columnist

Tanto la colpa è sempre dell’allenatore

Tanto la colpa è sempre dell’allenatore - immagine 1
Il Granata della Porta Accanto / Mihajlovic sfiduciato dal mondo granata sebbene abbia attenuanti. E colpe quantomeno da dividere con chi sta al timone da più tempo di lui
Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 

Non sarò il difensore d'ufficio di nessuno perché non c'è nessuno da difendere: la sentenza è già stata emessa e la grandissima maggioranza dei tifosi granata ha già decretato la sua condanna nei confronti di Sinisa Mihajlovic. L'allenatore serbo guiderà il Torino sicuramente contro il Cagliari, poi, risultato e/o prestazione permettendo rischia di chiudere a San Siro (ironia della sorte…) la sua avventura granata. Solo una duplice prova d'orgoglio della squadra potrebbe convincere l'ambiente a restituire un po' di fiducia all'attuale conduzione tecnica. Ma, si sa, il vento di cambiamento spira sempre forte e il pregiudizio difficilmente farà cambiare idea a molti. Esimi ed illustri tifosi come Mario Giordano si sono schierati apertamente per un cambio: non discuto le loro motivazioni perché hanno parecchio fondamento, occorre ammetterlo.

Mihajlovic sta sbagliando molto, soprattutto nella gestione tattica della squadra, ma personalmente non apprezzo i modi e i tempi di queste prese di posizione. Il Toro ha una pessima classifica, verissimo, sta perdendo preziosissimi punti nella corsa all'Europa, verissimo, avrà un calendario difficile fino a Natale, verissimo, ha perso mordente e mentalità, verissimo, ma ha delle attenuanti. In primis un numero incredibile di infortuni seri che stanno tenendo lontani dalla convocazione, alternativamente o insieme, giocatori importanti. Inutile farne il lunghissimo elenco. Prendiamo Baselli. L'infortunio patito sul finire della preparazione ne sta inficiando le prestazioni: il finale di campionato dell'anno scorso ci aveva fatto scoprire un giocatore finalmente completo, interditore e fine costruttore. Da quando è rientrato, a parte la gara col Sassuolo, Baselli non si è ancora espresso a quei livelli, e questo è sotto gli occhi di tutti: da valore aggiunto dell'ultima parte di campionato a giocatore in difficoltà nella mediana a due. Evidente esempio, quindi, di come un infortunio possa pregiudicare il rendimento non solo del giocatore ma anche di tutta la squadra.

Vogliamo parlare di De Silvestri? Tutti lo vorrebbero fuori, ma ci si dimentica che Ansaldi non appena ha fatto capire a tutti che è di livello superiore si è fermato per un problema muscolare ed ha saltato le ultime partite. Stesso discorso per Barreca con Molinaro (e domenica sarà pure squalificato per quell'assurdo rosso preso a Firenze). Lo stesso Boye' che tutti considerano talentuoso (me compreso) sta lentamente tornando ai suoi livelli perché, neanche a dirlo, pure lui è stato fuori un mese abbondante per un brutto infortunio a inizio campionato. Se Boye' fosse stato al top probabilmente Niang avrebbe giocato meno, sebbene penso che proprio la gestione di Niang sia una delle colpe più evidenti di Mihajlović. Lyanco poi batte tutti per sfortuna: fuori per le tonsille in precampionato, fuori per i legamenti della caviglia quando, dopo il derby, sembrava essere diventato l’astro nascente. Oppure come non citare Obi che tutti aveva illuso le prime tre giornate dimostrando di essere, quando sano, un elemento adattissimo alla mediana a due del 4-2-3-1. Alla fine della fiera, Mihajlovic ha di fatto giocato sempre monco di qualche elemento fondamentale per equilibrio o accettabile stato di forma.

Allora se è vero che nel calcio è l'allenatore a pagare per tutti, bisognerebbe essere onesti e riconoscere che parte di queste colpe quantomeno le condivide con la società per il mercato incompleto, terminato con un saldo attivo mostruoso. Non era forse necessario comprare un centrocampista in più con le caratteristiche di un Donsah, per esempio? Oppure non era opportuno forse avere un vice Belotti un po' più affidabile come rendimento dell'acerbissimo Sadiq? La si giri come si vuole ma è del tutto evidente che non si sono voluti fare ulteriori investimenti, pur potendo, dimenticando che una squadra ambiziosa non teme di dover fare accomodare in panchina alternative forti. Poi certo è molto più facile sparare sul pianista che prendersela con chi in dodici anni non riesce, non vuole o non può alzare davvero l'asticella. Tanto la colpa sarà sempre dell'allenatore, dei suoi pretoriani, dell'ambiente ostile o dei media. Ma quasi mai di chi realmente muove i fili del Torino…

Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.

tutte le notizie di