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columnist
Quinto risultato utile consecutivo per il Toro che pareggia in casa contro la Fiorentina. Detta così potrebbe sembrare che l'andamento della squadra sia in corrispondenza con gli obiettivi stagionali della società. Il problema è che nessuno è entusiasta di un simile andamento. Il perché è presto detto: mancare la vittoria contro squadre come Atalanta, Bologna e Fiorentina - tre occasioni in cui portare a casa almeno una vittoria se si vuole raggiungere l'Europa League - e vincere a fatica contro Chievo e Frosinone non può far fare salti di gioia alla maggior parte dei supporters granata. Inoltre domenica la défaillance di De Silvestri, lontano parente del terzino goleador del finale della scorsa stagione, la sterilità offensiva di Belotti e il gioco confusionario della squadra hanno fatto il resto. Sì ho scritto "confusionario" perché a mio modesto avviso ho visto tanta buona volontà da parte degli interpreti scelti da Mazzarri, ma anche tanta confusione e trame di gioco a tratti arronzate. Penso agli schemi su calcio di punizione e a quanto Belotti sia costretto a giocare lì davanti in maniera isolata e lontana dalla porta. In queste prime dieci giornate il Gallo ha mostrato tutto il peggio del suo repertorio perché, sempre a mio modo di vedere, il gioco attuale della squadra ne accentua i difetti e poco i pregi.
Inoltre oltre alla posizione in classifica, i granata occupano l'undicesimo posto, l'attuale mister di San Vincenzo pare cadere un po' troppo in nervosismo e proteste. Il tecnico dovrebbe pensare prima di tutto a correggere gli errori dei suoi giocatori. Quando il Toro giocherà la partita non dico perfetta, ma almeno priva di sbagli grossolani, allora si potrà pensare a discutere dell'operato dell'arbitro. Certo, per usare un eufemismo il Toro quest'anno è davvero troppo sfortunato con il VAR, ma prima di tutto serve pensare ai propri errori, che non mancano.
Domenica ci sarà la temibile sfida di Genova contro la Sampdoria che potrebbe rappresentare lo spartiacque del tipo di campionato che il Toro può giocare. La Sampdoria vista giocare almeno nella prima mezz'ora di San Siro nella sconfitta contro il Milan si è mostrata davvero una bella squadra, sicuramente molto temibile per il Toro. I granata dal match contro la Fiorentina devono portarsi dietro solo la volontà e la determinazione messa in campo, ma devono trovare concentrazione per tutti i 90 minuti, concretezza e, soprattutto, trame di gioco utili che possano permettere a Belotti di avvicinarsi alla porta. Tutti dicono che il nostro capitano non è un fenomeno e che dopo i 26 gol non si è più confermato. Molti però omettono degli aspetti. In primis il Gallo l'anno scorso ha patito la mancata partenza che, checché ne vogliamo dire, condiziona ogni giocatore che sogna di giocare nei massimi palcoscenici. In secondo luogo ha patito i due infortuni che ne hanno condizionato il rendimento. Oggi l'ex punta del Palermo è ormai lontano dalla valutazione della clausola dei 100 milioni. Il Gallo è un giocatore che ha bisogno di chi lo rifornisce di palloni e in rosa ce l'avevamo, ma il mister ha preferito accantonarlo. In quale occasione accade che il giocatore più tecnico della rosa resti nonostante gli venga detto di non poter avere il posto titolare e avendo l'opportunità di andare a giocare altrove e guadagnare di più? In nessuna. E così è successo al Toro. Per me una scelta tecnica scellerata e masochista per questa stagione.
Di certo al prossimo derby se il Toro si presenta con la sola volontà, senza un'idea di gioco, il Toro ne uscirà davvero con le ossa rotte. Derby che si spera si giochi in un clima meno teso di quello che c'è attualmente tra granata e bianconeri. Tuttavia prevedo che si cercherà di gettare acqua sul fuoco per arrivare al derby in un clima più sereno. Ciò che comunque risulta chiaro dall'inchiesta di Report, qualora ce ne fosse ancora bisogno, è che per l'ingresso di quegli striscioni, la responsabilità ricade tutto su Alessandro D'Angelo. Poco importa se lui in una conversazione telefonica privata definisce con un epiteto offensivo i sostenitori di una squadra che sportivamente odia, la cosa clamorosa è che lui accetta di far pagare una multa salata alla società per cui lavora, per consentire agli ultras di offendere la storia non solo del Toro, ma di tutta Italia. E cosa fa la sua società quando lo scopre? Paga la multa, dà al responsabile un buffetto e lo tiene al suo posto? E questo per il mondo bianconero è tutto normale? La solita tristissima vicenda, come al solito tutta italiana.
Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.
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