Chi ha avuto il piacere di assistere dal vivo o in tv alla bella serata organizzata per i 10 anni di ToroNews si è reso conto fondamentalmente di una cosa importante del mondo del Toro: è finalmente e definitivamente cambiato il vento intorno a questa squadra. E' difficile spiegare a parole cosa nello specifico sia diverso da quello che ha caratterizzato gli ultimi vent'anni di questa società, ma l'elettricità dell'aria, le facce dei tifosi, l'attenzione dei media e perfino le banalità di cui spesso sono infarcite le dichiarazioni di allenatori, dirigenti e giocatori, sono di tutt'altra natura. Potere dei risultati? Forse, ma sarebbe riduttivo limitare l'analisi a questo mero dato.
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TN e il Toro: 10 anni di crescita. E ora…
Il ciclo Ventura, come più volte ripetuto dalla stesso mister, ha realmente fatto tornare l'entusiasmo attorno al Toro. Grandissimi meriti vanno all'allenatore genovese che con una serie di intuizioni, grande esperienza nel gestire il delicato fattore ambientale torinese (quel caustico mix di tifoseria umorale e delusa, stampa avversa e poteri occulti a cui un Toro debole sotto tutti i punti di vista faceva molto comodo ) ed un impianto di gioco capace di dare certezze ai giocatori, ha saputo riportare il Toro ai livelli a cui il tifoso medio granata ambisce. Ventura ha ricevuto un meritatissimo premio nella serata andata in onda su Rete7 ed ormai è un vero e proprio guru per il mondo granata. Parlarne male in questo momento è eresia pura e quasi tutti se ne guardano bene. Personalmente alcuni aspetti del suo gioco continuano a non esaltarmi, ad esempio l'ossessivo ricorso al retropassaggio verso il portiere fonte costante di pericoli per la nostra porta oltre che di cardiopatie varie ed assortite tra i tifosi, ma ho imparato a farmene una ragione proprio perché la maturità di una tifoseria si misura nella capacità che ha di dare giudizi a livello globale e non a focalizzarsi solo sul particolare estendendo a tutto il resto un eventuale aspetto negativo. Se era questo ciò a cui Ventura si riferiva quando disse al suo arrivo che anche l'ambiente sarebbe dovuto crescere insieme alla squadra, bè, direi che anche noi tifosi allora abbiamo fatto la nostra parte per bene!
Ma sono anche altri gli aspetti del nuovo Toro e del rinnovato humus in cui cresce. La figura di un capitano come Glik, ad esempio, giocatore e uomo che come pochi altri ha saputo interpretare ed incarnare i valori tipici dello spirito granata. Dopo Rolando Bianchi, suo degno predecessore la cui partenza non era andata giù a moltissimi tifosi, il suo compagno Kamil ne ha raccolto l'eredità e addirittura è riuscito a farsi amare forse ancora maggiormente del centravanti bergamasco. L'urlo ritmato Glik, Glik, Glik è diventato quasi un grido di battaglia di tutto il popolo granata ed è una di quelle cose che danno una forte connotazione ed un grande senso di appartenenza ad una tifoseria. E poi ci sono Petrachi e Cairo. Il primo è il classico ministro senza portafogli che ha fatto di intuito e abilità i suoi cavalli di battaglia sul mercato. Dalla rivoluzione dei peones ad alcune belle scommesse vinte (ultima quella di Maxi Lopez che si è fatto regalare dal Chievo), il ds ha sempre fatto il massimo con ciò che gli è stato dato (cioè poco, molto poco ). Il connubio con Ventura è talmente ben rodato che viene da chiedersi se mai un giorno entrambi riusciranno a lavorare con lo stesso profitto anche in proprio, cioè l'uno senza l'altro. Infine il presidente, l'uomo che è riuscito a disperdere il maggior credito dato dalla tifoseria granata dai tempi di Pianelli: su Cairo si è detto e scritto tutto e il contrario di tutto. Come Toronews, anche lui ha raggiunto quota dieci anni. Se per ora il bilancio dei risultati è globalmente in pari, dalla prossima stagione si capirà maggiormente se la volontà di Cairo di entrare nella storia del Toro non sarà legata solo alla durata della sua presidenza, ma anche ai risultati centrati in tale periodo.
Allenatore, squadra, capitano, società, tifosi: un blocco unico dopo vent'anni. Finalmente. La situazione ideale per fronteggiare le prossime gatte da pelare che toccheranno a questo Toro: il mercato, con le eventuali partenze dei pezzi pregiati (Darmian, Peres, Glik e Maksimovic), la ricostruzione del Fila, tassello fondamentale in questa fase di rinascita e di ricompattazione del mondo granata, il futuro prossimo con Ventura e, soprattutto, quello più lontano quando inevitabilmente ci sarà un cambio di guida tecnica. Saprà il Toro vincere tutte le sue sfide? Molto dipenderà da Cairo, ma sono certo che quest'ambiente più maturo e più consapevole di essere finalmente tornato quello di una volta avrà meno problemi a gestire ogni tipo di difficoltà. E per i vent'anni di ToroNews sarà davvero interessante fare il bilancio di quanta strada si sarà fatta con tali confortanti premesse!
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