di Guido Regis*Certo la trasferta a Modena è meno pesante di tantissime altre ma sono pur sempre 300 Km ad andare e 300 a tornare. Certo si va a far la pappa in tanti da Gianni piuttosto che in qualche altra trattoria della città, si mangia e beve come Dio comanda a pochi euro, ma si deve anche avere il coraggio questa volta di affrontare un mal tempo che sappiamo bene quali situazioni a rischio a prodotto e produrrà ancora. Il tutto per sorbirsi 90 minuti di tatticismo quasi esasperato? Ebbene questo ha esasperato, per l’appunto, alcuni granata itineranti e giornalisti “d’eccellenza”. Ma l’impressione è stata che in molti abbiano invece compreso ed apprezzato, indipendentemente dagli onesti avvertimenti del nostro mister. Il che sta a significare che forse anche i non addetti ai lavori comprendono di calcio più di molti esperti.Si sono affrontate due, davvero grandi, squadre della serie Bwin 2011-2012. Una ha fatto ed imposto il suo gioco che, ad un terzo del cammino, le ha regalato un primato in classifica piuttosto consistente e benaugurante. L’altra, ora seconda, gioca quasi in modo speculare e questa volta si è dovuta preoccupare di premunirsi di fronte alla maggiore fisicità del Toro.In somma, se si digerisce il fatto che al Braglia di emozioni acute forti non se ne sono vissute, si arriva con calma a comprendere per contro che si è assistito ad un gioco/guerra di alta strategia, una bella partita a scacchi conclusa con uno stallo
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Torino e Sassuolo
Ma il fatto interessante è notare la casuale coincidenza che ha innescato il successo, per ora momentaneo, di queste due squadre nella presente annata; porta il nome involontario di Franco Lerda. L’anno scorso, ricordate, ha abbandonato il Sassuolo a giochi quasi fatti per seguire il cuore e probabilmente un lancio ancora più importante con Il Toro. I patron Squinzi ed il presidente Carlo Rossi compresero signorilmente, e si aggiustarono con poca fortuna all’ultimo minuto. Tenete presente che prima della decisione di prendere Lerda, questi signori avevano portato al Sassuolo i seguenti allenatori, nell’ordine: Allegri, Mandorlini e Poli… null’altro da aggiungere. Sta di fatto che sia il Sassuolo sia il Toro fecero l’annata che tutti sappiamo. Ma il campionato in questione si è rivelato catartico per entrambe le società. La prima ha compreso che doveva continuare ad affidarsi ad allenatori giovani, quasi sconosciuti, da lanciare esattamente come i calciatori; la seconda per contro che doveva necessariamente affidarsi ad un allenatore “anziano”, capace e più esperto della media, ma ancora sufficientemente “affamato”.
Il Sassuolo è la classica società di una volta, proprietà esclusiva di un imprenditore che investe nel calcio per passione ma ovviamente in primis per un ulteriore lancio della sua immagine imprenditoriale, nel caso specifico il Sig. Squinzi della Mapei. E’ praticamente priva di tifoseria ( al Braglia ieri in una partita di cartello non se ne contavano più di un migliaio di cui una trentina di ultras o presunti tali) e quindi di calore dagli spalti, ma con il vantaggio di poter lavorare in un ambiente inevitabilmente sereno quanto quasi anonimo. Se il “capo” fa bene ne trae vantaggio, se sbaglia paga di suo e finisce li. E’ una formula che può funzionare con le piccole società di provincia. Sono certo con le grandi non potrà funzionare più, anche con i più corpulenti imprenditori d’Italia, nell’arco di un decennio. Quanto prima lo comprenderanno in tanti, come l’hanno compreso gli aderenti a ToroMio, tanto meglio sarà per tutti.Comunque quest’anno, forse più che nel passato, la scelta dell’allenatore del Sassuolo è stata una vera e propria chicca. Si chiama Fulvio Pea ed udite, udite….non ha mai giocato a calcio. Eppure ha una ultra ventennale esperienza da allenatore di squadre giovanili tra cui la Sampdoria e l’Inter, dove ha guidato le rispettive compagini di Primavera. Questo ragazzo, almeno dalla mia ottica visto che ha 44 anni, e’ piuttosto intelligente e di calcio ne capisce molto, molto di più di milioni di ex calciatori. Scommettiamo che ne sentiremo parlare sempre di più?Sapete quando ha smesso di giocare a calcio Ventura ?A 25 anni per un grave infortunio, e giocava in serie C. Ha fatto l’ISEF, che è pur sempre un’Università, ed ha continuato a dedicarsi alla sua passione da allenatore. Questo spiega perché sabato a Modena si è svolta una grandissima, difficilissima, tesissima, apparentemente noiosissima, in realtà bellissima partita di ……. serie Bwin. *Presidente del Toro Club C.T.O. Claudio Salawww.toromio.net
(foto M. Dreosti)
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