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SOTTO LA LENTE

Sotto la lente: Torino-Cagliari

Sotto la lente: Torino-Cagliari - immagine 1
Nei granata a una fase difensiva impeccabile si unisce una fase offensiva troppo prevedibile: l'analisi tattica del match
Francesco Bonsi

Nella prima partita dell'anno, il Torino ci ha regalato uno scialbo 0-0 contro il neopromosso Cagliari, davanti a più 20.000 persone. Non è certo il migliore degli inizi, dato che si sono manifestati i soliti problemi di lentezza e prevedibilità in fase di possesso, e oggi siamo qui per analizzare anche questi.

La formazione è la stessa vista contro la Feralpisalò, con Karamoh al posto di Radonjic come unico cambio.

"Noi sappiamo come giocherà il Toro, ma il Toro non sa come giocheremo noi": questo è stato l'avviso di Ranieri in conferenza stampa, che infatti ha sorpreso molti schierandosi a specchio con un 3-4-3.

COSTRUZIONE E SVILUPPO

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L'obiettivo del Cagliari era quello di andare a marcare a uomo ogni riferimento, e infatti nei primi minuti c'è stata molta difficoltà nel giocare fluidamente palla a terra, poiché gli avversari sono partiti a mille. Le principali strutture utilizzate dai granata sono due:

3+2, dove il portiere si posiziona in mezzo ai due braccetti e il centrale (Buongiorno) si alza e affianca Ilic. Questo sistema permette di andare a giocare verso gli esterni per tornare poi dentro al campo, dove si è creata superiorità numerica contro i due centrocampisti cagliaritani.

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4+1, dove Ilic scende in mezzo ai 3 difensori, permettendo a Rodriguez di allargarsi. Questa struttura viene utilizzata per sviluppare il gioco sulla sinistra, dove Rodriguez, Vojvoda e Karamoh possono creare superiorità numerica contro gli avversari.

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Nell'immagine seguente vediamo invece Schuurs sganciarsi dopo un passaggio a Bellanova, con l'idea di completare un uno-due, superando il suo marcatore guadagnando così campo. Anche questa si tratta di una tendenza tattica già vista nell'amichevole contro il Modena, quando l'olandese ha giocato braccetto.

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ATTACCHI LATERALI

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Sulle catene laterali il Toro ha sviluppato bene le proprie azioni, coinvolgendo molto i quinti (60 tocchi ciascuno) che hanno svolto funzioni differenti. Vojvoda si è trovato molte volte in una zona intermedia o centrale del campo (nella foto si scambia con Ilic), in modo da creare scompiglio nelle marcature avversarie, sfruttare le sue qualità di regia, e dando quel pizzico di imprevedibilità in più.

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Bellanova è stato spesso isolato in 1v1, dove non disdegna (2/3 dribbling completati in questa partita), oppure gli è stato creato dello spazio da attaccare in profondità, con successivo cross una volta arrivato sul fondo (6 tentati in questa partita).

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È stata molto interessante e poco rimarcata la partita di Karamoh: il francese è stato deludente in fase di rifinitura e finalizzazione, ma si è reso molto disponibile per i compagni, dando diverse soluzioni: è venuto più volte incontro per liberare spazio ai compagni, o a volte per crearselo da solo, oppure è stato capace di effettuare movimenti sul lungo che poche volte sono stati premiati. Un giocatore che si muove così tanto e che offre così tante soluzioni ai compagni meriterebbe di essere servito più spesso.

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Anche Vlasic potrebbe essere maggiormente coinvolto nella manovra (solo 35 tocchi in questa partita), perché se gli venisse concesso di abbassarsi più spesso, ci aiuterebbe a creare superiorità numerica al centro del campo, oltre che sulle catene.

ATTACCO DELL'AREA

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Se la costruzione e lo sviluppo dell'azione sono stati di discreta qualità, non si può dire lo stesso della rifinitura delle azioni, dove sono venuti fuori tutti i limiti dei singoli. In area di rigore è arrivato solo un tiro in porta, ma su calcio d'angolo. Questo perché i pochi palloni che arrivavano in area di rigore non venivano gestiti correttamente, gettando via opportunità createsi da ottimi sviluppi palla a terra. Il Cagliari si è schierato un un 5-2-2-1, con uscite forti dei braccetti sui trequartisti, quindi senza mai concedere agli avversari di muovere il pallone con facilità. Ranieri è stato molto bravo a schierare la propria squadra, sia in pressione alta, sia ripiegando nella propria metà campo, ma le lacune della squadra granata hanno contribuito alla causa. Tra le poche occasioni sviluppatesi nella zona centrale del campo, Karamoh effettua un movimento intelligente, liberando dello spazio da attaccare in profondità per Sanabria, che però non ha nelle proprie corte i movimenti sul lungo, e di conseguenza viene recuperato.

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Gli attacchi alla profondità sono situazioni di gioco dove si possono creare maggiori pericoli, perché possiamo sfruttare la velocità palla al piede di Karamoh e Bellanova, e arriviamo nel terzo di campo avversario in superiorità numerica, con Sanabria dentro l'area di rigore e Vlasic a rimorchio. Questo sarebbe un modo per trarre maggiore profitto dalle caratteristiche di Karamoh, che è molto abile nell'1v1 e nella conduzione in campo aperto.

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FASE DIFENSIVA

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La fase di non possesso è stata come sempre impeccabile: essendosi il Cagliari schierato a specchio, le marcature erano facili da eseguire, soprattutto per un Toro avvezzo al pressing alto, e i sardi venivano costretti a lanciare lungo.

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A parte qualche leggerezza nel secondo tempo, è stato concesso veramente poco agli avversari, ma è necessario soffermarsi sull'occasione più ghiotta. Buongiorno difende palla e si lascia cadere troppo facilmente: a quel punto il Cagliari si guadagna la superiorità numerica a pochi passi dalla porta, e si può vedere dall'mmagine quanto spazio ha Nandez per calciare con precisione.

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Questo a dimostrazione del fatto che in un sistema di marcature a uomo a tutto campo, basta una superficialità per lasciarsi scappare il proprio riferimento e mettere in difficoltà l'intera squadra.

Sono state preparate molto bene anche le transizioni negative, nelle quali il Cagliari poteva contare su 2/3 calciatori molto rapidi, pronti ad invadere la metà campo avversaria in superiorità numerica e qualitativa. Questo non è successo, perché il Toro si è sempre trovato con 3/4 giocatori a protezione della propria metà campo, in modo da contrastare quella che poteva essere una delle principali armi adoperate dalla squadra di Ranieri.

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Nonostante la conferma di una difesa solidissima, la partita lascia molta amarezza, per via di una fase di possesso che ha portato pochissime volte a conclusioni pulite. Come sottolineato da Juric, il mercato non ha rinforzato la squadra, al contrario l'ha forse indebolita, e lo abbiamo notato guardando i subentrati nel secondo tempo. Tuttavia la proposta offensiva potrebbe essere più funzionale alle caratteristiche dei giocatori a disposizione: coinvolgendo maggiormente i due trequartisti, migliorando la sincronia dei loro movimenti e le loro scelte in fase di rifinitura, il Toro potrebbe fare più male ai propri avversari.

Francesco Bonsi, nato a Ferrara, ha 16 anni e tifa Torino e Spal. Lavora come match-analyst in una squadra di prima categoria, e il suo sogno è quello di farlo professionalmente. Oltre a questo, si dedica a scrivere analisi su Twitter e per varie testate giornalistiche.

Gli opinionisti ospitati da Toro News esprimono il loro pensiero indipendentemente dalla linea editoriale seguita dalla Redazione del giornale online, il quale da sempre fa del pluralismo e della libera condivisione delle opinioni un proprio tratto distintivo.

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