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Sotto la lente: come sta cambiando il Torino

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nelle ultime due partite, con il cambio modulo, sono arrivati dei piccoli segnali di cambiamento
Francesco Bonsi

Nelle ultime due partite, il Torino è sceso in campo con un sistema di gioco diverso dal solito: dopo un inizio deludente dal punto di vista del gioco, Juric ha deciso di passare al 3-5-2. Questo modulo permette di sfruttare meglio l'organico a disposizione, potendo schierare due punte contemporaneamente, e non essendo costretti a schierarne solo uno tra Zapata, Sanabria e Pellegri. Questo modulo permette anche di avere un centrocampo più folto, facilitando le connessioni tra un lato e l'altro del campo.

"Stiamo lavorando su un nuovo modo di attaccare", disse Juric alla vigilia della partita contro il Lecce. Ci vorrà del tempo per tornare a vedere un Toro con un'identità ben precisa? È probabile, ma abbiamo già avuto l'opportunità di cogliere delle novità.

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In fase di costruzione, possiamo identificare il sistema di gioco come 2-4-1-3. Buongiorno si alza affianco al play, formando una mediana a due, mentre le due mezzali si spingono all'altezza degli attaccanti. Questi ultimi si dispongono verticalmente, con l'idea di dare una linea di passaggio vicina e una in profondità.

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In fase di sviluppo il modulo diventa un 3-1-5-1, con Sanabria che si stacca dalla sua posizione di partenza, muovendosi molto a ritroso. Con questo sistema di gioco si vengono a formare molte più diagonali e triangolazioni che aiutano il giro palla, e che permettono di arrivare in area con più facilità.

Nella partita contro il Lecce, il giocatore con più palloni toccati è stato Valentino Lazaro, che oltre ad aver controllato 78 volte la palla, ha prodotto 0,17 expected goals, 0,13 expected assist, ha completato 3 dribbling su 3 e ha vinto 3 contrasti su 3. Il coinvolgimento dell'austriaco partiva dalla fase di costruzione, nella quale è stato chiamato in causa molte volte il portiere: questo invitava Krstovic a pressare Milinkovic-Savic, e i due esterni ad uscire in pressione sui braccetti.

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La qualità nel lancio del portiere serbo, ha permesso di trovare più volte Lazaro privo di marcature. Successivamente, sulla catena di sinistra avveniva la seguente rotazione.

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Sanabria viene incontro all'esterno in possesso, mentre Gineitis effettua un taglio in diagonale. Il lituano aveva poi la possibilità di andare sul fondo a crossare col piede forte.

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Con il Lecce schiacciato tutto da una parte, Lazaro si comporta in modo flessibile, e si avvicina per favorire un cambio gioco rapido, dato che l'ampiezza verrà poi data da Gineitis.

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Contro il Frosinone, Lazaro è stato spostato a destra, mentre Vojvoda a sinistra. Questo ha sicuramente influenzato una maggiore fluidità nei movimenti della catena di destra, con Tameze che si è dimostrato abile nell'attaccare gli spazi liberi.

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Questo avveniva soprattutto se Lazaro riusciva a tirare fuori il terzino sinistro del Frosinone, il difensore centrale di sinistra veniva fissato da Sanabria, e Tameze sfuggiva al centrocampista avversario.

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Come già accennato prima, i movimenti degli attaccanti erano completamente opposti, sia contro il Lecce, sia contro il Frosinone.

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Pellegri aveva il compito di dare profondità, allungando verticalmente gli avversari, e di "fissare" i difensori, ovvero farsi marcare, in modo che non possano uscire in pressione su altri giocatori. Questo compito è stato eseguito anche da Zapata, che ha ricevuto qualche filtrante mal calibrato, o che non è riuscito a controllare.

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Sanabria invece, si è mosso sulla trequarti, svariando da un lato all'altro per ricucire il gioco, ovvero essere il giocatore intermedio tra due compagni, per favorire un giro palla fluido.

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Questo ruolo è stato svolto con estrema efficacia, mentre in molte delle precedenti partite, abbiamo visto una squadra sconnessa: esterni senza una linea di passaggio vicina, oppure centrocampisti senza idea di come sviluppare l'azione.

Le due mezzali sono state la chiave della partita in Salento, e grazie alle loro corse in avanti, il Toro ha potuto creare diverse occasioni e trovare il gol. Abbiamo già visto i movimenti di Gineitis e Tameze, ma in occasione del gol contro i giallorossi, lo zampino ce lo mette Ricci:

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Baschirotto viene fissato da Pellegri, Gallo ha un posizionamento abbastanza ampio, e Ricci si inserisce proprio nello spazio tra difensore e terzino, propiziando il gol di Buongiorno.

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In realtà questa posizione non è stata sempre fissa: come vediamo dall'immagine in alto, Il Lecce alzava una mezzala in marcatura su Linetty, Banda era pronto ad uscire su Bellanova, e Krstovic copriva la linea di passaggio per Buongiorno.

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Questa pressione impedisce al Toro di sviluppare, così Linetty si prende dei metri in avanti, mentre Ricci si abbassa, andandosi a posizionare tra i due leccesi.

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Vojvoda trova Ricci libero tra i due uomini, che uscirà dal pressing con un controllo orientato in avanti, eseguito alla perfezione.

Il centrocampista può controllare il pallone indisturbato, dato che Pellegri fissa i due centrali, Linetty si fa marcare da Gallo, e Sanabria svolge la funzione descritta in precedenza, facendosi marcare da Ramadani, e liberando un uomo a centrocampo. Bellanova invece, non è riuscito ad incidere più di tanto, sbagliando diversi passaggi in avanti. L'esterno è il quarto miglior giocatore della Serie A per percentuale di dribbling riusciti (71,05%), ma contro i salentini è andato poche volte al duello. La soluzione sarebbe cercare di creare dei presupposti per isolarlo costantemente 1v1, e sfruttare così la sua qualità principale.

Il pressing apportato dal Frosinone è stato diverso da quello del Lecce: i ciociari hanno tenuto un baricentro alto, uscendo spesso in pressione sui difensori e sul portiere, costringendo quest'ultimo al lancio lungo. Il Toro ha quindi cercato di creare la maggior parte delle occasioni dopo un recupero nella metà campo avversaria, impedendo peraltro agli avversari di raggiungere la propria trequarti.

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In fase di possesso lo schieramento dei granata è stato molto simile ad un 4-4-2, in modo da adattarsi alla costruzione avversaria. Vojvoda scivolava a fianco ai centrali, in modo da marcare Kvernadze, e lasciare che Brescianini venisse preso da Rodriguez. Lazaro e Gineitis uscivano in pressione sui terzini, mentre Mazzitelli e Bourabia, venivano marcati rispettivamente da Tameze e Linetty.

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Il francese e il polacco hanno svolto un'energica fase di pressing, recuperando in due 5 palloni.

A Lecce, invece, Ricci si alzava sul regista avversario, mentre gli esterni scalavano in pressione sul terzino in possesso del pallone.

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Sotto questo punto di vista non notiamo grosse novità, ma l'applicazione difensiva sembra essere tornata ad un livello buono, e lo dimostrano anche le corse all'indietro da parte dei centrocampisti.

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Gineitis si è definitivamente consacrato in questo nuovo sistema di gioco, svolgendo bene entrambe le fasi. Contro il Lecce, sono stati costanti i suoi ripiegamenti per contenere gli inserimenti di Rafia e Gonzalez. Contro il Frosinone, invece, è stato ancor più provvidenziale, vincendo 7 contrasti su 9, e recuperando 5 palloni.

La fase offensiva è ancora lenta è poco fluida, ma sono comunque arrivati dei segnali importanti, come la crescita di diversi giocatori, e delle conferme come quella della compatibilità tra Zapata e Sanabria. Juric deve lavorare su questo sistema per portarlo ad essere quello di riferimento, dato che ad oggi è quello che è girato meglio.

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