Il Cagliari e la Lazio ci hanno dimostrato che la reazione a catena del Toro davanti agli eventi scatta, ma quando ormai è troppo tardi scatta.
columnist
Relazioni pericolose
Inutile dire che il tempismo, nella vita, è sostanziale.
Ieri, per pareggiare, non sono bastati i minuti della seconda parte del secondo tempo.
La partita è una vita in due tempi, quelli hai e quelli ti devi giocare. Ti devi dosare, ma mai risparmiare.
Tocca “DARSI”. Darsi senza risparmiarsi, come l’aria che si dà al fuoco, che a sua volta si dà all’acqua, che si dà alla terra per ritornare all’aria. La natura suggerisce il darsi.
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Una partita, come la vita, pone davanti alla squadra un evento: nei primi cinque minuti segni, oppure segnano gli avversari, curiosamente non è poi così importante. L’unica cosa importante, è come tu decidi di interpretare quel gol. Quale reazione a catena hai la forza, la sensibilità e l’intelligenza di attivare.
La vita di una partita è quella di molte persone unite: undici scendono in campo, l’allenatore presente in ogni metro di gioco e i tifosi che spingono e proteggono. La dirigenza, a sostenere l’onere di avere l’onore di prendere le decisioni. Una partita in ultima analisi è relazione, perché la vita, in ultima analisi, non è altro che relazione.
Relazione: se tu segni, io esulto. Se tu perdi palla, io corro più veloce e la inseguo. Se tu ti fai male, io sento dolore.
Se tu vinci o perdi, non lo fai mai da solo.
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Ieri sera abbiamo perso – dolce e amaro plurale: ti perdi un mondo se non lo hai mai usato, sicuramente hai sofferto se lo hai fatto – 2 a 1, eppure siamo sostanzialmente la stessa squadra che circa un anno fa la Lazio la batteva con tre gol.
Tutti sappiamo che non sono le partite delle ultime due settimane a essere deludenti, quanto il girone dantesco in cui ci eravamo cacciati prima della clausura, dove il “darsi” era venuto platealmente meno, lasciando spazio a un arido prendere, e quello sì che è peccato mortale, giocare anche solo inconsciamente contro se stessi è una strategia che distrugge la squadra ma prima ancora il singolo. Relazioni pericolose.
Tutto questo inutile disquisire per tentare di dare un senso alla fitta che mi ha trapassata nel momento in cui Sirigu non ha fatto il solito miracolo e la palla gli è sfuggita di mano. C’era tutta la squadra che rotolava lenta dentro la nostra porta in quell’unico istante.
“Darsi” nella vita di novanta minuti che si celebrerà il prossimo sabato pomeriggio, sarà il minimo e allo stesso tempo il massimo che mi aspetto di respirare. Io ci proverò a non tenere nulla per me, a darmi. Sarà un gioco di relazioni, e saranno pericolose.
Mi sono laureata in fantascienze politiche non so più bene quando. In ufficio scrivo avvincenti relazioni a bilanci in dissesto e gozzoviglio nell’associazione “Brigate alimentari”. Collaboro con Shakespeare e ho pubblicato un paio di romanzi. I miei protagonisti sono sempre del Toro, così, tanto per complicargli un po’ la vita.
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