Per una settimana intera non mi ero illuso, domenica pomeriggio dopo un fine settimana di lavoro, alle 17 appena tornato a casa mi sono messo davanti al televisore con l'adrenalina che iniziava a salire, nonostante tutto il Toro fa parte di me ed il derby non potrà mai essere una partita di calcio. Appena le immagini mostrano i tifosi granata stipati nello spicchio di stadio a loro riservato, un desiderio mi assale: vorrei essere lì con loro ad incitare sempre e comunque la maglia granata, pur con tutti gli sforzi fatti e l'età ormai più che matura, il disprezzo verso la juve ed i suoi tifosi non potrà mai diminuire, la loro stessa natura fa sì che loro continuino ad essere ai miei occhi l'esempio calzante di questo nostro corrotto paese.
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Torino: derby, un altro sogno spezzato
Fino ad un attimo prima che la partita inizi sono sicuro che per noi finirà come negli ultimi anni, vale a dire con una sconfitta, senza che i nostri dimostrino di aver capito nulla dello spirito granata.Nel momento in cui Orsato assegna loro il rigore un sorriso amaro si disegna sulle mie labbra e nell'istante in cui Vidal segna mi convinco che la serata finirà mestamente.
Quando poi Bruno Peres ci regala quella perla, esulto, ma dentro di me continuo a ripetermi che da lì a poco passeranno ancora in vantaggio.Invece succede qualcosa di diverso, i gobbi non sono quelli che siamo abituati a vedere in campionato, attaccano sì, ma non fanno poi così paura. Il secondo tempo inizia, e mi aspetto che ci assedino, al contrario quella che i miei occhi vedono è una juve stanca e senza idee ed i nostri tengono agevolmente botta, anzi dopo pochi minuti Quagliarella ha sui piedi la palla del possibile vantaggio, ma la sfera esce dopo avere accarezzato il palo della porta bianconera.
Minuto dopo minuto inizio a pensare che questa può essere la serata buona, quella che attendiamo da quasi vent'anni, le nostre ripartenze fanno male e loro continuano ad essere lenti e macchinosi. Al 72' Quagliarella viene inspiegabilmente sostituito da Larrondo, avremmo bisogno di velocità per ripartire di rimessa ed invece giochiamo con due attaccanti statici, rimango sbalordito da questo cambio, ma chi sono io per discutere le decisione dell'illuminato che siede in panchina?
Minuto 78' il cioccolataio svizzero viene espulso per doppia ammonizione, abbiamo in mano il nostro destino, chiuso in clausura solo e ormai totalmente fuori controllo nella cucina di casa, mi metto in piedi davanti al televisore e ad ogni pallone conquistato imploro i nostri giocatori di crederci, di azzannarli alla gola, loro sono alle corde, un pugno ben assestato e cadrebbero ai nostri piedi, continuiamo a giocare di rimessa quando al contrario dovremmo far loro paura, a questo punto della partita il divario tecnico non è più così evidente e la volontà ed il cuore possono sovvertire ogni pronostico.
I minuti passano veloci e diamo come sempre l'impressione di non voler chiedere l'impossibile, ci continuiamo ad accontentare, quella che potrebbe diventare una serata indimenticabile lo diventa davvero, ma in negativo. Quando Benassi perde quel pallone accerchiato da tre bianconeri capisco cosa intende dire la frase scritta sul colletto degli odiosi gobbi, vincere per loro è l'unica cosa che conta e in qualche modo con le buone o con le cattive strappano il pallone al prodotto del vivaio interista (i prodotti del nostro vivaio non hanno il diritto di giocare al Toro), loro ci credono, con cattiveria e determinazione aiutati dal loro pazzesco culo e nel momento in cui Pirlo mi regala una delle più terribili batoste legate ad una partita di calcio di tutta la mia vita, non rispondo più di me, a farne le spese sono le antine dei pensili della cucina, fino a quando moralmente a pezzi mi accascio su una sedia, lo spettacolo da me offerto davanti agli occhi increduli di mio figlio, non mi rende fiero di quello che sono , ma io ci ho creduto davvero!
Quanti di noi tifosi ci ha creduto davvero? Quanti invece controllavano lo scorrere del tempo sperando di portare a casa il pareggio, contagiati ormai irrimediabilmente da questo accontentarsi del minimo sindacale? I giocatori ci avranno creduto? Non credo! Ma chi davvero doveva crederci stava in piedi davanti alla panchina, lui ad un minuto dalla fine ha fatto un cambio per perdere tempo, tutti segnali che i giocatori in campo captano all'istante!
Vatta sosteneva che un allenatore negli ultimi minuti della partita deve saper infondere la voglia di vincere ai giocatori, questo nostro Illustre allenatore che molti di noi adorano, in questi quattro anni ha perso una quantità folle di punti quando le partite stanno per concludersi, gli esempi sono sotto gli occhi di tutti noi e non voglio stare qui a ricordare ogni singola partita persa o pareggiata dopo l'ottantacinquesimo minuto ed inoltre ha stabilito l'invidiabile record di cinque sconfitte in altrettante stracittadine, a cui va assommata una giornata di squalifica a causa di un litigio, perlomeno colorito, con un tifoso granata evidentemente non abbagliato dal suo splendore!
Parlando con molti di noi, mi sono accorto che parecchi sono stati soddisfatti della partita di domenica, considerandola quasi una vittoria, stravolgendo così la realtà dei fatti, altri hanno addirittura parlato di ritrovato spirito granata.
Per quel che mi riguarda quella di domenica è stata la classica partita giocata in modo diligente, così come vuole la nostra guida tecnica, ma il cuore, la voglia di vincere, il credere all'impossibile e soprattutto il Toro, quello vero, continuano ad essere tutta un'altra cosa!
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