno avanzava a centrocampo e ruotava di posizione con Ricci e Linetty.
Guadagnando metri in avanti e con il Cagliari schiacciato nella propria metà campo, la struttura diventava quella che abbiamo visto anche nelle precedenti partite: un 3+1 con Ricci a supporto dei tre difensori. Linetty non rimaneva in posizione centrale, ma si apriva su un lato o sull’altro per favorire l'avanzata dell'esterno di parte.
Ciò che ha veramente fatto la differenza per poter passare a condurre sono stati gli sviluppi laterali, con i quali si poteva innescare la pressione avversaria e successivamente uscire dalla zona di densità. Nell’azione del primo gol, vediamo che sul lato sinistro si viene a formare una catena laterale costituita da ben sei uomini.
Dopo aver creato densità, Ricci funge da spola tra un lato e l’altro, trovando Vlasic e Bellanova sulla corsia di destra: i due sfruttano la rottura della linea da parte del braccetto e del quinto avversario, trovando un’ottima combinazione tra loro per mandare il numero 19 sul fondo.
Ci penserà poi Zapata a finalizzare l’azione, mettendo a segno il suo 6° gol stagionale. In definitiva la combinazione di passaggi tra Vlasic e Bellanova è stata la migliore per progressione verso la porta avversaria: i due si sono scambiati ben 5 passaggi progressivi. Questo rende bene l’idea di come il croato e l’italiano abbiano influito sulla partita e di come stiano affinando la loro intesa in campo.
Anche il Cagliari ha effettuato una grande quantità di lanci lunghi, attenendosi quindi al piano di gioco che prevedeva la ricerca diretta del centravanti Petagna.
Chi invece ha cambiato il piano di gioco è stato Juric, che anche quando i sardi cercavano di sviluppare palla a terra, ha incaricato la squadra di mantenere un baricentro medio-basso, sottraendosi alla solita pressione alta uomo su uomo.
Il tecnico croato deve aver impostato la fase difensiva sapendo che il Cagliari soffre molto le transizioni negative, infatti dopo un recupero palla nella propria metà campo, il Toro aveva la possibilità di attaccare la difesa avversaria in campo aperto. Nel primo esempio il Toro recupera palla a destra e cambia gioco rapidamente, trovando Zapata a sinistra, che dopo aver vinto l’uno contro uno, si invola verso la porta di Scuffet, fallendo però la conclusione.
Nel secondo caso, il pallone viene recuperato a sinistra, poi Ricci si smarca in orizzontale e si gioca il duello prima con Wieteska e poi con Dossena: supera entrambi e sigla la rete del raddoppio.
Nonostante i pericoli creati, non si può dire che il Toro non abbia sofferto più del solito. Il Cagliari ha effettuato un totale di 25 tiri dei quali 10 in porta, accumulando un coefficiente Expected Goals di 2,27, di cui 1,72 solo nel secondo tempo. Solo in questa partita, i granata hanno dovuto effettuare 27 interventi difensivi nella propria area di rigore, che è il secondo numero più alto in stagione. Da questi dati si può dedurre che gli avversari sono entrati con grande frequenza e facilità nell’area del Toro, rivelandosi oltretutto molto pericolosi. Tameze non è stato brillante come quando giocava a centrocampo: nonostante la sua duttilità, ha dato un ulteriore segnale che non può sempre giocare nel ruolo di difensore. Prima di venire sostituito da Sazonov, si è spesso perso in marcatura Jankto, nella seguente immagine vediamo un esempio.
Anche Bellanova ha parzialmente macchiato un’ottima prestazione, constatando una carenza nella difesa in area di rigore.
Dopo aver accorciato con un gol bellissimo di Viola, il Cagliari ha tentato il tutto per tutto con la propria specialità, l’assalto nei minuti finali, che per poco non è costato la vittoria al Torino. A mettere una pezza alla maggioranza delle occasioni è stato Vanja Milinkovic-Savic, sempre più in crescita nell’ultimo mese, ma la differenza l’ha fatta anche la poca lucidità sotto porta dei Casteddu. Aldilà dei preziosi tre punti, si possono salvare molte cose dalla prestazione, ma bisogna cercare di curare dei difetti che stavano per costare caro ai ragazzi di Juric. Il prossimo match di Serie A sarà il lunch match di domani contro la Salernitana, che nel 2024 non ha mai vinto, ma ha perso ogni partita.
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